Dal 1975 a oggi, l’Agenzia Spaziale Europea guida l’esplorazione del cosmo con una visione condivisa tra scienza e tecnologia
Il 30 maggio 1975 segna una tappa fondamentale nella storia europea: dieci Paesi, tra cui l’Italia, firmano a Parigi la convenzione che dà vita all’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Da allora, l’ente è cresciuto fino a includere 23 Stati membri, due associati e uno cooperante. Un ruolo di primo piano nella nascita dell’ESA fu ricoperto dall’Italia, grazie alla visione del fisico Giampietro Puppi, presidente dell’allora ESRO (European Space Research Organisation), che insieme all’ELDO gettò le basi dell’iniziativa.
Dalle origini a oggi: mezzo secolo di progresso
L’idea di una cooperazione spaziale europea era già nell’aria nel 1958, pochi mesi dopo il lancio dello Sputnik 1 da parte dell’Unione Sovietica. Tra i promotori della visione unitaria ci fu l’italiano Edoardo Amaldi, che aveva studiato con Enrico Fermi e fu anche tra i fondatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. L’unione delle agenzie ESRO ed ELDO nel 1975 diede forma a un’unica organizzazione: l’ESA. Da allora, l’Agenzia è diventata un riferimento globale per la ricerca spaziale. Oggi impiega oltre 2.500 persone, con un budget annuale che supera i 7 miliardi di euro. La sede centrale è a Parigi, ma i centri operativi sono sparsi in tutta Europa: da Colonia, dove si addestrano gli astronauti, a Frascati, fino alla base di lancio di Kourou, in Guyana Francese, punto strategico per le missioni spaziali.
I programmi spaziali dell’ESA per un futuro condiviso
Le attività dell’ESA abbracciano ambiti sempre più vasti: esplorazione umana e robotica, osservazione della Terra, navigazione satellitare, sicurezza spaziale e trasporto orbitale. Ma è soprattutto la dimensione civile e ‘pacifica’ dell’uso dello spazio a distinguere l’approccio europeo. L’ESA collabora oggi con le principali agenzie del mondo, inclusa la NASA, nell’ambito del programma Artemis, che punta a riportare l’uomo – e la donna – sulla Luna entro i prossimi anni. In questa corsa al futuro, l’esperienza maturata nel tempo diventa preziosa: le competenze degli ingegneri, dei tecnici e degli scienziati ormai in pensione, sono fondamentali per formare i giovani che guideranno le missioni di domani.
Un tocco d’Italia tra le stelle
L’ESA ha la propria sede centrale a Parigi ma dispone di altre sedi in diversi Paesi europei, ciascuna delle quali ha responsabilità differenti. Tra esse, l’EAC a Colonia, in Germania, dove si addestrano gli astronauti di tutte le nazionalità: da lì sono passati anche Paolo Nespoli, Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano e i due nuovi selezionati Anthea Comellini e Andrea Patassa. In Italia – precisamente a Frascati, vicino Roma – opera l’ ESRIN, il Centro ESA per l’Osservazione della Terra. Anche la moda made in Italy trova spazio tra le stelle. Le nuove polo tech indossate dagli astronauti dell’ESA sono, infatti, frutto della collaborazione tra un’azienda tessile di Chieti specializzata in innovazione tessile e la fashion designer Laura Theiss. Un connubio di tecnologia e creatività che rafforza la presenza dell’Italia nei dettagli meno visibili ma essenziali delle missioni.
Dallo spazio alla vita quotidiana: come l’ESA migliora il presente
I 50 anni dell’ESA rappresentano anche un’occasione per riflettere sul rapporto tra tecnologia e società. L’Agenzia Spaziale Europea, infatti, non si limita a esplorare il cosmo: le sue attività incidono direttamente sulla vita quotidiana di tutti noi. I satelliti dell’ESA monitorano il cambiamento climatico, supportano la navigazione GPS, ottimizzano le previsioni meteo e contribuiscono alla gestione delle emergenze ambientali. Le tecnologie nate per lo spazio trovano applicazione nella medicina, nei trasporti, nella sicurezza e persino nella comunicazione, migliorando concretamente il nostro presente.
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