Uno studio inglese collega i brutti sogni ricorrenti a un invecchiamento biologico accelerato e a un rischio triplicato di morte prematura
Avere incubi frequenti è associato a un invecchiamento biologico significativamente accelerato e a un rischio di morte prematura più che triplicato. Fare brutti sogni di tanto in tanto è normale. Ma quando gli incubi frequenti diventano la regola e non l’eccezione, potrebbero nascondere qualcosa di più profondo e preoccupante. Secondo una ricerca condotta dall’Imperial College di Londra e presentata al congresso dell’Accademia europea di neurologia, chi fa incubi almeno una volta a settimana rischia un invecchiamento biologico accelerato e una maggiore probabilità di morire prima dei 70 anni.
Uno studio su oltre 185 mila persone
Lo studio, guidato dal dottor Abidemi Otaiku dell’Imperial College di Londra, ha analizzato i dati di 2.429 bambini tra gli 8 e i 10 anni e di 183.012 adulti di età compresa tra i 26 e gli 86 anni. I risultati hanno mostrato che gli adulti che riportavano incubi settimanali avevano una probabilità di morire prematuramente (prima dei 70 anni) superiore di oltre tre volte rispetto a coloro che avevano incubi rari o assenti. Inoltre, sia nei bambini sia negli adulti con incubi frequenti è stato osservato un invecchiamento biologico più rapido, responsabile di circa il 40% del rischio aumentato di mortalità. In particolare, gli incubi settimanali si sono rivelati un indicatore di morte prematura più forte rispetto ad altri noti fattori di rischio come il fumo, l’obesità, la cattiva alimentazione o la scarsa attività fisica.
L’invecchiamento cellulare nascosto nei sogni
Uno degli aspetti più rilevanti della ricerca riguarda i telomeri, piccole porzioni di DNA situate all’estremità dei cromosomi. Con ogni divisione cellulare, i telomeri si accorciano, e la loro lunghezza è considerata un indicatore dell’età biologica. I soggetti con incubi frequenti presentavano telomeri significativamente più corti, sintomo di un invecchiamento cellulare precoce. Questo valeva per adulti e bambini, indipendentemente da età, sesso, etnia o condizioni mentali preesistenti. Secondo i ricercatori, gli incubi alterano profondamente la qualità del sonno, interrompendo i naturali processi rigenerativi notturni. Non solo: il risveglio improvviso accompagnato da sudorazione, tachicardia e senso di allarme stimola la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, la cui presenza costante è correlata a un’accelerazione dell’invecchiamento cellulare.
Incubi notturni e cortisolo: perché fanno invecchiare più in fretta
“Il nostro cervello addormentato non è in grado di distinguere i sogni dalla realtà”, spiega il dottor Otaiku. “Per questo motivo gli incubi spesso ci svegliano sudati, senza fiato e con il cuore che batte all’impazzata. Questa reazione allo stress può essere più intensa di qualsiasi altra sensazione vissuta da svegli”. Otaiku ha proseguito: “Gli incubi provocano un aumento prolungato del cortisolo, l’ormone dello stress strettamente legato all’invecchiamento cellulare accelerato. Per chi soffre di incubi frequenti, questo stress cumulativo può influire sul processo di invecchiamento. Inoltre, gli incubi compromettono sia la qualità che la durata del sonno. Ostacolando i processi essenziali di riparazione e rigenerazione cellulare notturna. Gli effetti combinati dello stress cronico e del sonno disturbato contribuiscono probabilmente all’invecchiamento accelerato delle cellule e del corpo”.
Dagli incubi infantili al Parkinson
L’associazione tra incubi frequenti e invecchiamento accelerato è risultata costante in tutte le fasce d’età, nei diversi generi e condizioni di salute mentale. Anche incubi mensili sono risultati associati a un invecchiamento più rapido e a un rischio maggiore di mortalità rispetto a chi li sperimenta raramente o mai, sottolineando l’importanza di ridurne la frequenza a livello di popolazione. Va sottolineato che lo studio non stabilisce un rapporto causale diretto tra incubi e morte prematura. Tuttavia, la correlazione riscontrata appare fondata. Gli incubi frequenti potrebbero essere anche il segnale di disturbi psicologici non diagnosticati o di effetti collaterali di farmaci, soprattutto tra gli anziani. Inoltre, è già noto il legame tra brutti sogni e malattie neurodegenerative. In un altro studio, sempre guidato da Otaiku, si è osservato che i bambini con incubi ricorrenti tra i 7 e gli 11 anni avevano maggiori probabilità di sviluppare, entro i 50 anni, deterioramento cognitivo o malattia di Parkinson.
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