L’Egp – Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici – in occasione degli “Stati Generali del Gioco” ha parlato della necessità di una strategia che riordini il settore. Serve un impiego più massiccio di strumenti come formazione degli operatori, autoesclusione dei giocatori problematici e un quadro normativo più equo e sostenibile.
Nel 2023 abbiamo speso circa 150 miliardi di euro nel gioco. Un incremento notevole, circa il 78% in più rispetto a dieci anni prima. Secondo proiezioni e stime preliminari per il 2024 la raccolta totale potrebbe raggiungere i 157,4 – 160 miliardi di euro, superando i record precedenti. Il gioco d’azzardo nel nostro Paese resta un fenomeno dalle dimensioni economiche molto significative, in costante crescita e con importanti implicazioni sociali.
Il tema è stato al centro dei recenti “Stati Generali del Gioco” presso la Camera dei Deputati. L’evento è stato promosso dalla Fondazione Bruno Buozzi e dall’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo. Era presente anche Egp, l’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici, aderente a Fipe-Confcommercio.
Non serve demagogia, ma una strategia condivisa ed efficace
Per Egp la “questione del gioco” deve partire da confronto costruttivo tra tutti gli attori coinvolti: istituzioni, enti locali, sanità pubblica, la filiera stessa del gioco (cioè le aziende e gli operatori del settore) e le associazioni del terzo settore (organizzazioni non profit, spesso impegnate nel sociale). Il punto cruciale qui è l’invito a “mettere da parte ogni tipo di demagogia”. Questo significa che è inutile e dannoso adottare posizioni populiste o semplicistiche che mirano, ad esempio, a eliminare completamente il gioco d’azzardo. Eliminare il gioco – per Epg – è un’illusione, è una realtà sociale persistente che non può essere semplicemente bandita. Formazione degli operatori, autoesclusione e un quadro normativo più equo e sostenibile sono le leve di sviluppo da perseguire.
“Ben vengano occasioni di incontro come questa – ha dichiarato Epg – per discutere della necessità di riordinare il settore del gioco pubblico. La crescita passa certamente dal confronto costruttivo tra tutti gli attori coinvolti: istituzioni, enti locali, sanità pubblica, filiera e associazioni del terzo settore. È fondamentale, dunque, mettere da parte ogni tipo di demagogia per capire che non ci si può illudere di eliminare il gioco. Rivederne le regole si, questo va fatto senza ombra di dubbio, passando dalla contrapposizione alla cooperazione, con nuove regole che tutelino nel modo migliore la salute delle persone e contrastino l’illegalità. Le nostre proposte sono tante, ma possiamo individuare delle direttrici fondamentali su cui agire: formazione certificata per gli operatori a contatto con i giocatori, potenziamento dei sistemi di autoesclusione da estendere al gioco fisico adottando tecnologie avanzate, campagne di comunicazione efficaci per una cultura del gioco consapevole. Occorre, infine, definire rapidamente un quadro distributivo chiaro, per bilanciare rigore normativo, tutela sociale e libertà economica. Non è più possibile rimandare”.
Chi è Egp e di cosa si occupa
Egp (Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici) è l’Associazione Nazionale di Categoria della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio-Imprese per l’Italia, che tutela gli interessi economici e professionali degli esercenti specializzati nell’offerta dei giochi pubblici ed in particolare operanti in Gaming Hall, le sale specializzate per l’offerta del Bingo e degli altri giochi con vincita in denaro regolamentati.
L’Associazione è controparte datoriale, con le Organizzazioni Sindacali nazionali più̀ rappresentative, dell’Accordo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle Gaming Hall, parte speciale del Ccnl del settore dei Pubblici Esercizi, il più̀ esteso accordo di lavoro nel settore del gaming. Tra i suoi principali obiettivi: il contrasto al gioco illegale; la tutela dei punti vendita «specializzati» (sale bingo, negozi scommesse, gaming halls), nei quali lavorano oltre 30.000 dipendenti; la promozione e la qualificazione, con Fipe, delle reti distributive dei giochi pubblici nei punti vendita non specializzati (bar, ristoranti, stabilimenti balneari ed altri luoghi di intrattenimento); l’impegno a elevare gli standard di qualità e professionalità in tutti i pubblici esercizi, quali presidi di legalità, promuovendo la cultura di un gioco responsabile per prevenire lo sviluppo di dipendenze patologiche e contrastare efficacemente il gioco illegale.
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