Crescono i casi di West Nile a causa del cambiamento climatico. Quali sono i sintomi e come comportarsi nel caso in cui si contragga il virus.
I casi confermati di infezione da West Nile Virus nella provincia di Latina sono sette. Purtroppo, tra questi, si registra anche il decesso di una donna di 82 anni nella provincia, avvenuto all’ospedale di Fondi. Due dei casi in provincia di Latina, invece, si trovano in condizioni critiche con sintomi neurologici e sono ricoverati all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Altri quattro pazienti sono in fase di miglioramento. I casi nel Lazio di West Nile fanno scalpore soprattutto perché autoctoni, non importati, magari dopo una permanenza turistica.
Come viene trasmesso il virus West Nile
Il virus West Nile, come spiegano gli esperti, è primariamente trasmesso da zanzare che sono attive di notte, in particolare la specie Culex pipiens. Queste zanzare sono diffuse anche nel Centro-Sud Italia. La presenza del virus è confermata dalla rilevazione di uccelli infetti, che fungono da principale “serbatoio” per il patogeno. Questo spiega perché la comparsa di casi umani autoctoni – ovvero contratti localmente – non è sorprendente.
È previsto un aumento dei casi man mano che la stagione estiva avanza. Già a giugno si sono registrate le prime infezioni nel Nord Italia, specialmente nel Nord-Est. Per dare un’idea della diffusione, l’anno scorso l’Italia ha superato i 450 casi confermati di West Nile, inclusi diversi decessi. Negli ultimi anni, il numero di diagnosi si è attestato intorno ai 400 casi, con un picco concentrato nei mesi di luglio e agosto, e una coda di casi a settembre.
Come comportarsi con il West Nile, un virus in espansione
Negli ultimi anni, come indicano i vari rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), si è osservata una tendenza all’aumento dei casi di arbovirosi. Questa espansione, che include il West Nile e il virus Usutu, ha portato all’implementazione di specifici piani di monitoraggio. Alla base ci sono diversi fattori, primo fra tutti il cambiamento climatico.
Temperature più elevate e inverni miti favoriscono la sopravvivenza della zanzara Culex pipiens, il principale vettore del West Nile. Queste condizioni accelerano il ciclo riproduttivo delle zanzare, portando a popolazioni più numerose e a una stagione di trasmissione più lunga. Ma anche la crescente presenza degli uccelli – che sono il serbatoio del virus – negli ambienti urbani potrebbe contribuire a questo trend. Tuttavia, i fattori che influenzano l’aumento delle arbovirosi sono molteplici e complessi.
Vediamo come comportarsi con il virus West Nile. Per proteggersi efficacemente bisogna adottare semplici ma importanti precauzioni, specialmente nelle ore serali e notturne quando le zanzare sono più attive. È fondamentale: utilizzare repellenti cutanei sulle parti esposte del corpo; indossare abiti protettivi, come maglie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, per ridurre al minimo le aree scopate; evitare l’esposizione alle punture nelle zone dove la circolazione del virus è nota. Cruciale anche adottare altre misure come installare zanzariere alle finestre e svuota regolarmente ogni contenitore con acqua stagnante, inclusi vasi di fiori e sottovasi. Ricordarsi poi di cambiare spesso l’acqua nelle ciotole degli animali e di mettere in verticale le piscinette per bambini quando non utilizzate.
Che sintomi ha il virus
Il virus West Nile spesso non causa sintomi (80% dei casi). Nel 20% dei contagi si manifesta con una febbre lieve (simil-influenzale, con mal di testa, dolori e stanchezza) che dura pochi giorni. Meno dell’1% delle persone sviluppa la forma più grave, la malattia neuro-invasiva, che può causare encefalite o meningite, con sintomi come febbre alta, forte mal di testa, rigidità del collo, confusione, debolezza muscolare o convulsioni. Questa forma grave colpisce maggiormente anziani e immunodepressi e può avere conseguenze permanenti o, nei casi più seri, essere fatale.
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