Secondo i dati in nostro possesso quasi una persona su due, a livello mondiale, ha atteggiamenti discriminatori verso le persone anziane. Le conseguenze possono essere gravi e di vasta portata sia per la salute che per il benessere degli individui. Anche a livello economico, inoltre, l’ageismo può avere un costo enorme per la società. L’Oms ha realizzato la WHO Ageism Scale per misurarlo.
AWorld4AllAges – ‘Un mondo per tutte le età’ -: è questo il nome della campagna promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per combattere l’ageismo, ovvero tutti quegli stereotipi, pregiudizi e discriminazioni che prendono di mira l’età.
Come suggerisce l’Oms stessa l’ageismo deforma ogni aspetto del nostro essere in relazione con gli altri: dal modo di pensare a quello di sentire, passando per l’agire. Può manifestarsi in varie forme, tra cui l’ageismo istituzionale, interpersonale e autodiretto, e può colpire tutte le fasce d’età. Sebbene la maggior parte di ciò che sappiamo sull’ageismo riguardi quello nei confronti delle persone anziane.
Quasi una persona su due discrimina le persone anziane
A livello mondiale, l’ageismo risulta essere fin troppo diffuso. I dati ci suggeriscono che quasi una persona su due ha atteggiamenti discriminatori verso gli anziani. Si tratta di una situazione le cui conseguenze possono rivelarsi gravi e di vasta portata per la salute e il benessere delle persone. Senza contare che le analisi economiche mostrano che l’ageismo può avere un costo enorme per la società.
Oms, con la WHO Ageism Scale si può misurare l’ageismo
Nonostante la portata e le conseguenze dannose riscontrate, il Rapporto Globale delle Nazioni Unite sull’ageismo ha rilevato l’assenza di un sistema in grado di ‘misurare’ l’ageismo. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pensato alla realizzazione di una ‘scala’ completa e psicometricamente solida, utilizzabile in tutte le fasce d’età e in tutti i contesti culturali.
Si tratta della WHO Ageism Scale e l’Oms l’ha sviluppata in risposta a questa crescente esigenza, per misurare sia le esperienze di ageismo degli individui sia l’ageismo delle persone nei confronti degli anziani.
Prima della sua realizzazione non esisteva un sistema di misurazione adeguato per valutare i livelli di ageismo a livello mondiale. Era quindi necessaria per contribuire a evidenziare la prevalenza dell’ageismo, valutandone i fattori di rischio/protezione e l’efficacia degli interventi.
Che cose la WHO Ageism Scale e come funziona
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato ufficialmente la WHO Ageism Scale il 28 aprile scorso, durante un webinar dedicato. Si tratta quindi di un nuovo strumento progettato per misurare i livelli di ageismo a livello globale.
Il suo obiettivo principale è monitorare la diffusione dell’ageismo in diverse nazioni, comprenderne le cause e le conseguenze, valutare l’efficacia degli interventi volti a ridurlo. La scala adotta un approccio multidimensionale per valutare l’ageismo. Considera ovvero sia le esperienze di chi lo subisce sia gli atteggiamenti di chi lo perpetra. Comprende infatti due strumenti principali: la WHO Ageism Experiences Scale che misura le esperienze individuali di ageismo (auto-diretto, interpersonale e istituzionale); la WHO Ageism Towards Older Persons Scale, che valuta gli atteggiamenti e le credenze negative nei confronti delle persone anziane.
La scala è stata progettata per produrre punteggi validi e affidabili in diversi contesti culturali e nazionali, permettendo confronti tra Paesi. Inoltre, è disponibile in diverse lingue delle Nazioni Unite (arabo, cinese, inglese, francese, russo, spagnolo) e sono in corso validazioni in ulteriori lingue. Dispone persino di un manuale e guida per l’utente che forniscono indicazioni pratiche sull’introduzione, la somministrazione, la valutazione e l’interpretazione della scala. Il manuale include anche indicazioni specifiche su come tradurre e validare la scala in diverse lingue e suggerisce contesti in cui la scala potrebbe essere utilizzata al meglio.
In sintesi, la WHO Ageism Scale rappresenta un passo avanti significativo nello sforzo globale per combattere l’ageismo, fornendo uno strumento standardizzato per misurarne la portata e monitorare i progressi degli interventi.
50&Più e la Carta di Napoli: contro l’ageismo nel linguaggio e nei media
A gennaio scorso l’Associazione 50&Più Confcommercio ha presentato presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti della Campania la ‘Carta di Napoli‘, il primo protocollo in Italia creato per combattere l’ageismo e la discriminazione verso gli anziani attraverso la stampa.
Il documento fornisce linee guida ai media per promuovere il rispetto, la dignità e l’inclusione delle persone anziane nei mezzi di comunicazione, invitando ad evitare un linguaggio paternalistico o pietistico sui media. La redazione della Carta di Napoli costituisce un passo molto importante in un Paese come il nostro, con un’alta percentuale di popolazione anziana. Evidenzia, in particolare, l’impegno contro l’ageismo e la disinformazione della 50&Più.
(Foto apertura: Richard Juilliart / Shutterstock.com)
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