Fermate, aree gioco, cimiteri e impianti sportivi: la proposta di divieto di fumo del Comune è per tutelare la salute di tutti, in particolare bambini e anziani.
L’annunciato divieto di fumo a Firenze è un importante passo importante nella tutela della salute pubblica. La Commissione Politiche sociali e sanità del Comune ha infatti appena approvato all’unanimità una mozione che impegna la sindaca e la giunta comunale a introdurre nuove restrizioni in diverse zone della città. Il provvedimento punta a estendere le attuali norme anti-fumo, alle fermate di autobus e tram, alle aree giochi per bambini, ai cimiteri, alle aree per cani e agli impianti sportivi all’aperto. Spazi dove la presenza di bambini, anziani e persone fragili è quotidiana, e dove il fumo passivo rappresenta un rischio reale. “L’iniziativa nasce dall’ascolto del territorio e da situazioni che spesso sono problematiche”, ha spiegato Lorenzo Masi, capogruppo M5S a Palazzo Vecchio, sottolineando l’importanza di rendere questi luoghi salubri e accoglienti per tutte le fasce d’età.
Il divieto di fumo a Firenze: un segnale forte per la salute pubblica
La mozione sul divieto di fumo a Firenze sarà discussa nei prossimi mesi in Consiglio comunale, probabilmente dopo l’estate, e prevede anche l’individuazione di spazi alternativi riservati ai fumatori. Un modo per bilanciare il diritto alla salute della collettività con le abitudini individuali, senza imporre divieti assoluti ma regolamentando il comportamento. Sostiene l’iniziativa anche l’assessore al Welfare Nicola Paulesu, che ha parlato di un atto “cruciale per la prevenzione e la sensibilizzazione”. Lo stesso presidente dell’Ordine dei Medici, Pietro Dattolo, ha espresso appoggio incondizionato alla proposta: “Vietare il fumo alle fermate degli autobus e della tramvia a Firenze sarebbe un segnale forte e concreto nella direzione della tutela della salute pubblica. Una scelta coraggiosa e giusta, che, come Ordine dei Medici, sosteniamo con convinzione”.
Lotta al tabagismo e cultura della prevenzione
Un elemento centrale del divieto di fumo a Firenze è la sua estensione anche ai luoghi aperti. “Ridurre gli spazi in cui è consentito fumare significa non solo scoraggiare i fumatori, ma soprattutto proteggere tutti coloro che subiscono il fumo passivo – ha sottolineato Dattolo –. La scienza è chiara: il tabagismo resta una delle principali cause di morte evitabile e malattia cronica”. Ecco perché il Comune ha scelto di agire, prendendo esempio da realtà come Milano, che già da tempo hanno adottato misure analoghe. L’obiettivo non è punire chi fuma, ma promuovere una nuova consapevolezza collettiva sui rischi del fumo e sull’importanza di politiche pubbliche mirate. Il divieto di fumo a Firenze rappresenta così un tassello di un progetto più ampio, volto a favorire comportamenti sani e responsabili, soprattutto nei luoghi frequentati quotidianamente da famiglie e persone vulnerabili.
Il divieto di fumo a Firenze, un ‘modello’ per le altre città italiane
Con l’approvazione definitiva del divieto di fumo a Firenze, la città potrebbe diventare un modello per altre realtà italiane desiderose di adottare politiche più incisive in materia di salute pubblica. “Sono fondamentali azioni pubbliche efficaci, soprattutto nei contesti frequentati da bambini e anziani – ha aggiunto Dattolo –. Ci auguriamo che il Consiglio comunale approvi la mozione e che questo atto apra la strada a ulteriori interventi per la creazione di spazi smoke-free”. Il messaggio è per tutte le amministrazioni quello di proteggere i cittadini, specialmente i più fragili. Il divieto di fumo a Firenze non è, dunque, solo una misura restrittiva, ma un segnale di civiltà e attenzione, capace di promuovere una cultura del benessere e del rispetto condiviso.
La situazione del fumo in Italia
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia ci sono 12,4 milioni di fumatori, pari al 24,2% della popolazione. Questo dato rappresenta un aumento di circa 800.000 fumatori rispetto al 2019. La distribuzione tra i sessi mostra una prevalenza maschile: il 52,4% dei fumatori sono uomini, mentre il 47,6% sono donne. Inoltre, il 60,9% della popolazione si dichiara non fumatore, mentre il 14,9% è costituito da ex fumatori. Un dato significativo riguarda l’incremento dell’uso di sigarette a tabacco riscaldato, il cui consumo è triplicato negli ultimi anni. Questo trend evidenzia la necessità di monitorare non solo il numero di fumatori, ma anche le modalità di consumo del tabacco, considerando l’impatto sulla salute pubblica.
Focus su adulti e over 60: un’analisi dettagliata
L’analisi dell’ISS evidenzia che la fascia di età compresa tra i 25 e i 44 anni presenta la percentuale più alta di fumatori, seguita da quella tra i 45 e i 64 anni. Tuttavia, è preoccupante l’aumento del consumo di tabacco tra gli over 60, una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile agli effetti nocivi del fumo. Questo incremento potrebbe essere attribuito a diversi fattori, tra cui lo stress e la solitudine, che spesso colpiscono gli anziani. È fondamentale implementare strategie di prevenzione e cessazione del fumo mirate a queste fasce d’età, considerando le specifiche esigenze e le condizioni di salute degli individui. Programmi di sensibilizzazione, supporto psicologico e accesso facilitato a terapie sostitutive della nicotina possono rappresentare strumenti efficaci per ridurre il numero di fumatori tra gli adulti e gli anziani.
© Riproduzione riservata