Negli ultimi giorni c’è stata una vera e propria escalation al confine tra Thailandia e Cambogia. Tra i due Paesi, che condividono una frontiera di oltre 800 chilometri, torna a farsi sentire la tensione.
È stato lo stesso primo ministro ad interim della Thailandia, Phumtham Wechayachai, a lanciare l’allarme. Gli scontri transfrontalieri con la Cambogia potrebbero degenerare in un conflitto armato fra i due Stati. Intanto 138.000 sfollati al confine e la ripresa degli attacchi non lasciano ben sperare.
Perché Thailandia e Cambogia si stanno scontrando
I motivi dell’ultima tensione tra Thailandia e Cambogia nascerebbero da fatti accaduti a maggio scorso, quando un soldato cambogiano è morto nel corso di alcuni scontri fra le rispettive truppe. Il tutto è avvenuto in una zona di confine contesa: il cosiddetto “Triangolo di Smeraldo”, un territorio tra Cambogia, Laos e Thailandia. Da lì non è partito solo uno scambio di accuse tra Phnom Penh e Bangkok ma il rafforzamento delle truppe da parte di entrambi al confine.
L’attrito si è intensificato rapidamente, con entrambi i Paesi che hanno adottato misure restrittive e punitive. La Thailandia ha assunto il controllo di diversi posti di confine, imponendo severe restrizioni sui transiti e minacciando persino blackout, inclusi quelli di Internet, per le città cambogiane confinanti. In risposta, Phnom Penh (la capitale della Cambogia) ha bloccato le importazioni di frutta e verdura dalla Thailandia e ha bandito i film thailandesi dal proprio territorio.
Infine, entrambe le nazioni hanno richiamato il proprio personale diplomatico in seguito all’esplosione di mine terrestri. Il 16 luglio, un soldato cambogiano ha perso una gamba a causa di queste esplosioni, e più recentemente, cinque soldati thailandesi sono rimasti feriti, uno in modo grave.
Thailandia-Cambogia, tra i motivi della tensione anche una telefonata
Questa ultima escalation tra Thailandia e Cambogia si inserisce in un contesto già teso, segnato dal cosiddetto “caso Paetongtarn Shinawatra”. La premier thailandese, che ricopre anche la carica di ministro della Cultura, è stata sospesa dal suo incarico di primo ministro dalla Corte Costituzionale. La decisione è arrivata dopo che è stata resa pubblica una controversa telefonata di giugno con il potente capo del Senato cambogiano, Hun Sen. In quella conversazione, Paetongtarn Shinawatra sembrava aver contestato l’operato dell’esercito thailandese nella disputa di confine. Come riportato dal Bangkok Post, la premier sospesa ha “condannato” pubblicamente la Cambogia, accusandola di aver innescato l’escalation. Ha inoltre confermato il suo pieno sostegno al governo e ai militari thailandesi.
Una disputa che risale a oltre cento anni fa
La contesa sui confini tra Thailandia e Cambogia ha radici profonde, risalenti a oltre un secolo fa, frutto delle complesse delimitazioni coloniali. La Cambogia ha tentato di risolvere le dispute territoriali portandole davanti alla Corte Internazionale di Giustizia. Tuttavia, la Thailandia non riconosce la giurisdizione della Corte, sostenendo che alcune aree lungo la frontiera non sono mai state definite con precisione.
I rapporti tra i due Paesi sono stati storicamente un mix di cooperazione e rivalità, culminati in un drammatico scontro nel 2011. Le truppe si affrontarono in un’area vicina all’antico tempio di Preah Vihear, un sito patrimonio dell’Unesco. Quell’episodio causò migliaia di sfollati e un bilancio tragico di almeno venti morti su entrambi i lati del confine.
Sia la Cina che l’Unione Europea hanno espresso profonda preoccupazione per l’escalation delle tensioni tra Thailandia e Cambogia, esortando entrambe alla de-escalation e al dialogo. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha sottolineato come i due Paesi siano “amici della Cina e membri importanti dell’Asean”, invitandoli a “gestire in modo adeguato le divergenze” e assicurando che Pechino “svolgerà un ruolo costruttivo per promuovere la de-escalation”. Parallelamente, un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato che l’Ue è “profondamente preoccupata per l’aumento delle tensioni al confine e dalle notizie di vittime civili”, spronando Thailandia e Cambogia ad “allentare le tensioni e a risolvere le controversie tramite il dialogo e altri mezzi pacifici, in conformità con il diritto internazionale”, in riferimento ai recenti scontri, i più sanguinosi da oltre un decennio.
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