Un altro segnale di progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo l’Inps, per la prima volta, nel 2024 la quota ‘badanti’ è salita al 50,5% superando quella delle ‘colf’ (49,5%). Non solo. Invecchiano anche i lavoratori domestici: il 44,3% ha più di 55 anni, il 27,5% supera i 60.
Il settore del lavoro domestico in Italia sta attraversando un periodo di contrazione. Nel 2024, il numero di lavoratori domestici con almeno un contributo versato all’Inps è sceso a 817.403 unità, segnando una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente. Questo è il terzo anno consecutivo di flessione, invertendo la tendenza di crescita osservata nel biennio 2020-2021.
L’incremento registrato in quel periodo era stato influenzato principalmente da due fattori: la regolarizzazione spontanea avvenuta durante il lockdown e l’introduzione del Decreto Rilancio (dl n. 34 del 19/05/2020), che mirava a far emergere rapporti di lavoro irregolari. Tuttavia, da allora, il settore ha visto una perdita significativa, con circa 158.000 lavoratori in meno tra il 2021 e il 2024. I dati provengono dall’Osservatorio Lavoratori Domestici e sono stati presentati in occasione del convegno “Il lavoro domestico in Italia: una risorsa strategica per il welfare e l’economia”.
Quante sono le badanti in Italia e perché sono in aumento
Sono circa 412.778 badanti regolari in Italia, ma si tratta di una cifra che nasconde ben altra realtà dal momento che il 24,7% della popolazione è over 65. Nel nostro Paese, il settore del lavoro domestico è caratterizzato da una diffusa irregolarità. Ad inizio 2024, su un totale stimato di 1,86 milioni di lavoratori domestici, solo poco meno di 900.000 risultavano essere regolarmente contrattualizzati. Questo significa che ben il 51,8% dei rapporti di lavoro per colf e badanti è in nero, un dato che contrasta nettamente con la media nazionale dell’11,3% di irregolarità riscontrata in tutti gli altri settori lavorativi. Questi numeri sono emersi dal 5° Rapporto annuale sul lavoro domestico dell’Osservatorio Domina.
La crisi silenziosa del lavoro di cura in Italia
Il lavoro di cura è ormai una colonna portante, spesso invisibile, del welfare familiare italiano. Con un sistema pubblico di assistenza agli anziani che arranca, sono le famiglie a farsi carico del peso, spesso assumendo badanti tramite passaparola, senza garanzie o intermediazioni professionali. Questa prassi crea un solco profondo di disuguaglianze territoriali e stringe la cinghia alle famiglie, specialmente quelle con un solo reddito o redditi più bassi, che si trovano a fronteggiare costi economici e organizzativi ingenti.
Il fatto che oggi ci siano più badanti che colf dovrebbe far riflettere e attivare la politica. Non è più possibile procrastinare un dibattito serio e azioni concrete per valorizzare e tutelare il lavoro domestico. Questo significa non solo incentivare la regolarizzazione, ma anche investire nella formazione, garantire la protezione sociale e assicurare pieni diritti a queste figure professionali. La posta in gioco è alta: non è solo una questione di lavoro, ma del futuro del sistema di cura in Italia. L’invecchiamento della popolazione non è più un’ipotesi lontana, ma una realtà consolidata che richiede interventi urgenti e ben mirati.
(Foto apertura: PHLD Luca / Shutterstock.com)
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