Il progetto Parlami d’Amore, che ha unito gli ospiti della residenza “Maria Gaggia Lante” e gli studenti di Belluno, ha trasformato le storie d’amore del passato in un prezioso dialogo per combattere la solitudine e valorizzare la memoria. Un’iniziativa che tesse legami e costruisce comunità, mettendo al centro l’affetto e l’ascolto reciproco.
Amore d’altri tempi
C’è un tempo in cui l’amore si dichiarava con uno sguardo fugace, una lettera nascosta o un corteggiamento discreto. Un tempo che i giovani di oggi faticano a immaginare, ma che rivive con straordinaria intensità nei racconti degli anziani.
A Belluno, questo patrimonio di emozioni è diventato il cuore pulsante di “Parlami d’amore”, un progetto che ha messo in dialogo nonni e nipoti “ideali”, trasformando la memoria in uno strumento di cura e inclusione. L’iniziativa, promossa dall’associazione Isoipse, ha visto la partecipazione attiva della casa di riposo “Maria Gaggia Lante” e ha creato un ponte solido e affettuoso tra generazioni diverse, dimostrando che certi sentimenti non conoscono età.
Il valore della memoria contro la fragilità
In un Veneto che, secondo le proiezioni, vedrà un aumento degli ultra 65enni di oltre il 20% entro il 2033, iniziative come “Parlami d’amore” assumono un’importanza cruciale.
L’amministrazione comunale di Belluno ha sposato con convinzione la filosofia del progetto. Il sindaco, Oscar De Pellegrin, ha sottolineato la necessità di diffondere una cultura capace di accogliere la fragilità come un valore e di promuovere il dialogo intergenerazionale, fonte di autentica ricchezza per l’intera comunità. Gli fa eco l’assessore al sociale, Marco Dal Pont, che ha ribadito come l’obiettivo sia favorire il benessere nella terza età e mantenere attiva l’interazione sociale.
Parlami d’amore: come si sviluppa il progetto a Belluno
Nato alla fine del 2024 grazie a un finanziamento della Regione del Veneto per il welfare culturale, “Parlami d’amore” ha coinvolto circa quaranta anziani, tra ospiti di strutture come la “Maria Gaggia Lante” e membri di associazioni per l’invecchiamento attivo.
A loro si sono uniti sessanta ragazzi delle scuole limitrofe e dei doposcuola, insieme alle loro famiglie. Il catalizzatore di questo incontro è stato il Museo Etnografico Dolomiti, un luogo dove gli oggetti del passato hanno riacceso “la miccia” dei ricordi. Attraverso un percorso sensoriale, fatto di materiali da toccare, profumi da riconoscere e sapori da gustare, le memorie legate a viaggi, matrimoni e alla vita familiare di un tempo sono riaffiorate con forza. Questa metodologia si è rivelata vincente, perché ha permesso di superare le barriere del tempo e della timidezza, facendo emergere racconti preziosi.
Un incontro che accende emozioni e abbatte i muri
All’interno della Rsa, il progetto – gestito dal centro Servizi per Anziani Ser.S.A – si è articolato in due momenti significativi. Prima un incontro con le operatrici del museo, poi il confronto diretto con gli studenti della scuola secondaria di primo grado “S. Ricci” di Belluno. I ragazzi hanno ascoltato con attenzione e rispetto le testimonianze degli anziani, rielaborandole poi in forma creativa. Ne sono nate poesie, disegni e pensieri che sono stati donati agli ospiti della struttura, creando un legame tangibile e commovente.
Le educatrici e le psicologhe presenti hanno raccontato di come il tema dell’amore abbia fatto da filo conduttore, facendo emergere storie di primi sguardi, di anelli di fidanzamento e di una vita matrimoniale spesso condivisa con suoceri e cognati. Un mondo lontano, eppure vicino nelle emozioni.
Un patrimonio di sguardi e parole
Cristina Balest, coordinatrice del progetto per Ser.S.A., ha parlato dell’orgoglio con cui i residenti hanno mostrato i loro album di nozze. Diventate, per l’occasione, fonti inesauribili di aneddoti sussurrati con un pudore che ancora oggi li contraddistingue. Un patrimonio emotivo che si è voluto condividere con i più giovani, non solo per salvarlo dall’oblio, ma anche per scoprire insieme a loro che, nonostante i decenni trascorsi e i cambiamenti sociali, il batticuore di un amore che nasce resta un’emozione universale.
Oltre il racconto
L’esperienza di “Parlami d’amore” non si è conclusa con gli incontri. Tutto il materiale raccolto – interviste, fotografie, poesie e riflessioni – è confluito in un libretto, ora consultabile sia presso la sede di Ser.S.A. che al Museo Etnografico Dolomiti. Materiale diventato non solo archivio, ma testamento vivo che solidifica il legame tra passato e presente. Creando un nuovo legame nel substrato culturale bellunese.
Foto in apertura: uno scorcio del Museo etnografico Bellunese (da Instagram)
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