Alle 20.30 di oggi, 22 settembre, ci lasciamo alle spalle l’estate con l’equinozio, almeno dal punto di vista astronomico. Quest’anno l’ingresso è spostato. La data infatti può subire della variazioni legate alla durata dell’anno solare.
Dal caldo non si direbbe a causa delle temperature anomale, ma questa sera alle 20.30 entreremo ufficialmente nell’autunno con l’equinozio. Almeno dal punto di vista astronomico si entra nella nuova stagione.
Perché la data dell’equinozio d’autunno può variare
Molti, ancora oggi, persano che la data dell’equinozio d’autunno sia fissa, ma non è così. Non cade sempre 21 settembre, ma può cadere in un lasso di tempo che va da quel giorno al 24 dello stesso mese. Questo perché l’anno solare (il tempo che la Terra impiega per compiere un’orbita completa intorno al Sole) non dura esattamente 365 giorni. La sua durata precisa è di circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
Questa differenza accumula un ritardo di quasi sei ore ogni anno, causando uno slittamento progressivo della data e dell’ora dell’equinozio. Per compensare il divario, il calendario gregoriano introduce un anno bisestile di 366 giorni ogni quattro anni. Questo giorno extra riallinea il calendario con il ciclo astronomico, ma non in modo perfetto, il che spiega perché la data esatta dell’equinozio continua a variare, oscillando generalmente tra il 22 e il 23 settembre.
Dal Giappone all’Europa, i festeggiamenti per il mondo
Il giorno dell’equinozio d’autunno è celebrato in diverse culture con riti e festeggiamenti che uniscono tradizioni antiche e simbolismi legati alla natura e al passaggio delle stagioni. In Giappone, ad esempio, si celebra lo Shūbun no Hi, una festa nazionale che unisce l’onore per gli antenati con la gratitudine per il raccolto. Le persone visitano le tombe di famiglia e offrono fiori e incenso, in un periodo chiamato Higan, che significa “l’altra sponda”, in riferimento all’aldilà. In Lituania, specialmente a Vilnius, l’equinozio è celebrato con il “Festival delle Ombre”. Migliaia di candele e installazioni artistiche illuminano il fiume Neris per dare il benvenuto all’autunno. Anche se l’equinozio non produce “ombre” nel senso di quelle allungate del solstizio, la celebrazione gioca proprio sul contrasto tra luce e oscurità che si bilanciano in questo giorno.
Altre testimonianze ci arrivano dal passato. In Perù e Messico, le antiche civiltà inca e maya collegavano l’equinozio ai loro luoghi sacri. A Machu Picchu (Perù) e Chichén Itzá (Messico), durante gli equinozi si possono osservare precisi giochi di luce e ombra sulle piramidi. In particolare, a Chichén Itzá, la scalinata del tempio di Kukulkán, o El Castillo, proietta l’ombra di un serpente piumato che sembra scendere gradino dopo gradino, attirando migliaia di turisti.
A Stonehenge, nel Regno Unito, gli equinozi sono occasioni importanti per raduni di pagani, druidi e semplici visitatori che celebrano il passaggio delle stagioni in uno dei siti preistorici più misteriosi del mondo. Al tramonto, il sole si allinea perfettamente con la Heel Stone, un fenomeno che testimonia la profonda conoscenza astronomica dei costruttori di questo sito.
Cosa vuol dire ‘equinozio’
La parola equinozio deriva dal latino aequa nox, ovvero “notte uguale”. Descrive il momento in cui la durata del giorno e della notte si equivalgono in quasi ogni angolo del pianeta. Questo accade perché il Sole attraversa l’equatore celeste, passando dall’emisfero boreale a quello australe. Quindi si avranno dodici ore esatte di buio e di luce.
L’alternanza giorno/notte è dovuta alla rotazione della Terra su se stessa. L’asse di rotazione del nostro pianeta è inclinato di circa 23,27 gradi rispetto al piano della sua orbita intorno al Sole. È questa inclinazione la causa principale delle stagioni: a seconda del momento dell’anno, un emisfero è più esposto ai raggi solari, e di conseguenza è più caldo, mentre l’altro riceve meno luce, risultando più freddo.
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