Un progetto pilota dimostra come l’attenzione all’aspetto fisico e possa migliorare autostima e benessere nelle case di riposo. Il ruolo della medicina estetica nella terza età.
Quando si parla di medicina estetica, spesso si pensa a trattamenti visibili e immediati, come filler o botulino. Eppure, questa disciplina può assumere un significato molto più profondo, soprattutto in età avanzata. È quanto dimostra il progetto “Bellezza senza tempo”, promosso dalla Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) e realizzato presso la casa di riposo Villa Sorriso di Marano sul Panaro, in provincia di Modena.
Il valore della cura di sé nella terza età
Secondo Emanuele Bartoletti, presidente della SIME, la medicina estetica può diventare una vera e propria alleata del benessere psicofisico, soprattutto tra le persone anziane. «Stimolare l’attenzione allo ‘star bene’, anche esteriormente, produce un ringiovanimento sociale», spiega Bartoletti, sottolineando come questo approccio abbia poco a che fare con gli stereotipi legati all’aspetto esteriore. L’obiettivo non è cancellare i segni del tempo, ma rafforzare l’identità e la dignità personale, offrendo strumenti per prendersi cura di sé anche negli anni più fragili. Non si tratta, dunque, di trasformare l’aspetto, ma di recuperare un’immagine positiva di sé stessi, in grado di generare motivazione, partecipazione e autostima.
Il progetto si è sviluppato attraverso attività semplici ma altamente significative. Come racconta Rosanna Catizzone, coordinatrice dell’iniziativa, si è partiti da gesti quotidiani: guardarsi allo specchio, curare l’immagine, rivedersi presenti. Le attività proposte comprendevano momenti di dialogo sul concetto di bellezza, confronto tra la moda del passato e quella contemporanea, ascolto musicale e prove con abiti e accessori. Queste esperienze hanno generato una risposta sorprendente da parte degli ospiti, anche in presenza di patologie e segni evidenti dell’età. Catizzone riferisce che molti anziani hanno mostrato entusiasmo, vitalità e un rinnovato interesse verso se stessi. «L’attenzione all’aspetto fisico, se affrontata con rispetto, può riattivare risorse psicologiche importanti», afferma.
Il benessere nasce dall’ascolto e dalla cura
I risultati di “Bellezza senza tempo” si collegano idealmente agli studi della psicologa americana Ellen Langer, che già negli anni ’80 dimostrò come la percezione soggettiva possa influenzare il benessere fisiologico. Catizzone osserva che non esiste un’età in cui si smetta di sentirsi parte della società: «In un contesto che spesso marginalizza gli anziani, la medicina estetica può diventare una chiave per restituire centralità e dignità». In questo senso, l’esperienza di Villa Sorriso rappresenta una forma autentica di medicina estetica per la terza età, lontana dalle logiche commerciali. Bartoletti sottolinea come il progetto non abbia previsto alcun trattamento estetico invasivo: «Solo l’invito a riconnettersi con se stessi, a riscoprirsi».
Una nuova visione della medicina estetica in terza età
Il successo dell’iniziativa dimostra quanto sia importante promuovere un’idea di medicina estetica che va oltre l’apparenza, ponendosi come strumento di inclusione sociale e valorizzazione della persona. Un precedente studio condotto nella stessa struttura aveva già evidenziato effetti simili: anche l’applicazione di semplici creme dermocosmetiche, selezionate con cura, aveva migliorato umore, motivazione e vitalità. Questo conferma che la cura di se stessi ha ricadute profonde, non solo sul piano fisico, ma anche su quello psicologico e relazionale. «Il benessere nasce dalla cura, dall’attenzione, dall’ascolto», conclude Bartoletti.
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