Oltre dieci milioni di pellegrini hanno varcato le Porte Sante della città nella prima parte dell’anno. Eventi ordinari e straordinari, previsti e imprevedibili hanno messo a dura prova la sicurezza che non ha subito contraccolpi. Ne parliamo con Lamberto Giannini, prefetto di Roma
I pronostici sui flussi non hanno lasciato spazio all’immaginazione: Roma nel 2025 sarebbe stata ‘invasa’ da pellegrini, oltre ai turisti e ai cittadini che già quotidianamente ne attraversano le strade. Davanti a un massiccio arrivo di persone, Roma ha saputo fronteggiare situazioni ordinarie e straordinarie. Nei primi sei mesi dell’anno, non sono mancati imprevisti, come la morte di papa Francesco, il suo funerale e poi il Conclave. A dettare le regole del gioco la Prefettura. È con Lamberto Giannini, prefetto di Roma, che facciamo il punto sulla sicurezza in città.
Prefetto Giannini, sono trascorsi sei mesi dall’inizio del Giubileo. Qual è il suo bilancio in termini di affluenza, gestione dei flussi e impatto sulla città?
La previsione di questo notevole incremento dei flussi in arrivo presso la capitale ha imposto uno sforzo organizzativo costante e corale, che ha coinvolto tutte le componenti istituzionali presenti, con funzioni operative, sul territorio romano. Il bilancio che possiamo tracciare, pur nella consapevolezza che restano molte sfide da affrontare, è positivo: la macchina gestionale – e della sicurezza in particolare – si è dimostrata solida, reattiva e capace di rispondere anche alle sollecitazioni più impreviste.
Non solo Giubileo. Dal ricovero di Bergoglio all’elezione del nuovo Papa, dal derby Lazio-Roma agli Internazionali di tennis, fino alle riprese cinematografiche.
Che lavoro c’è dietro a tutto questo?
Dietro ciascuno di questi eventi – siano essi programmati o improvvisi, religiosi o sportivi, ordinari o straordinari – vi è un lavoro silenzioso, metodico e altamente professionale, che si fonda su un principio essenziale: il gioco di squadra. L’attività della Prefettura è quotidianamente orientata a garantire, mi si consenta, la “tenuta del sistema” nella sua complessità, ponendo a fattor comune le competenze delle molteplici articolazioni istituzionali, civili e militari. Nell’ambito delle attribuzioni connesse alla funzione di Autorità provinciale di pubblica sicurezza, il ruolo del prefetto – insieme all’intero apparato che lo coadiuva – si articola in una duplice direttrice: da un lato, assicurare la continuità operativa dell’azione amministrativa e del dispositivo di sicurezza sul territorio; dall’altro, garantire una risposta tempestiva, efficace e coordinata dinanzi a ogni evento di carattere straordinario, attraverso l’attivazione delle necessarie sinergie interistituzionali.
E quando straordinario e ordinario si sovrappongono, in una realtà complessa per dimensioni e sensibilità di fattori qual è quella della capitale, l’unico modo per reggere l’urto è disporre di un modello organizzativo flessibile, sperimentato e sostenuto da una cultura del coordinamento, che a Roma trova una delle sue espressioni più complesse ma anche più mature.
Torniamo al Giubileo. Quali sono state le principali sfide organizzative e come sono state affrontate?
Le sfide sono state molteplici: la prima riguarda certamente il coordinamento tra le numerose istituzioni coinvolte. La seconda è la necessità di garantire la continuità dei servizi pubblici e la sicurezza urbana, anche a fronte di un significativo sovraccarico di presenze sul territorio. La terza è rappresentata dalla gestione del rischio in tutte le sue declinazioni, comprese quelle di natura sanitaria e cibernetica. Il metodo adottato è stato quello della pianificazione condivisa e integrata, attraverso l’attività del Gruppo Operativo di Supporto istituito in Prefettura, che ha consentito di armonizzare i contributi delle diverse componenti operative.
È bene evidenziare che il Giubileo si sviluppa all’interno di una struttura di governance estremamente articolata e multilivello, definita con provvedimenti del Governo: è stato infatti nominato un Commissario straordinario, al quale fa capo una Segreteria tecnica. La Prefettura di Roma partecipa a quest’ultima con un ruolo centrale, esercitando funzioni di coordinamento presso il Gruppo di lavoro dedicato all’ordine pubblico e alla sicurezza.
In che modo la Prefettura ha coordinato le diverse istituzioni coinvolte (Comune, Regione, Vaticano, forze dell’ordine) per garantire il buon funzionamento dell’evento?
La Prefettura di Roma assume un ruolo concertativo di snodo per i profili inerenti all’ordine e alla sicurezza pubblica, coordinando – in sede di Comitato provinciale – le attività delle componenti istituzionali preposte, attraverso una struttura stabile e articolata, fondata sulla condivisione delle informazioni, sull’integrazione funzionale e sulla valorizzazione delle competenze di ciascun attore coinvolto. Tale azione si inserisce, in modo coerente e complementare, nel più ampio quadro delle pianificazioni predisposte, nei relativi settori di intervento, dalla Struttura commissariale istituita per il Giubileo, con la quale si realizza un costante raccordo operativo e informativo.
Il Tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura si riunisce periodicamente e con cadenza ravvicinata e vede la partecipazione delle componenti istituzionali operanti nel settore sanitario, dei rappresentanti della Santa Sede, della Protezione civile – in tutte le sue articolazioni – oltre che della Questura di Roma e dei comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco. Un sistema che sta dando prova concreta di saper “fare squadra”. In tale contesto, particolare rilievo assumono anche le due maxi esercitazioni interforze e interistituzionali di Protezione civile, svolte nel corso dell’ultimo anno.
Quali sono stati i momenti di maggiore criticità o di particolare successo nella gestione degli eventi giubilari finora?
Direi che ogni evento rappresenta, di per sé, una prova da superare. Le cerimonie liturgiche della Pasqua giubilare, i grandi eventi culturali e sportivi che si sono intersecati con le celebrazioni religiose, e – su un piano distinto ma temporalmente concomitante – l’avvento del nuovo pontefice, Leone XIV, hanno posto sfide operative specifiche.
La maggiore criticità è spesso rappresentata dalla simultaneità degli accadimenti e dalla necessità di garantire l’efficienza dell’intera macchina pubblica senza compromettere la gestione dell’ordinario. In termini di risultati, ritengo vada riconosciuta al sistema la straordinaria capacità di adattarsi, intervenire e gestire anche l’imprevisto, dimostrando un patrimonio di esperienza e professionalità che costituisce un valore aggiunto per l’intero paese.
Dopo questi primi sei mesi, cosa si aspetta dalla seconda metà dell’anno?
Mi aspetto una prosecuzione del nostro impegno su livelli ancora più elevati. Per i prossimi eventi, confido nella nostra sinergia e affiatamento come “Squadra dello Stato”, che per lo Stato agisce al servizio della collettività. Voglio comunque ricordare che, il Giubileo dei Giovani rappresenterà sicuramente un importante banco di prova per l’intero dispositivo di governance: si prevede la partecipazione di diverse centinaia di migliaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo, in un evento che si svolgerà nell’area di Tor Vergata e per il quale si sta già lavorando intensamente, sia sul piano logistico che su quello della sicurezza. Il nostro obiettivo resta semplice ma ambizioso: fare in modo che ogni cittadino e ogni pellegrino, vivendo Roma, possa sentirsi parte di una comunità accogliente, sicura e organizzata. Perché questo è, in definitiva, il senso più profondo del nostro impegno quotidiano.
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