Nel 2024 93,3 milioni di persone nell’Unione Europea erano a rischio di povertà o di esclusione sociale; pari al 21,0% della popolazione complessiva. È quanto emerge da uno degli ultimi rapporti Eurostat. Nel nostro Paese sono soprattutto anziani e bambini i soggetti maggiormente a rischio povertà.
Non confortano i dati Eurostat più recenti sull’esclusione sociale e la povertà nell’area Euro. Secondo l’ultimo report, nel 2024, erano a rischio oltre 93 milioni di persone. Si tratta di quasi un quarto dell’intera popolazione, il 21%. Una media più bassa che nel nostro Paese, dove il rischio povertà ed esclusione sociale interessava il 23,1% degli italiani. Un dato in crescita rispetto al 22,8% registrato nel 2023.
Per quanto riguarda il solo rischio di povertà, che si riferisce a chi vive in famiglie con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale, la media italiana si attesta al 18,9%. Ci sono però forti disparità regionali. In particolare, in Calabria la percentuale è quasi doppia, raggiungendo il 37,2% (sebbene in calo dal 40,6% precedente), e in Campania si attesta al 35,5% (in diminuzione dal 36,1%).
Anziani e bambini, i più esposti al rischio povertà in Italia
Sono le due categorie sociali agli estremi anagrafici quelle maggiormente esposte al rischio povertà o esclusione sociale nel nostro Paese, ovvero i bambini e gli anziani. Anche se nel 2024 il rischio di povertà per i minori è rimasto stabile al 27,1%, è cresciuto per i bambini con meno di sei anni passando dal 25,9% al 27,7%. Cala invece tra i 6 e gli 11 anni dal 26,4% al 25,9% Torna, inoltre, a crescere per gli over 60 toccando il 20,6%.
Cos’è la deprivazione materiale
Le cause di questa situazione sono da rintracciarsi nella deprivazione materiale o nella bassa intensità lavorativa. Ma cos’è esattamente la prima? La “grave deprivazione materiale” non è un concetto astratto, ma una realtà che impatta profondamente la vita quotidiana di molte persone, definita con precisione dall’Unione Europea. A livello familiare, questa condizione si manifesta nell’impossibilità di far fronte a spese impreviste o di godersi una settimana di vacanza l’anno lontano da casa. Significa non riuscire a saldare arretrati di mutui, affitti o bollette, e non potersi permettere un pasto proteico, come carne, pollo, pesce o un equivalente vegetariano, almeno ogni due giorni. Implica anche non poter mantenere la casa adeguatamente riscaldata, non avere accesso a un’auto per uso personale e non poter sostituire mobili usurati.
Ma la deprivazione si estende anche alla sfera individuale. Essere in grave deprivazione materiale significa non avere una connessione internet, non potersi permettere di sostituire i vestiti logori con capi nuovi, e non possedere neanche due paia di scarpe adatte, incluso un paio per tutte le stagioni. A un livello più intimo, significa non poter spendere una piccola somma di denaro per sé stessi ogni settimana, non avere accesso ad attività ricreative regolari e non potersi riunire con amici o familiari per un drink o un pasto almeno una volta al mese.
In Italia, il 4,6% della popolazione italiana si trova in una situazione di questo tipo, non riuscendo a soddisfare bisogni anche solo essenziali.
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