La Apple prepara una svolta nella sua catena di produzione: entro il 2026 gli iPhone destinati agli Stati Uniti potrebbero essere interamente assemblati in India. Una risposta concreta alle tensioni commerciali con la Cina e all’impennata dei dazi.
Contro i dazi dalla Cina, l’iPhone “Made in India”
Apple sta pianificando un cambiamento strategico cruciale nella sua filiera produttiva.
La multinazionale statunitense, infatti, intende trasferire in India l’assemblaggio di tutti gli iPhone destinati al mercato statunitense, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina. Il passaggio potrebbe avvenire già entro la fine del 2025, a fronte dell’intensificarsi delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino.
Attualmente, Apple vende oltre 60 milioni di iPhone all’anno negli Stati Uniti, un volume che richiederà un raddoppio della produzione indiana per essere soddisfatto. La mossa, se confermata, rappresenterebbe uno degli spostamenti produttivi più significativi nella storia recente dell’azienda.
Dietro la nuova strategia le tensioni commerciali USA-Cina
La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti continua a influenzare profondamente le scelte strategiche delle multinazionali tecnologiche. Gli Stati Uniti hanno applicato dazi fino al 145% su alcuni prodotti cinesi, mentre Pechino ha risposto con tariffe che arrivano al 125% su beni americani.
Nonostante segnali di possibile distensione – l’amministrazione statunitense avrebbe aperto a una revisione di alcune tariffe – il clima resta incerto. Apple si trova così costretta a valutare soluzioni più resilienti per proteggere la propria filiera e mantenere margini competitivi in un contesto di instabilità geopolitica.
Apple in Cina: una rete produttiva immensa ma vulnerabile
La presenza industriale di Apple in Cina resta imponente. L’azienda si affida da anni a una rete di partner consolidati come Foxconn e Luxshare Precision Industry, che gestiscono stabilimenti avanzatissimi in diverse città cinesi. Tra queste spicca Zhengzhou, ribattezzata “iPhone City”, centro nevralgico per l’assemblaggio dei dispositivi.
Oltre a Zhengzhou, Apple produce i suoi smartphone in Wuhan, Shenzhen, Kunshan, Pechino, Tianjin, Huizhou e Guangzhou, grazie a una catena logistica sofisticata e altamente integrata. Tuttavia, l’esposizione a rischi geopolitici ha spinto Cupertino a cercare nuove alternative produttive.
L’India, nuovo hub di produzione per Apple
La transizione verso l’India è già in corso. Apple ha rafforzato la sua presenza nel subcontinente collaborando con fornitori come Foxconn, Tata Electronics, Pegatron e Wistron. Le operazioni si concentrano negli stati meridionali del Karnataka e del Tamil Nadu, con città come Bangalore che stanno diventando poli strategici per l’assemblaggio degli iPhone.
Foxconn gestisce anche uno stabilimento a Hyderabad, attualmente focalizzato sulla produzione degli AirPods, ma che potrebbe essere riconvertito per ampliare la capacità destinata agli iPhone. Per soddisfare interamente il mercato statunitense, Apple dovrà potenziare ulteriormente gli impianti esistenti e probabilmente aprirne di nuovi.
Tariffe sospese e incentivi
Il momento scelto da Apple per espandersi in India non è casuale. Gli Stati Uniti hanno imposto anche a Nuova Delhi tariffe del 26%, attualmente sospese per 90 giorni in attesa di un possibile accordo commerciale bilaterale. Questo margine temporale potrebbe rivelarsi decisivo per Apple, che potrà approfittarne per consolidare la propria rete produttiva nel Paese.
Le tariffe statunitensi universali del 10% restano tuttavia attive, rendendo la pianificazione logistica ancora più complessa. Ciononostante, l’India offre un ambiente favorevole per la produzione grazie a manodopera qualificata, costi inferiori e politiche industriali orientate agli investimenti stranieri.
Espansione anche in Vietnam e Indonesia
L’India non è l’unica opzione sulla mappa di Apple. L’azienda sta investendo anche in Vietnam, dove ha già stabilito una presenza significativa nella produzione di iPad, MacBook, Apple Watch e, più recentemente, anche iPhone.
In parallelo, sono in corso valutazioni su potenziali investimenti in Indonesia, sebbene al momento manchino annunci ufficiali. L’obiettivo dichiarato è quello di diversificare al massimo i centri produttivi, riducendo l’esposizione a singole aree geografiche e aumentando la flessibilità della catena di fornitura globale.
Un cambio epocale per Apple (ma anche per l’industria tech globale)
Il potenziale spostamento della produzione degli iPhone statunitensi in India rappresenta molto più di una semplice riorganizzazione logistica: si tratta di una ridefinizione strutturale dell’equilibrio industriale globale. Se l’operazione dovesse andare in porto nei tempi previsti, potrebbe inaugurare un nuovo paradigma per le multinazionali hi-tech, sempre più alla ricerca di autonomia strategica in un mondo multipolare.
In questo scenario, l’India si candida a diventare l’epicentro emergente della manifattura tecnologica del XXI secolo, mentre la Cina potrebbe iniziare a perdere il suo storico ruolo di “fabbrica del mondo” nel settore elettronico di fascia alta.
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