I grandi eventi, di natura religiosa, sportiva o culturale, rappresentano per le città che li ospitano un’arma a doppio taglio. Da un lato, offrono un’occasione irripetibile di visibilità globale, attrattiva turistica e, soprattutto, un’opportunità di investimenti e riqualificazione infrastrutturale. Dall’altro, comportano una serie di disagi inevitabili per i residenti, che si trovano a fronteggiare una quotidianità alterata da cantieri, flussi di persone e misure di sicurezza straordinarie. Roma, in particolare, è un esempio emblematico di questa dicotomia, specialmente quest’anno, con il Giubileo. La Capitale, con la sua storia millenaria e la sua intrinseca vocazione all’accoglienza, è abituata a gestire grandi afflussi, ma il Giubileo rappresenta un evento di portata eccezionale, un vero banco di prova per molti aspetti, che sta portando a una trasformazione profonda. Basti pensare a città come Londra con le Olimpiadi del 2012 o Barcellona con quelle del 1992. In entrambi i casi, gli eventi hanno agito da catalizzatori per una riqualificazione urbana massiccia, lasciando un’eredità di infrastrutture moderne, aree verdi e una rinnovata immagine internazionale. L’Expo di Milano 2015 ha riattivato processi di sviluppo urbano e ha rafforzato la percezione di Milano come città internazionale e dinamica.
A Roma, i “disagi” legati al Giubileo sono evidenti: cantieri disseminati per la città, che generano traffico e rallentamenti, modifiche alla viabilità e una pressione sui trasporti pubblici già sotto stress. Per i romani, abituati a una città già complessa, questo significa un ulteriore carico sulla vita quotidiana: tempi di spostamento più lunghi, difficoltà nel trovare parcheggio e una maggiore congestione in aree nevralgiche. Il ‘Primo piano’ di questo numero è dedicato a un bilancio del primo semestre di questo Anno Santo. È con il sindaco Roberto Gualtieri, il prefetto Lamberto Giannini e il presidente Fipe Roma Sergio Paolantoni che abbiamo voluto tirare una linea per capire cosa è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. È vero, come ha sottolineato Giannini, che la macchina della sicurezza e della gestione dei flussi si è dimostrata “solida e reattiva”, anche di fronte a eventi imprevisti come la morte di papa Francesco. Ed è altrettanto vero, come ha detto Gualtieri, che Roma sta vivendo una “grande stagione di trasformazioni”, con investimenti significativi non solo nel rifacimento di piazze e strade storiche ma anche nell’acquisto di nuovi mezzi di trasporto pubblico, nella riqualificazione delle stazioni della metropolitana e in interventi sulle infrastrutture ambientali, come nuovi parchi e forestazione urbana.
C’è però una terza verità: quella di chi Roma la vive ogni giorno, per lavoro soprattutto, e che non può non mettere sulla bilancia gli inconvenienti spesso quotidiani di chi si muove in macchina, per esempio. Di chi gira a vuoto per ore in cerca di un parcheggio, di chi rinuncia ai mezzi pubblici perché troppo pieni, di chi evita il centro perché ‘non si cammina nemmeno sui marciapiedi’. In tema di ‘verità’ però va anche detto che i sacrifici – non pochi – di questi mesi lasceranno spazio a una eredità duratura con una Roma più moderna, efficiente e vivibile. I grandi eventi sono, senza dubbio, sfide complesse che mettono alla prova la capacità organizzativa di una città. Il Giubileo può diventare una grande occasione per la città e per chi la vive. Sarebbe un peccato lasciarla scappare.
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