Una nuova inchiesta audio dopo oltre quarant’anni restituisce la voce alla migliore amica di Mirella
Il 7 maggio 1983, Mirella Gregori, quindicenne romana, esce di casa dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. Da allora, di lei si perdono le tracce. La sua scomparsa, avvenuta poche settimane prima di quella di Emanuela Orlandi, è rimasta per anni in ombra, spesso considerata un caso secondario. Oggi, grazie al podcast Italian Girl di Gabriele D’Angelo, la vicenda di Mirella torna al centro dell’attenzione, con nuove testimonianze e documenti inediti.
La testimonianza della migliore amica e dell’autoaccusato
Italian Girl, disponibile su Storytel, è un’inchiesta in cinque episodi da 30 minuti ciascuno che ricostruisce la scomparsa di Mirella attraverso interviste esclusive e materiali mai divulgati prima. Tra le testimonianze più significative, quella di Sonia De Vito, migliore amica di Mirella, che per la prima volta dopo 42 anni rompe il silenzio: “Mi hanno sempre puntato il dito contro, ha detto, ora parlo io”. Sonia, a lungo sospettata di reticenza, offre una nuova prospettiva sugli eventi di quel giorno. O quella della donna che secondo Marco Accetti – il fotografo che dal 2013 si autoaccusa dei sequestri Orlandi e Gregori – avrebbe dovuto essere rapita al posto di Mirella.
Un’indagine che sfida il tempo
Il podcast non si limita a raccogliere testimonianze, ma analizza anche documenti ufficiali, perizie foniche e rapporti investigativi. Tra i contributi, le voci di Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, e di esperti come i giornalisti Tommaso Nelli e Fabio Rossi. L’inchiesta esplora le connessioni tra il caso Gregori e quello Orlandi, senza tralasciare le piste che portano alla Banda della Magliana e ad ambienti vicini al Vaticano.
L’ultima uscita di Mirella
Il 7 maggio 1983, a via Nomentana 91, nel cuore di Roma, suona un campanello. Mirella Gregori, 16 anni ancora da compiere, risponde. È la figlia minore di Vittoria Arzenton e Paolo Gregori, descritta da tutti come una ragazza assolutamente normale, che studia con profitto in seconda superiore all’Istituto Commerciale femminile “Padre Reginaldo Giuliani”. All’inizio sembra non riconoscere la voce. Poi riferisce alla madre che si tratta di Alessandro De Luca, un suo ex compagno delle medie, con cui sostiene di avere un appuntamento al monumento del Bersagliere, a Porta Pia. Esce di casa poco prima delle 15.30. Di lei non si saprà più nulla.
Quarant’anni di depistaggi e sospetti
Da quel giorno si susseguono decenni di indagini, depistaggi, piste e colpi di scena. Si parla di terroristi turchi, dell’“Amerikano” con accento inglese che contatta le famiglie Gregori e Orlandi, di tratta delle bianche, di presunti legami con il Vaticano e con la Banda della Magliana. Le storie di Mirella ed Emanuela si intrecciano ma senza prove concrete. Nel 1997, la giudice Adele Rando archivia il caso, parlando di un “accostamento strumentale” al caso Orlandi. Nel 2013, il fotografo Marco Accetti si autoaccusa di entrambi i sequestri, dichiarandosi proprio l’Amerikano: alcune perizie sembrano confermare la sua voce. Eppure, non sarà mai processato, né lui né gli altri indagati dell’inchiesta chiusa nel 2015.
Il colpo di scena nel 2016
Un anno dopo emerge però un nuovo elemento: il giornalista Tommaso Nelli pubblica un appunto del Sisde del 31 ottobre 1983. Vi si riporta una conversazione origliata al bar Italia, gestito dalla famiglia De Vito, frequentato da Mirella e dalla sua amica Sonia. “Lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo. Come ha preso Mirella poteva prendere anche me”, dice Sonia. Secondo Nelli, quelle parole suggerirebbero che Sonia conoscesse il rapitore. Insinuazioni alle quali la donna risponde oggi, a distanza di anni, nel podcast.
Una vita sospesa: la testimonianza della sorella di Mirella in Italian girl
Per Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, il tempo sembra essersi fermato a quel 7 maggio 1983. La sua voce è segnata da quarant’anni di silenzi, attese e dolore. “Mi manca la sua voce, mi manca confrontarmi con una sorella”, racconta. Oggi è sola, senza genitori né fratelli, e la sua è “una vita sospesa”. Il legame tra il caso di Mirella e quello di Emanuela Orlandi ha dato visibilità, ammette, ma ha anche fatto ombra: “Mirella è sempre l’altra Emanuela. Mio padre diceva che era una cittadina di serie B”. L’ultima speranza è la commissione parlamentare: Maria Antonietta chiede che chi sa parli, che qualcuno finalmente dia un volto alla verità. E ribadisce: “No, non smetterò mai di cercarla. Finché ce la farò”.
(immagine: Roma, il monumento al Bersagliere sotto il quale Mirella disse di avere un appuntamento prima di scomparire per sempre)
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