Con 254 voti favorevoli la Camera ha approvato all’unanimità il testo unificato sulle proposte di legge che modifica il decreto legislativo del 2005, n. 206. Le banche saranno obbligate a stipulare un contratto per il conto corrente con chiunque. Ora il testo passa all’esame del Senato.
Il conto corrente sarà un diritto di tutti. E tutti i partiti sono d’accordo su questo. Con 254 voti a favore e zero no, quindi all’unanimità, la Camera ha approvato la proposta di legge AC 1091 e AC 1240. Il testo unificato, costituito da un unico articolo, introduce una nuova norma nel codice civile che stabilisce per le banche l’obbligo di stipula di un contratto di conto corrente con chiunque lo richieda, fermo restando il rispetto delle disposizioni nazionali ed europee in materia. Inoltre, è previsto il divieto di recesso dai contratti in essere in presenza di saldi attivi. Il testo passa quindi all’esame del Senato. Il Codacons, da parte sua, si è già espressa positivamente. La combinazione di pagamenti digitali, nuove tecnologie e home banking, infatti, rischia di limitare fortemente chi non possiede un conto corrente, creando una disparità di trattamento tra i cittadini.
Quanti conti correnti ci sono in Italia
La legge sul diritto di stipula e recesso dei conti correnti nel nostro Paese arriva in un momento particolare. Il numero complessivo di conti correnti intestati a famiglie e imprese in Italia in cinque anni, dal 2019 al 2024, è cresciuto del 13,2% . Ha raggiunto quota 48.110.106, con un incremento di 5.611.749 unità rispetto al 2019, quando il totale si attestava a 42.498.357.
Più conti correnti vuol dire anche un incremento nell’impiego degli strumenti bancari. Un aumento attribuibile a diversi fattori: la digitalizzazione dei servizi bancari, che ha favorito l’apertura di nuovi conti, anche multipli, per esigenze personali o aziendali; la diffusione dei pagamenti elettronici, rafforzata anche dagli incentivi pubblici e dai limiti all’uso del contante; l’apertura di conti correnti online a costi più contenuti, più flessibili e spesso legati a strumenti di risparmio o investimento; la crescita delle partite Iva e delle microimprese, che comporta l’apertura di conti separati per la gestione fiscale e operativa.
Come sono distribuiti i conti correnti nel nostro Paese
La distribuzione territoriale dei conti correnti ha mostrato una crescita omogenea in tutte le macroaree del Paese. Il Nord Ovest si conferma leader con 18,29 milioni di conti nel 2024, segnando un notevole +19,2% rispetto al 2019. Seguono il Nord Est con 10,42 milioni di conti e una crescita del +10,9%, e il Centro Italia, che ha raggiunto 9,99 milioni di conti, con un aumento dell’+8,4%. Anche il Sud ha registrato una crescita significativa, arrivando a 6,30 milioni di conti (+9,5%), mentre le Isole chiudono con 3,11 milioni, in aumento dell’11,5%.
Milano in testa alle città con più conti correnti
Nel 2024, le grandi aree metropolitane e i principali centri economici italiani si confermano in testa alla classifica delle città con il maggior numero di conti correnti intestati a famiglie e imprese. Questa classifica, che include le prime 30 città, evidenzia la concentrazione delle attività economiche e l’elevato tasso di bancarizzazione in questi poli urbani.
Milano domina la classifica con ben 8.171.863 conti, rappresentando il 17% del totale nazionale. Questo dato riflette non solo l’alta concentrazione di attività economiche e il dinamismo imprenditoriale, ma anche l’elevato tasso di bancarizzazione del capoluogo lombardo. Al secondo posto troviamo Roma, con 4.387.201 conti e una quota del 9,1%. La capitale conferma il suo peso significativo, sia come centro amministrativo che come polo di servizi e consumi. Il terzo gradino del podio è occupato da Torino, che conta 1.809.859 conti (3,8%), seguita da Napoli con 1.357.789 conti (2,8%).
Completano la top ten le seguenti città: Brescia (1.050.476 conti); Bergamo (853.491 conti); Firenze (855.054 conti); Bologna (902.801 conti); Palermo (546.722 conti); Bari (702.148 conti). Queste città si caratterizzano tutte per una combinazione di forte presenza industriale, commerciale o amministrativa e una popolazione residente significativa, elementi che contribuiscono al loro elevato numero di conti correnti.
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