Quest’anno la Festa della Mamma cade l’11 maggio. Una giornata speciale, un momento per riflettere sul ruolo insostituibile delle madri. Ma anche per ricordare che la maternità ha bisogno di essere sostenuta e tutelata. In occasione della Festa la Regione Lazio ha firmato il Manifesto per la Mamma 2025.
Del ruolo della maternità nella nostra società, del suo futuro e della sua importanza non si parla a sufficienza. Forse perché siamo ormai entrati a pieno regime nella dimensione di un Paese a crescita demografica zero. O forse perché, troppo spesso, si dimentica o si dà per scontata l’importanza di una figura centrale nello sviluppo e nella crescita di ogni individuo.
Del valore, delle difficoltà e delle prospettive future della figura materna nella società di oggi si è parlato in “Essere Mamme Oggi: Diritti, Sfide e Impegni per il Futuro”, conferenza promossa dall’Osservatorio per la Vita e la Natalità in collaborazione con la Regione Lazio. L’evento si è svolto nella Sala Tevere della Regione, moderato dalla giornalista Rai Vira Carbone. A confrontarsi tra loro rappresentanti istituzionali, esperti del settore socio-sanitario, volti noti del mondo dello spettacolo e testimoni dirette della maternità.
Festa della Mamma, un manifesto sul futuro della maternità
Aprendo i lavori, l’assessore regionale alla Famiglia Simona Renata Baldassarre ha affermato: “Sostenere la maternità significa investire nella crescita e nella coesione della nostra società. La Regione Lazio continuerà a garantire ascolto e azioni concrete in favore delle famiglie”. Donatella Possemato, presidente dell’Osservatorio, ha aggiunto che “è giunto il tempo di riconoscere pienamente la centralità sociale della maternità. Il Manifesto per la Mamma 2025 nasce per questo: fissare un impegno comune, non solo simbolico, ma operativo”.
Tra i numerosi interventi l’eurodeputata Susanna Ceccardi, secondo cui “una società che sostiene le madri è una società che crede nel futuro. Le istituzioni europee devono fare la loro parte”. Il neuropsichiatra Francesco Montecchi poi ha messo in luce il legame tra maternità e salute mentale: “Occorre prendersi cura della salute emotiva delle madri, troppo spesso trascurata nei percorsi sanitari ordinari”.
Dalla retorica ai fatti, un impegno concreto per tutelare le madri
A ridosso della Festa, la conferenza si è conclusa con la firma del “Manifesto per la Mamma 2025”, un documento condiviso da rappresentanti istituzionali, società civile e professionisti, e che raccoglie l’impegno per la promozione di una società più giusta, accogliente e solidale verso la maternità. Il Manifesto intende essere una base di lavoro per azioni legislative, culturali e sociali future, ponendo al centro la madre come pilastro della coesione comunitaria. Nel suo videomessaggio, il ministro per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ne ha sottolineato l’importanza: “Il Manifesto per la Mamma 2025 è una dichiarazione d’intenti ma anche una chiamata all’azione per tutte le istituzioni. Dobbiamo passare dalla retorica ai fatti”.
Momenti emozionanti sono stati offerti dalle testimonianze personali di Maria Grazia Cucinotta e Samanta Togni, che hanno raccontato le proprie esperienze di maternità tra carriera e responsabilità. Martina Bruscagnin (Vivere Onlus) e la professoressa Maria Antonietta Aloe Spiriti hanno infine portato un contributo dal mondo associativo e medico, richiamando l’urgenza di politiche sanitarie integrate e inclusive.
Festa della Mamma, perché una volta si festeggiava l’8 maggio
La storia della Festa della Mamma affonda le sue radici in celebrazioni molto antiche legate alla fertilità e alle figure materne divine. Nell’antica Grecia si onorava Rea, madre degli dei, mentre i Romani celebravano le Matronalia in onore delle matrone e della dea Cibele. Con l’avvento del Cristianesimo, la figura di Maria, madre di Gesù, assunse un’importanza centrale, e maggio divenne il mese mariano.
Tuttavia, la Festa della Mamma come la conosciamo oggi ha origini più recenti e si lega soprattutto agli Stati Uniti. Nel XIX secolo, diverse figure si distinsero per promuovere l’idea di una giornata dedicata alle madri. Tra queste, Ann Reeves Jarvis organizzò delle “Giornate dell’Amicizia tra Madri” per promuovere la pace dopo la Guerra Civile Americana, e la poetessa Julia Ward Howe nel 1870 lanciò un appello per una “Giornata della Madre per la Pace”. La figura chiave per l’istituzione ufficiale della festa fu però la figlia di Ann Reeves Jarvis, Anna Jarvis. Dopo la morte della madre nel 1905, Anna si dedicò con tenacia a promuovere una giornata nazionale in onore di tutte le madri. Il suo desiderio era di riconoscere il ruolo fondamentale che le madri svolgono nella vita dei propri figli e nella società.
Grazie alla sua campagna, nel 1914 il presidente americano Woodrow Wilson proclamò ufficialmente la seconda domenica di maggio come il “Mother’s Day”, una festa nazionale dedicata a tutte le madri. Anna Jarvis scelse come simbolo della festa il garofano bianco, il fiore preferito di sua madre.
Paradossalmente, negli anni successivi Anna Jarvis si batté con forza contro la commercializzazione della festa, ritenendo che il suo significato originario di celebrazione sincera e personale stesse venendo distorto dall’industria dei regali e dei fiori.
In Italia, la Festa della Mamma iniziò a diffondersi intorno alla metà degli anni ’50. Ci furono diverse iniziative, sia a carattere commerciale che religioso. Una delle prime celebrazioni si tenne ad Assisi nel 1956 per iniziativa di don Otello Migliosi, che volle dare alla festa un significato più spirituale e di valorizzazione della figura materna cristiana. Successivamente, la festa si radicò nel costume italiano, venendo celebrata anch’essa la seconda domenica di maggio, seguendo l’esempio americano.
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