L’Osservatorio nazionale adotta il nuovo Piano e punta allo sviluppo armonioso dei giovani con sedici azioni. Ministra Roccella: «Lo scopo primario è riannodare le reti comunitarie»
Colmare il divario digitale adulti-minori, rafforzare la salute e promuovere la cultura delle pari opportunità. Questi alcuni degli obiettivi del nuovo Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2025-2027, attraverso cui l’Italia intende adoperarsi per implementare gli impegni assunti nel rispetto della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Predisposto dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, tenendo conto dei pareri di Autorità Garante e Commissione parlamentare, il Piano intende operare in linea generale per uno sviluppo armonioso della personalità dei giovani, sia che si trovino in situazioni di normalità che di fragilità o disagio. Un Piano per certi aspetti innovativo, secondo Eugenia Roccella – ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità -, che, rispetto ai precedenti, riconosce il ruolo centrale della famiglia nel percorso di crescita dei minori: «Lo scopo primario è riannodare le reti comunitarie, tenendo al centro proprio la famiglia, perno intorno a cui ricostruire quelle reti di relazioni che sostengono bambini e ragazzi». Partendo da un’approfondita analisi del contesto giovanile e valutando i rapidi cambiamenti verificatisi e le relative conseguenze, sono state individuate efficaci politiche per l’infanzia e l’adolescenza che si snodano attraverso tre macroaree strettamente connesse tra loro: genitorialità, educazione e salute. Sedici le azioni totali che compongono le tre macroaree, ognuna strutturata sulla base di un modello di scheda programmatica misurabile e attuabile nel corso di vigenza del Piano.
Per l’ambito della genitorialità sono previste diverse azioni d’intervento, tutte volte ad informare i genitori su quanto il territorio – tra servizi, diritti e strumenti – mette a loro disposizione per accompagnare i figli nelle diverse fasi di crescita. «Le famiglie non devono essere espropriate dei propri compiti e del proprio ruolo educativo, anzi, bisogna offrire loro un sostegno – ha dichiarato la ministra durante la presentazione del documento in Consiglio dei ministri -. Non si devono sostituire attraverso la scuola i compiti riservati alla famiglia, quanto piuttosto consentire una maggiore interconnessione tra le parti».
Tra i principali interventi introdotti in ambito educativo, quelli che mirano a promuovere una cultura delle pari opportunità, il rispetto reciproco e il contrasto alla violenza sulle donne. Particolare attenzione è rivolta all’alfabetizzazione digitale, sfera che richiede interventi specifici per colmare il forte divario tra le competenze dei genitori/adulti e dei minori. Grande attenzione anche nei confronti della socializzazione dei ragazzi e alla concretezza dei loro bisogni. Con specifiche azioni, come il rafforzamento degli spazi di aggregazione e la valorizzazione della partecipazione giovanile, si intende contrastare povertà educativa e abbandono scolastico, solitudine e rischio di ritiro sociale, così come tutte le varie forme di emarginazione.
Relativamente alla sfera della salute, si intende offrire contributi concreti volti a tutelare il benessere dei giovani lungo tutte le fasi dello sviluppo. Attraverso un’attenta analisi dello stato di salute di bambini e ragazzi, possono emergere eventuali situazioni di maltrattamenti o disagio psicologico, uso di sostanze stupefacenti o bevande alcoliche, accesso precoce alle nuove tecnologie o abuso delle stesse, con conseguenze che spesso si riscontrano a livello comportamentale: isolamento sociale, malessere psichico ecc. In questo senso, i dati contenuti nei report di salute pediatrici si rivelano particolarmente utili nel cogliere eventuali segnali di malessere, spesso dovuti a molteplici fattori. «Il disagio psicologico – continua Roccella – non è sempre riconducibile a condizioni patologiche ma, come evidenziano recenti studi, può nascere da difficoltà relazionali spesso imputabili all’abuso di strumenti elettronici e all’isolamento che ne deriva. Tutte circostanze che possono condurre a situazioni più estreme, come autolesionismo, dipendenze patologiche, suicidi. Un ambito di cui intendiamo occuparci soprattutto in termini di prevenzione, ma anche di assistenza sia sanitaria che sociale».
A ridosso della Conferenza nazionale per l’infanzia, preannunciata dalla ministra Roccella per il 2 e 3 ottobre a Roma, il Piano attende adesso l’emanazione con decreto del Presidente della Repubblica.
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