Presto, il 7 settembre, l’eclissi totale di Luna sarà visibile da quasi tutta la Penisola e senza strumenti particolari. Ma cos’è la Luna di Sangue e perché viene chiamata così?
Sarà perfettamente visibile dall’Asia e dall’Australia Occidentale, ma quest’anno anche noi italiani potremo ammirarla senza particolari problemi. Stiamo parlando della Luna di Sangue, un fenomeno di eclissi lunare totale tanto suggestivo quanto singolare, che tornerà a settembre.
Quando ci sarà la Luna di Sangue
Vedremo la Luna “diventare di sangue” il prossimo 7 settembre. Il picco dell’evento nel nostro Paese è atteso per le 20.10. Quella di settembre sarà la seconda e ultima eclissi lunare totale dell’anno. Dopo questa “apparizione”, per la successiva, dovremo aspettare i primi di marzo del 2026. Seguita subito dopo, a fine agosto 2026, da un altra eclissi parziale. Il fenomeno, che coinvolgerà oltre il 90% della superficie lunare visibile dalla Terra, renderà il nostro satellite scuro e quasi invisibile.
Cos’è la Luna di Sangue e perché viene chiamata così
“Luna di Sangue” è il nome popolare dato alla colorazione rossastra del nostro satellite durante un’eclissi lunare totale. Nonostante si trovi completamente nell’ombra della Terra, la Luna non scompare del tutto, ma assume una tonalità che può variare dal rosso intenso al marrone scuro. Fenomeno che si verifica quando Sole, Terra e Luna sono perfettamente allineati e la Terra si interpone tra il Sole e il nostro satellite.
Accade quindi che durante l’eclissi totale, la Luna entri nel cono d’ombra proiettato dalla Terra, un’area dove la luce solare diretta non può raggiungerla. La luce del Sole, prima di raggiungere la Luna, deve attraversare l’atmosfera terrestre. L’atmosfera agisce come un filtro, disperdendo le lunghezze d’onda più corte (blu e viola) e lasciando passare quelle più lunghe (rosse e arancioni). Queste lunghezze d’onda rosse e arancioni vengono deviate dall’atmosfera terrestre e riflesse sulla superficie della Luna, facendola apparire di un colore rossastro. L’intensità può variare a seconda delle condizioni atmosferiche terrestri, come la presenza di polveri o nuvole vulcaniche, che possono assorbire o diffondere ulteriormente la luce.
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