Crisi del potere d’acquisto in Italia: giovani più ottimisti degli over 55, ma tutte le generazioni faticano con l’inflazione
In un’Italia sempre più segnata dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi, emergono approcci generazionali profondamente diversi: razionalità e pessimismo tra gli anziani, emotività moderatamente ottimista negli adulti e speranza nei giovani. L’indagine realizzata dall’istituto Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore fotografa un paese diviso non solo nella capacità di far fronte al carovita, ma anche nella percezione dell’impatto dell’inflazione sul benessere finanziario.
La forbice generazionale dei redditi insufficienti
Il dato complessivo è allarmante: oltre il 60% degli italiani ritiene che il proprio reddito non basti a fronteggiare l’attuale carovita. Analizzando più in profondità la percezione dell’inflazione, emerge una significativa disparità tra fasce d’età. Fra gli over 55, categoria che include anche i pensionati, il 66% lamenta redditi insufficienti rispetto alle spese quotidiane. Il malcontento per l’inadeguatezza dei redditi si attenua nelle generazioni più giovani: nella fascia intermedia la percentuale scende al 59%, mentre tra i più giovani si attesta al 51%. Circa un terzo degli intervistati in ciascuna fascia d’età considera invece adeguata la propria retribuzione rispetto al tenore di vita desiderato. Mostrando come una parte della popolazione riesce ancora a mantenere un equilibrio economico soddisfacente.
Percezione dell’inflazione: differenze generazionali
Particolarmente interessante è come l’inflazione percepita vari significativamente tra le diverse generazioni in Italia. Per quanto riguarda le categorie di spesa considerate “essenziali” – abitazione, utenze domestiche e carburanti – si registrano differenze notevoli: i giovani percepiscono un aumento dei prezzi del 13,6%, mentre gli adulti avvertono un incremento più marcato del carovita, pari al 17,6%. Nel settore alimentare il divario si accentua ulteriormente: gli under 35 rilevano un’inflazione percepita del 9,2%, sensibilmente inferiore rispetto al 13,6% registrato dagli over 55.
Il carovita della sanità per gli anziani
Questa discrepanza si manifesta in quasi tutte le categorie di spesa, raggiungendo il picco massimo nei servizi sanitari, dove i più anziani percepiscono un aumento del 13% contro il modesto 4,8% dei giovani. Differenze sostanziali emergono anche nel comparto delle attività ricreative, spettacoli e cultura: per i giovani l’inflazione percepita è appena dell’1,8%, mentre per i più adulti arriva all’8,4%. Questo fenomeno potrebbe spiegarsi con una maggiore esposizione alla spesa: chi investe più risorse in un determinato settore tende a percepire con maggiore intensità gli aumenti di prezzo.
Comportamenti di consumo differenziati
Le diverse percezioni dell’inflazione influenzano – e sono a loro volta influenzate da – comportamenti di consumo specifici per ciascuna fascia d’età. I costi energetici, ad esempio, pesano significativamente sul bilancio mensile per l’88% degli over 55, mentre questa percentuale scende drasticamente al 58% tra i più giovani. Tale disparità riflette probabilmente le diverse responsabilità familiari: tradizionalmente, sono i genitori o i capifamiglia a farsi carico delle utenze domestiche.
Il carburante: un consumo per tutte le generazioni
Curiosamente, la percezione dell’impatto del costo dei carburanti rimane relativamente uniforme tra le diverse fasce d’età, suggerendo che la mobilità rappresenti una necessità trasversale per tutti gli italiani. Nel settore della ristorazione, invece, assistiamo a un’inversione di tendenza: questi costi incidono maggiormente sul bilancio dei giovani (22%), mentre rappresentano una voce di spesa meno rilevante per gli adulti (16%). Analogamente, l’abbigliamento viene considerato altamente impattante dal 19% degli under 35, contro appena il 10% degli over 55, riflettendo diverse priorità di consumo e stili di vita.
Redditi insufficienti: generazioni a confronto
Lo studio evidenzia anche atteggiamenti differenti rispetto all’andamento dell’inflazione futura. Gli over 55, più preoccupati dall’insufficienza dei redditi, prevedono ulteriori rincari in tutte le categorie di spesa. Gli adulti si mostrano più prudenti ma moderatamente ottimisti riguardo all’andamento dei prezzi. I giovani, invece, manifestano una percezione dell’inflazione futura decisamente più positiva. Tanto da ritenere che numerose voci di spesa potrebbero rimanere stabili nei prossimi sei mesi nonostante il carovita attuale. Anche l’analisi delle possibili cause dei rincari rivela sensibilità generazionali diverse. L’82% degli anziani teme un impatto negativo dalle tensioni sui mercati finanziari, contro il 67% dei giovani. Similmente, sulla questione dei dazi internazionali, il 61% degli over 55 ritiene che possano causare un aumento dell’inflazione, mentre questa preoccupazione è condivisa solo dal 51% dei più giovani.
Inflazione e redditi: un paese, tre prospettive
L’indagine di Noto Sondaggi disegna quindi il profilo di un’Italia a tre velocità di fronte al carovita. Gli anziani, con redditi spesso insufficienti e pessimisti sull’inflazione futura; la generazione di mezzo, che affronta le difficoltà economiche con un cauto ottimismo; e i giovani, che nonostante l’inadeguatezza dei redditi attuali mantengono una visione più speranzosa dell’andamento dei prezzi nel futuro. Questa frammentazione generazionale nella percezione economica rappresenta una sfida per le politiche sociali ed economiche del paese, che devono tenere conto di esigenze e visioni profondamente diverse per costruire un futuro di maggiore equità intergenerazionale. Le diverse percezioni dell’inflazione e dell’adeguatezza dei redditi non sono solo questioni economiche. Riflettono anche modi diversi di vivere e interpretare la realtà, influenzati dall’esperienza, dalle responsabilità familiari e dalle prospettive di sviluppo personale e professionale proprie di ciascuna fase della vita.
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