Non penso che il nostro Presidente ritenga offensivo se mi permetto di presentare il suo stile di vita come un esempio di “anni possibili” per tutti le persone che invecchiano.
Ha 84 anni, deriva da una famiglia impegnata in politica e quindi allenata alla presenza sociale e ad offrire ai propri concittadini un volto aperto, senza nascondimenti, capace di esprimere i sentimenti dell’animo. Da 9 anni ricopre l’altissima carica di Capo dello Stato italiano e mai abbiamo osservato nei suoi comportamenti momenti di cedimento di fronte alla fatica e alle difficoltà politiche che molte volte ha dovuto affrontare. Lo osserviamo sempre con ammirazione, perché sappiamo che la biologia ha le sue regole. Però, come scrissi in questa rubrica a proposito della morte di papa Francesco, la biologia è al servizio della cultura e delle scelte individuali, che conservano la loro forza a qualsiasi età. Certo, la biologia e la genetica (in particolare quest’ultima, nel caso di Sergio Mattarella) giocano un ruolo importante, ma il dovere di vivere con gli altri e per gli altri è ancora più forte nel regolare la salute.
Di seguito presento alcuni flash, tra i molti che potrei descrivere riguardo alla vita del nostro Presidente.
Inizio da un evento recente, il funerale del coraggioso carabiniere Legrottaglie. Le immagini ci hanno fatto vedere un uomo molto serio, quasi con una maschera tragica, nel momento in cui rappresentava tutti noi in una cerimonia dolorosa e drammatica. Chi l’ha seguito in quei momenti si è sentito totalmente rappresentato dal suo viso quasi pietrificato, che esprimeva preoccupazione per il nostro paese, per la violenza, per il dovere di evitare altri eventi tragici. Era il volto del Presidente di tutti gli italiani, con le nostre fatiche, i nostri dolori e le speranze difficili. E gli italiani l’hanno capito e si sono immedesimati in lui. Anche il Presidente ha il diritto di essere stanco fisicamente; ricordo che è andato a Ostuni per il funerale del Maresciallo subito dopo la visita di stato in Lussemburgo, dove ha parlato con passione del problema dell’emigrazione italiana in quel paese (chi scrive in gioventù ha trascorso qualche tempo in quel paese e ricorda le difficoltà dei nostri connazionali: non potrò mai essere contro gli immigrati!). Però la “forza della mente” ha permesso al Presidente di essere dritto in prima fila al funerale, in piedi per onorare il corpo dell’eroe italiano. Una domanda impertinente, e un po’ dissacrante, destinata giustamente a non avere mai risposta: “Ma, Signor Presidente, Lei non ha mai i dolori alla schiena, come proviamo noi cittadini non più giovanissimi?”.
Avvicino la descrizione del momento del funerale ad altri eventi nei qual il Presidente incontra i giovani, quelli che hanno meritato un riconoscimento speciale per i loro atti di generosità in condizioni difficili o gli atleti che si sono distinti in varie gare a livello internazionale. Il volto di Mattarella in queste occasioni sprizza gioia, soddisfazione, partecipazione alla felicità di chi incontra, anche perché vede che i giovani della nostra Repubblica sono in grado di impegnarsi per gli altri, senza gli egoismi dei quali talvolta sono accusati. È un nonno felice, che guarda al futuro pieno di speranza per la sua grande famiglia, la nazione Italia.
Mattarella, nei momenti diversi del suo ruolo, è un testimone forte degli “anni possibili” che possono essere davanti a ciascuno di noi. Senza offendere il nostro Presidente, possiamo affermare: “Perché non io?”. La risposta è carica di ‘purché’: purché abbiamo la capacità di essere generosi, di affrontare fatiche per gli altri, di non rinchiuderci sulle nostre preoccupazioni e paure.
Concludo con un’immagine che mi è rimasta negli occhi: il presidente Mattarella che segue l’inaugurazione dei Giochi olimpici di Parigi senza ombrello, in piedi, curioso per quanto stava accadendo e, in particolare, interessato a seguire i nostri atleti.
La forza dello Spirito!
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