L’ultimo è stato Justin Timberlake, ma prima di lui anche altri personaggi famosi hanno rivelato di averla contratta. Dalla popstar Justin Bieber alla modella Bella Hadid, dalla cantante Avril Lavigne agli attori Richard Gere e Ben Stiller, sino ad arrivare alla nostra presentatrice Victoria Cabello. In arrivo un nuovo test realizzato tramite l’Intelligenza Artificiale.
Justin Timberlake è l’ultima vittima della malattia di Lyme, subdola, spesso non diagnosticata immediatamente ma che può portare a danni seri. Nota anche come borreliosi, la malattia di Lyme è un’infezione batterica trasmessa all’uomo attraverso il morso di zecche infette, in particolare quelle del genere Ixodes.
Sintomi e cause: Malattia di Lyme, come riconoscerla
Si chiama Borrelia burgdorferi ed è il batterio responsabile della malattia di Lyme. La zecca ne è infetta poiché si nutre del sangue di animali portatori come roditori e cervi. Lo trasmette quindi all’uomo con la successiva puntura. C’è da dire però che non tutte le zecche sono portatrici e che non tutte le persone morse da una zecca infetta sviluppano la malattia.
I sintomi possono variare notevolmente e si manifestano in diverse fasi. C’è una fase precoce che si presenta in genere da 1 a 28 giorni dopo la puntura. Il segno più caratteristico è un’eruzione cutanea a forma di “occhio di bue” chiamata eritema migrante. Questa lesione, che può essere grande e espandersi lentamente, appare nel punto del morso, spesso schiarendosi al centro. Possono comparire anche sintomi simil-influenzali come febbre, brividi, affaticamento, mal di testa e dolori muscolari e articolari.
Se non trattata, l’infezione può diffondersi in altre parti del corpo ed entrare in una seconda fase. In tal caso produce problemi a sistema nervoso, cuore e articolazioni. I sintomi possono includere forti dolori articolari (artrite), disturbi neurologici come paralisi facciale (paralisi di Bell), meningite, e problemi cardiaci come aritmie. C’è persino una fase tardiva che si può presentare a distanza di mesi se non di anni dalla puntura iniziale. Possono manifestarsi sintomi cronici e persistenti. Questi includono artrite cronica, disturbi neurologici (encefalopatia, neuropatia periferica) e problemi cutanei (acrodermatite cronica atrofizzante).
Intelligenza Artificiale, una nuova alleata contro il morso delle zecche
La tecnologia sembra rappresentare una possibile soluzione in questo scenario. Può scoprire l’infezione in fase iniziale nel 90% dei casi contro il 30% dell’esame standard. A dirlo è uno studio presentato al meeting dell’Association for Diagnostics & Laboratory Medicine (Adlm 2025, Chicago 29-31 luglio) su un esame del sangue sviluppato con l’aiuto dell’IA. L’algoritmo può scoprire la malattia di Lyme in modo più rapido e accurato rispetto agli standard attuali. Per i ricercatori potrebbe tradursi in “un notevole miglioramento dei risultati clinici per i pazienti”.
Ogni anno, infatti, solo negli Usa, oltre 475mila persone ricevono una diagnosi di malattia di Lyme. Si tratta di un numero destinato ad aumentare a causa del cambiamento climatico. Attualmente, diagnosticare la malattia di Lyme nelle sue prime fasi è una sfida. Il test standard, infatti, riesce a identificare l’infezione con precisione solo nel 30% dei casi. Questa limitazione è critica, dato che oltre la metà dei pazienti non diagnosticati o trattati tempestivamente rischia di sviluppare problemi a lungo termine come stanchezza cronica, deficit cognitivi e artrite. Il nuovo esame basato sull’intelligenza artificiale (IA) invece promette di rivoluzionare la diagnosi. Grazie all’IA, questo test ha una sensibilità e specificità superiori al 90%, offrendo un’opportunità molto più concreta di rilevare l’infezione fin da subito e di avviare una cura efficace per prevenire le complicazioni future.
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