Il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi in un nuovo docufilm realizzato da suoi familiari e presentato al Giffoni Film Festival.
In un caldo pomeriggio del 22 giugno 1983 la 15enne Emanuela Orlandi esce di casa per recarsi a una lezione di musica presso la scuola Ludovico da Victoria, in Piazza di Sant’Apollinare a Roma. Le lezioni si tenevano di solito dalle 16:00 alle 19:00. L’ultimo contatto telefonico con la famiglia avviene intorno alle 18:50, quando Emanuela chiama a casa per parlare con la sorella Federica di una proposta di lavoro ricevuta da uno sconosciuto per fare volantinaggio per un’azienda di cosmetici.
Da quel momento un vuoto lungo 42 anni avvolge la famiglia Orlandi. Quella di Emanuela è forse una delle storie più complesse del nostro Paese in cui la scomparsa di un’adolescente finisce, direttamente o indirettamente, per collegarsi a fatti di cronaca, personaggi, rilevanti questioni geopolitiche e persino un attentato a Giovanni Paolo II. Ma la verità, alla fine, qual è? Forse l’unica a rimanere in piedi è l’estenuante ricerca dei sui familiari che, in tutti questi anni, non hanno perso la pazienza e hanno tenuto alta l’attenzione sulla scomparsa.
“42”, un docufilm corale sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
“Non bisogna mai accettare passivamente un’ingiustizia. Piccola o grande che sia, va sempre combattuta”. Pietro Orlandi ha usato queste parole per aprire il suo incontro con i ragazzi, tra i 18 e i 30 anni, della sezione Impact! del Giffoni Film Festival. Qui ha presentato il docufilm animato “42”, dedicato alla sorella Emanuela Orlandi, scomparsa proprio 42 anni fa in circostanze mai chiarite. Con lui erano presenti le figlie Elettra e Rebecca.
Il docufilm è prodotto da Alessandra De Vita e ha visto la regia di Elettra Orlandi e l’assistenza alla regia di Rebecca Orlandi, figlie di Pietro. Non siamo dinanzi ad un prodotto di inchiesta ma ad un’opera “familiare”, costruita attorno al concetto di tempo. Un tempo che, come ha ricordato Orlandi, “è stato il nostro nemico più grande, un ladro che ci ha tolto serenità”.
“Emanuela non sarà dimenticata”: Orlandi tra disillusione e speranza
“Ci sono tre inchieste aperte, una Vaticana, una della Procura di Roma e una della Commissione Parlamentare”, ha ricordato Pietro Orlandi durante la presentazione di “42”. Una fiducia ridotta ai minimi termini, in particolare sull’indagine vaticana, che teme sia dettata più da ragioni mediatiche che da una reale volontà di fare luce. Ha parlato poi di un persistente clima di silenzio e mancanza di umanità da parte di chi sa ma continua a tacere.
Il fratella di Emanuela Orlandi ha ricordato con emozione il suo primo incontro con Papa Francesco, che gli disse “Emanuela sta in cielo”, suscitando una speranza iniziale poi delusa dal successivo stallo delle indagini e dalla mancanza di un ricordo pubblico da parte del Pontefice nell’anniversario della scomparsa. Nonostante le delusioni, ha ribadito la sua incrollabile convinzione che la verità verrà a galla, affermando che “questa storia non sarà dimenticata” e che il sacrificio di Emanuela non sarà vano, pur restando cauto in attesa di “gesti concreti” da parte del nuovo Papa, confidando nel suo dichiarato impegno per pace, verità e giustizia.
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