Nel 2025 il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a 246 comuni italiani. Non solo qualità delle acque: sono ben 32 i criteri da soddisfare
“Chiare, fresche, dolci acque”: i versi di Francesco Petrarca potrebbero essere lo slogan del programma Bandiera Blu, che dal 1987 attribuisce un ambito riconoscimento di qualità alle spiagge marine e lacustri nel nostro paese. Le “bandiere blu” sono assegnate ogni primavera, come certificato di merito in vista dell’imminente stagione estiva, dalla sezione italiana della Foundation for Environmental Education (Fee), un’organizzazione internazionale no-profit con sede a Copenaghen. Nata nel 1981 in Gran Bretagna, la Fee è oggi attiva in 81 paesi nei cinque continenti e rappresenta la più grande realtà organizzativa nel settore dell’educazione ambientale. Il programma Bandiera Blu prevede l’assegnazione di una certificazione internazionale che attesta la qualità delle acque e la cura dell’ambiente. Le località premiate devono aver soddisfatto, nei quattro anni precedenti al riconoscimento, criteri di eccellenza fissati dalla Fee e rilevati attraverso le analisi delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente. Si tratta di ben 32 parametri che riguardano non soltanto la trasparenza delle acque, ma anche la gestione del territorio, la presenza di servizi al cittadino, le garanzie di sicurezza, l’educazione e l’informazione ambientale. Elementi essenziali di valutazione sono l’esistenza e la funzionalità degli impianti di depurazione, la percentuale degli allacci fognari, la raccolta differenziata e la corretta gestione dei rifiuti, la regolamentazione del traffico, l’accessibilità delle spiagge, la disponibilità di strutture ricettive con certificazione ambientale, la presenza di aree pedonali, piste ciclabili e aree verdi, e la cura dell’arredo urbano. Ogni anno i criteri vengono aggiornati e perfezionati: nel 2025 alle amministrazioni dei comuni candidati è stato chiesto di presentare un Piano di Azione per la Sostenibilità, con una serie di misure (in atto o da attuare nel prossimo triennio) per contrastare il surriscaldamento globale e il cambiamento climatico, secondo le indicazioni dell’Unione europea e dell’Agenda 2030 dell’Onu.
La valutazione delle località candidate alla Bandiera Blu spetta a una commissione di cui fanno parte il ministero del Turismo, il ministero dell’Agricoltura, il ministero dell’Ambiente, l’Istituto Superiore di Sanità, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e vari altri enti pubblici e privati; la definizione dei vincitori, poi, avviene ad opera di un’apposita giuria internazionale. Lo scorso 13 maggio questo complesso procedimento, concluso a Roma con una cerimonia alla presenza del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, ha decretato l’assegnazione della Bandiera Blu a 246 comuni italiani, marini e lacustri, confermando la tendenza alla crescita espressa negli ultimi anni. Le località premiate erano 210 nel 2022, 2.026 nel 2023 e 2.036 nel 2024. Un dato confortante in materia di attenzione per l’ambiente e misure di ecosostenibilità messe in atto nel nostro paese. A livello regionale, a guidare la classifica delle acque più blu d’Italia è la Liguria, che perde una bandiera rispetto al 2024 ma resta saldamente in testa con 33 comuni premiati. Al secondo e al terzo posto si piazzano la Puglia e la Calabria, rispettivamente con 27 e 23 comuni premiati: entrambe, però, guadagnano tre bandiere blu rispetto allo scorso anno. Al quarto posto ci sono la Campania e le Marche, entrambe a quota 20 comuni premiati, poi tocca alla Toscana (19 bandiere blu), alla Sardegna e all’Abruzzo (16), alla Sicilia (14) e via via a tutte le altre regioni, fino al “fanalino di coda” del Friuli Venezia Giulia e del Molise, in fondo alla classifica a pari merito con due bandiere blu. Su base provinciale, i territori più ‘virtuosi’ sono quelli di Salerno e di Savona, che conquistano 14 bandiere blu, seguiti dalla provincia di Trento, con le sue 12 bandiere blu lacustri, e dalle province di Cosenza e Sassari, con 11 riconoscimenti. Nel complesso, a fronte di cinque località ‘retrocesse’ rispetto al 2024, ben quindici hanno elevato i loro standard qualitativi al punto di guadagnarsi il certificato di merito della Fee. Quasi tutte le new entry sono localizzate nel Centro-Sud, a riprova, secondo molti osservatori, del progressivo appianamento dei divari infrastrutturali del paese. Restano alcune criticità, come la sottorappresentazione di alcune aree famose per il fascino del paesaggio; ma il criterio naturalistico è solo un fattore, fra i tanti determinanti, nell’assegnazione delle bandiere blu. Un totale di 487 spiagge riconosciute come eccellenti sul territorio nazionale (due in più dell’anno scorso), a cui si aggiungono 84 approdi turistici, assicura all’Italia l’11,5% delle spiagge di qualità a livello mondiale e ne ribadisce lo status di ‘superpotenza’ del turismo balneare. Dalla valle dei laghi, appena a nord di Trento, fino a Pozzallo, all’estremità meridionale della Sicilia, da Bordighera, a due passi dal confine francese, fino a Grado, nel golfo di Trieste, è tutto un diagramma di bellezza “a misura d’uomo”. Un nuovo Grand Tour si snoda attraverso mete rinomate – Camogli e Forte dei Marmi, Jesolo e Riccione, Sperlonga e Sorrento, Ortona e Ostuni, Tropea e la Maddalena -, ma soprattutto attraverso uno stuolo di località meno note e sorprendenti che consacrano il Belpaese come campione di ospitalità e ricezione sostenibile.
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