Il progetto editoriale ‘Treccani 100’ nasce per riavvicinare i più giovani al potere delle parole. Si tratta del primo vocabolario della lingua italiana concepito specificamente per la Generazione Alpha, ovvero i ragazzi tra i 9 e i 18 anni.
Una volta era nelle librerie di ogni famiglia, un oggetto complesso da consultare talvolta ma comunque utile. Poi la rete negli ultimi venti anni almeno ha cambiato completamente il nostro rapporto con questo strumento. Probabilmente il vocabolario è rimasto ad ingiallire e prendere polvere chissà su quale mensola sperduta della casa, sostituito dalla potenza della ricerca sul Web. C’è addirittura un’intera generazione, quella Alpha, che di vocabolari non ha quasi sentito parlare. O che comunque tende ad usarli davvero poco. Come riavvicinarli allora a questo mezzo culturale un’intera generazione che comunica con emoji e messaggi vocali?
‘Treccani 100’, la rivoluzione delle parole
Per riavvicinare i più giovani al potere delle parole l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani propone un’iniziativa all’avanguardia: Treccani 100. Si tratta del primo vocabolario della lingua italiana concepito specificamente per la Generazione Alpha, ovvero i ragazzi tra i 9 e i 18 anni. L’obiettivo di quest’opera è riscoprire la forza educativa, comunicativa e culturale delle parole, presentandole però con un approccio adatto al pubblico giovane.
Il tradizionale dizionario, con le sue definizioni scarne e abbreviazioni difficili, diventa così un ricordo lontano per le generazioni precedenti. Treccani 100, sotto la direzione dei linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, si distingue per un linguaggio descrittivo e accessibile, privo di tecnicismi superflui. È un vocabolario da sfogliare come un libro.
Un vocabolario all’insegna dell’inclusività per i giovani
L’iniziativa prende le mosse da una chiara consapevolezza: i giovani della Generazione Alpha hanno bisogno di approcci e strumenti linguistici che si differenzino da quelli convenzionali. ‘Treccani 100’ è pensato soprattutto per loro, per chi è nato intorno al 2010, pur restando accessibile a tutti. Per abbattere le barriere che hanno allontanato le nuove generazioni dai dizionari tradizionali, si è partiti dalla struttura stessa delle voci. Ogni parola è spiegata in modo da evitare continue ricerche incrociate per comprenderne il significato. Il risultato sono definizioni chiare al primo sguardo, accompagnate da esempi legati alla vita quotidiana.
L’approccio al linguaggio è improntato a una spiccata attenzione all’inclusività. Evidente nella selezione delle parole, negli esempi forniti e persino nella loro disposizione alfabetica. Non c’è alcun privilegio per il genere maschile: termini come “magica” e “magico” o “notaia” e “notaio” compaiono uno accanto all’altro, seguendo rigorosamente l’ordine alfabetico. La rappresentazione delle persone è paritaria, con uomini e donne che svolgono le stesse attività: cucinare, stirare, dirigere, leggere. Un altro aspetto fondamentale è la chiara segnalazione delle parole offensive o discriminatorie. Un gesto che riflette un impegno concreto in termini di responsabilità culturale e civile.
(Foto apertura: Stefano Mazzola / Shutterstock.com)
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