Dopo lo stop ai visti stranieri ad Harvard, Trump lancia un divieto di ingresso negli Stati Uniti a 12 Paesi. Quali vengono colpiti dal nuovo travel ban e perché.
Non è solo la ‘dissidente’ Harvard sotto attacco di Donald Trump. Qualche tempo fa, per il prestigioso ateneo, il presidente degli Stati Uniti ha attivato lo stop ai visti per gli studenti stranieri, ora invece, lancia un nuovo divieto di ingresso – un travel ban – nei confronti di 12 Paesi.
Chi sono gli Stati con il divieto di ingresso negli Stati Uniti
I Paesi interessati sono Afghanistan, Ciad, Myanmar, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. Come ha già riferito la Casa Bianca l’ordine entra in vigore il 9 giugno. Ma non è tutto. Il tycoon ha deciso di limitare parzialmente l’ingresso anche ai cittadini – sia migranti che non migranti – di altri sette Paesi: Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
Perché Trump ha deciso un nuovo divieto d’ingresso negli Stati Uniti
In un videomessaggio Trump ha dichiarato di aver deciso il divieto di ingresso negli Usa da 12 Paesi a seguito dell’attacco anti-semita a Boulder, in Colorado, in cui sono rimaste ferite 12 persone durante un’iniziativa della comunità ebraica a sostegno degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Sotto accusa c’è Mohamed Sabry Soliman, cittadino egiziano, e in queste ore un giudice ha stabilito di bloccare momentaneamente i provvedimenti di espulsione emessi contro moglie e figli dell’uomo. L’Egitto, Paese d’origine dell’attentatore, non è incluso nella black list.
Cosa cambia dal ‘Muslim ban’ del 2017
Rispetto al travel ban del 2017 qualcosa è cambiato con la seconda Amministrazione Trump. Se oggi in nome della “sicurezza” il tycoon ha deciso di colpire 12 Paesi, nel 2017 ne furono 7 i Paesi e a maggioranza islamica. Tanto che qualcuno lo soprannominò ‘Muslim ban’. A finire nel mirino delle disposizioni iniziali, valide per 90 giorni, furono all’epoca Iran, Iraq, Siria, Yemen, Somalia, Sudan e Libia. Successivamente l’Iraq fu tolto dall’elenco, poi da una terza versione anche il Sudan. Vennero aggiunti Ciad, Corea del Nord e anche il Venezuela ma solo per alcune categorie di persone. Nel 2020 fu il turno di Eritrea, Kirghizistan, Myanmar, Nigeria, Sudan e Tanzania. Rispetto al 2017 non c’è un termine indicato chiaramente per la fine delle disposizioni del nuovo travel ban.
Perché le restrizioni Paese per Paese
Per alcuni Paesi come la Repubblica del Congo la motivazione è la percentuale di persone che si trattengono negli Stati Uniti oltre la scadenza del visto. Cuba e Iran sono accusati di essere “sponsor del terrorismo”. In Libia, invece, nel caos dalla fine dell’era Gheddafi nel 2011, viene denunciata una “storica presenza del terrorismo” e l’assenza “di un’autorità centrale competente o collaborativa per il rilascio di passaporti e documenti”. La Somalia è indicata come “rifugio sicuro per i terroristi”. Da Haiti, dice la Casa Bianca, sono arrivati negli Usa durante la presidenza Biden “centinaia di migliaia” di persone in modo “illegale”. In molti dei Paesi colpiti sono in corso conflitti.
Le eccezioni per sfuggire al nuovo divieto di ingresso negli Stati Uniti sono davvero poche. Sono esclusi, ad esempio, gli atleti in viaggio per importanti competizioni sportive.
(Foto apertura: Joshua Sukoff / Shutterstock.com)
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