Secondo l’Inps un numero sempre maggiore di senior sceglie di trascorrere la terza età fuori dai confini nazionali. Un fenomeno che non riguarda più solo chi cerca nella pensione un costo della vita più basso, ma anche chi, con assegni più sostanziosi, punta a un benessere maggiore e a regimi fiscali più leggeri.
Gli ultimi dati Inps
Un esodo silenzioso ma costante, che ridisegna la mappa della terza età per migliaia di cittadini italiani. I dati dell’ultimo rapporto Inps descrivono un quadro inequivocabile: sono oltre 228.000 i pensionati che hanno scelto di vivere oltre confine, un flusso che, superata la stasi degli anni pandemici, ha ripreso vigore. A colpire è soprattutto il ritmo di questa crescita.
In dieci anni, l’incidenza di chi emigra una volta raggiunta la pensione è triplicata, passando da 10 a 33 ogni 100.000 pensionati. A questo dato si aggiungono le statistiche fornite a inizio 2025 sempre dall’Inps, che parlano di oltre 310.000 pagamenti di pensioni effettuati in 160 paesi per un volume totale di circa 1,6 miliardi di euro nel solo 2023.
Numeri che non rappresentano solo statistiche, ma scelte di vita profonde, dettate da un insieme complesso di motivazioni economiche, sociali e personali. Un’analisi più approfondita rivela infatti un cambiamento significativo nel profilo di chi parte.
Il nuovo volto dei pensionati italiani all’estero
Se un tempo l’immaginario collettivo associava il pensionato espatriato a chi, con un assegno modesto, cercava un potere d’acquisto maggiore in nazioni dal costo della vita più contenuto, oggi lo scenario è più variegato.
La vera novità, evidenziata dai rapporti più recenti, è l’aumento di partenze tra i pensionati con redditi elevati. Ben il 45% di chi sceglie di trasferirsi percepisce un assegno superiore ai 5.000 euro mensili. Per questa categoria, la motivazione non è più la mera sopravvivenza economica, quanto piuttosto l’ottimizzazione della propria condizione. Si cercano una migliore qualità della vita, servizi più efficienti e, soprattutto, regimi fiscali più vantaggiosi che permettano di massimizzare il valore della propria pensione. La vicinanza culturale, un clima mite e la presenza di comunità italiane già consolidate rimangono fattori di attrazione importanti, ma è il mix tra benessere e convenienza fiscale a guidare le decisioni più recenti, delineando una vera e propria “fuga dorata”.
La classifica delle mete
La penisola iberica si conferma il “sogno proibito” di molti pensionati italiani. La Spagna guida la classifica delle destinazioni più ambite, grazie a un mix irresistibile di clima favorevole, un sistema sanitario accessibile e una prossimità culturale che facilita enormemente l’integrazione.
Subito dopo si piazza il Portogallo, che per anni ha attirato grazie a un regime fiscale estremamente vantaggioso per i pensionati stranieri, sebbene di recente il governo abbia introdotto alcune modifiche, come una flat tax al 10%, che potrebbero ridimensionarne l’appeal futuro. Completano la top five delle mete europee la Svizzera, la Francia e la Germania, destinazioni storiche che continuano a esercitare un forte richiamo. Tuttavia, lo sguardo dei pensionati si sta spingendo anche verso nuovi orizzonti. Tra le new entry più interessanti spiccano la Tunisia, che attrae per un costo della vita decisamente basso e condizioni fiscali favorevoli, e l’Albania, scelta per la sua vicinanza geografica e la convenienza economica.
Un fenomeno che parla anche dell’Italia
Secondo l’Inps, dietro la scelta di trasferirsi non c’è solo il fascino dell’estero, ma anche un tacito commento sulla situazione in Italia. La crescente pressione fiscale, un costo della vita percepito come elevato a fronte di servizi non sempre all’altezza e una burocrazia spesso complessa spingono molti a cercare altrove un equilibrio più favorevole.
Inoltre, è interessante notare come il fenomeno – che in questo caso analizza i senior – si intrecci con quello dell’emigrazione giovanile. Spesso, infatti, la scelta di un genitore pensionato di trasferirsi è legata alla volontà di raggiungere i figli che hanno già trovato lavoro e stabilità in un altro paese.
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