Era il 16 luglio 1965 quando Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle inaugurarono il traforo che consentiva di transitare da Courmayeur, in Val D’Aosta a Chamonix, in Alta Savoia. Italia e Francia erano finalmente collegate da un tunnel di poco meno di 12 km, iniziato nel 1959.
Sono passati sessant’anni da quel 16 luglio che vide Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle, rispettivamente presidente della Repubblica italiana e francese, stringersi la mano all’inaugurazione del Traforo del Monte Bianco. C’erano voluti tre anni per completare l’opera dopo la caduta dell’ultimo diaframma il 14 agosto 1962. La prima merce a passare tra i due Paesi furono certamente le bottiglie di champagne che gli operai francesi passarono a quelli italiani per brindare all’impresa.
Sessant’anni fa il Traforo del Monte Bianco apriva al pubblico
Tre giorni dopo l’inaugurazione il Traforo del Monte Bianco apriva al traffico veicolare. Dall’Italia era possibile ora raggiungere la Francia grazie ad un percorso di soli 11,6 km. Per diverso tempo poté fregiarsi di un record: essere il più lungo tratto di autostrada in galleria al mondo. Oggi, invece, è settimo in classifica. In testa troviamo il tunnel norvegese di Laerdal, lungo 24.510 metri, e quello cinese di Zhongnanshan con i suoi 18.040 metri. A seguire lo Yamate Tunnel in Giappone con 18.200 metri, lo svizzero San Gottardo di 16.918 metri e il Traforo stradale dell’Arlberg in Austria con 13.972 metri.
Numeri a parte, per l’epoca fu un’impresa titanica e che richiese un lavoro incessante da entrambe le parti. Basti dire che furono necessarie oltre 700 tonnellate di esplosivo per ‘bucare’ la cima più alta d’Europa e unire i due Paesi. I lavori erano iniziati nel 1959, a sei anni dalla firma della convenzione con cui Roma e Parigi si impegnavano a realizzare il tunnel. E pare che i francesi avessero qualche mese di vantaggio sugli italiani, cosa che spinse poi gli operai nostrani a lavorare incessantemente per sanare quell’onta che li vedeva in ritardo nella realizzazione del progetto.
Il sogno antico di ‘bucare’ il Monte Bianco
Per decenni, l’idea di forare il cuore della montagna più imponente d’Europa, il Monte Bianco, era stata un’ambizione. Immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, con i primi 200 metri scavati nella roccia, questo sogno aveva cominciato a concretizzarsi. L’idea poi prese finalmente forma con la presentazione di un progetto audace: una galleria a doppio senso di marcia. La sezione italiana avrebbe coperto 3.960 metri, mentre quella francese si sarebbe estesa per 7.640 metri.
L’incidente del 1999 e la chiusura di tre anni
Il Traforo del Monte Bianco è posizionato ad un’altitudine di 1.381 metri sul versante italiano. Arriva al massimo a 1.395 metri a metà del traforo. Da quando è stato aperto ha visto transitare oltre 60 milioni di veicoli. il 24 marzo 1999, però, un incidente con un camion scatenò un incendio devastante per cui persero la vita 39 persone. Nei tre anni successivi restò chiuso. Riaprì nel 2002 solo dopo l’apporto di alcune migliorie, tra cui nuovi e moderni sistemi sicurezza, limite di marcia fissato a 70 km/h e divieto di sorpasso. Oggi il tunnel dispone di un cavo termometrico che percorre la lunghezza di tutto il traforo, integrato da opacimetri, e che è in grado di rilevare l’aumento di temperatura e la diminuzione di visibilità.
Ogni 150 metri sono poste delle nicchie antincendio, pari a un numero complessivo di circa 80 posizioni.
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