Da ecosistemi in estinzione a causa del cambiamento climatico alla speranza di salvarle grazie ad una nuova tecnologia cinese che permette la riproduzione dei coralli. Quel è il futuro delle barriere coralline?
Proprio in questi giorni in cui si è celebrata la Giornata Mondiale degli Oceani arriva una notizia che dà nuovamente qualche speranza alle barriere coralline. Questi ecosistemi, messi seriamente a dura prova dal cambiamento climatico e dalla acidificazione di mari e oceani, rischiano di scomparire per sempre e con essi la biodiversità che garantiscono. Ora, un team di scienziati cinesi ha scoperto una nuova tecnologia che può favorire la riproduzione dei coralli, una vera e propria svolta per le barriere coralline
Il ruolo fondamentale degli ecosistemi di coralli
Le barriere coralline sono ecosistemi marini di straordinaria bellezza e biodiversità, spesso paragonati a vere e proprie ‘foreste pluviali dell’oceano’. Sebbene coprano meno dello 0,1% della superficie oceanica, ospitano circa il 25% di tutte le specie marine, fungendo da habitat, terreno di riproduzione e fonte di cibo per migliaia di organismi.
Queste strutture sottomarine sono vitali non solo per la vita marina, ma anche per l’uomo. Grazie allo loro biodiversità supportano una quantità incredibile di specie, contribuendo alla salute generale degli oceani. Svolgono un’azione di protezione costiera. Agiscono infatti come barriere naturali, riducendo l’energia delle onde e proteggendo le coste dall’erosione e dagli eventi climatici estremi. Inoltre, rappresentano una risorse economica sostenendo pesca e turismo e offrendo potenziali scoperte farmacologiche.
Una nuova tecnologia cinese per salvare le barriere coralline
Non tutto però sembra perso. Un gruppo di ricercatori marini dell’Università del Guangxi, in Cina, ha fatto una scoperta eccezionale per salvare i coralli. Vicino all’isola di Weizhou, che si trova nella Cina meridionale (nella regione autonoma del Guangxi Zhuang, a 21 gradi di latitudine nord), hanno messo a punto una tecnica innovativa. Questa tecnologia permette di stimolare la riproduzione dei coralli su vasta scala anche in zone che, per la loro latitudine, non sarebbero le più adatte.
Grazie a questa invenzione, è possibile controllare la riproduzione sessuata dei coralli. Si tratta di un progresso importantissimo che potrebbe trasformare l’isola di Weizhou in un vero e proprio rifugio per i coralli, specie sempre più minacciate dai cambiamenti climatici a livello globale.
Come funzione il ripopolamento marino dei coralli
Purtroppo, anche l’isola di Weizhou ha subito un grave deterioramento dei suoi coralli: la loro presenza si è ridotta drasticamente dal 60% negli Anni ’80 a meno del 5% nel 2015. Per questo motivo, sempre nel 2015, il team dell’Università del Guangxi ha avviato un impegnativo progetto per ripristinare queste barriere. Il loro metodo prevedeva di coltivare nuove colonie di corallo in laboratorio, recuperare frammenti di corallo già esistenti dal fondale marino e fissarli su apposite strutture. Successivamente, dei subacquei provvedevano a posizionare con attenzione queste strutture sul fondale.
I risultati ottenuti nella loro area di ripristino di 2.000 metri quadrati sono stati eccezionali: in soli tre anni, la copertura corallina è quadruplicata, raggiungendo il 20%. Fino ad oggi, il team ha installato ben 1.520 barriere artificiali, trapiantato oltre 80.000 colonie di corallo e riportato a nuova vita 30 ettari di barriera corallina.
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