Un abete addobbato, un presepe allestito tra fantasia e creatività, il profumo di dolci caldi, un camino acceso, pacchi da scartare e l’amore della famiglia. È questa, care amiche e cari amici, la prima immagine che ci viene in mente quando pensiamo al mese di dicembre perché il Natale, senza se e senza ma, monopolizza il quotidiano ma soprattutto gli affetti. Entra nelle nostre vite e nelle nostre case e ci fa riscoprire il valore delle piccole cose, quelle che abbiamo sempre davanti agli occhi ma che spesso dimentichiamo di possedere. Il Natale è, prima di tutto, atmosfera: le strade delle città brulicano di gente indaffarata a fare shopping, c’è la corsa al giocattolo più introvabile di sempre e anche quella al maglione più originale. E se da un lato ci sono donne e uomini, ragazze e ragazzi impegnati negli acquisti, nel divertimento, impegnati a godersi il tempo libero lontani da scuola e ufficio, dall’altro lato ci sono i commercianti, la vera anima delle comunità che abitiamo. Le insegne dei negozi diventano piccoli capolavori di luci e di musiche, gli addobbi – preparati con amore e dovizia di particolari – ricordano gli abbracci dei propri cari. In questo momento dell’anno, in particolare, i negozi di prossimità e le botteghe artigianali diventano il fulcro di uno dei periodi più belli da vivere. Oltre il bancone di un negozio c’è un professionista pronto a sorridere e a dare il proprio contributo nonostante il caos tipico delle giornate di festa. In questi mesi, in giro per l’Italia, stiamo celebrando i ‘Maestri del Commercio’ e continueremo a farlo anche per il prossimo anno perché non rappresentano solo un’interfaccia tra il cliente e il negozio, rappresentano il vero baluardo di una comunità viva e coesa. Sono sentinelle tra le strade, luce in rioni e quartieri poco vissuti, sono storia, esperienza e anche un futuro perché senza questi ‘fari’ non si potrebbero disegnare le città. Viabilità, sicurezza, valore sociale sono gli antidoti giusti contro la desertificazione commerciale perché, quando una serranda si abbassa per l’ultima volta, non è solo una sconfitta per il commerciante, è una sconfitta per la collettività che – con quella chiusura – perde un punto di riferimento. A Natale riscopriamo il capitale umano, riscopriamo e facciamo vivere i negozi di prossimità, l’anima delle metropoli come quella dei piccoli centri urbani. E allora, care amiche e cari amici, il mio augurio di un Natale felice e di un anno nuovo ricco di amore, pace e serenità va a loro, a voi, affezionati lettori di questa rivista, e alle vostre famiglie con l’auspicio che sotto l’albero ci sia il dono più bello che possiate desiderare.
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