Dal 16 maggio si può fare domanda sul sito INPS per ottenere l’esonero contributivo destinato a chi assume donne in condizioni di svantaggio. Un bonus per promuovere l’occupazione femminile, anche al Sud. Partito anche il Bonus Giovani.
Al via il Bonus Donne 2025
Con l’obiettivo di ridurre il divario occupazionale tra uomini e donne e di sostenere il lavoro stabile, il governo ha attivato ufficialmente il Bonus Donne 2025, una misura che offre fino a 15.600 euro di sgravi a chi assume lavoratrici in condizioni di svantaggio. Dal 16 maggio le aziende possono fare domanda online tramite il portale Inps. Si tratta di un incentivo concreto per combattere la disoccupazione femminile, specialmente nel Mezzogiorno.
La misura è stata introdotta dal Decreto Coesione ed è finanziata dal Programma operativo nazionale “Giovani, Donne, Lavoro 2021-2027”. L’obiettivo: favorire l’accesso delle donne al mercato del lavoro, promuovendo contratti a tempo indeterminato.
Come funziona il Bonus Donne 2025
Il Bonus Donne 2025 si rivolge ai datori di lavoro privati che assumono a tempo indeterminato donne che si trovano in particolari condizioni di svantaggio, entro il 31 dicembre 2025. Il beneficio consiste in un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, esclusi i premi INAIL, per un massimo di 650 euro al mese per ogni lavoratrice assunta.
Il valore dell’incentivo può arrivare fino a 15.600 euro complessivi per ogni lavoratrice nel caso di esonero pieno per 24 mesi, durata prevista per le assunzioni delle donne più svantaggiate.
Bonus Donne 2025, chi ne ha diritto
Per accedere al beneficio, le lavoratrici devono trovarsi in una delle seguenti situazioni:
- Assenza di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, indipendentemente dalla residenza.
- Assenza di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, se residenti in regioni ZES, ossia Zone Economiche Speciali: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.
- Occupazione in settori o professioni con alta disparità di genere, individuati ogni anno con decreto del Ministero del Lavoro.
La durata dell’esonero contributivo è di 24 mesi per le prime due categorie e di 12 mesi per le assunzioni nei settori con forte squilibrio di genere.
Una misura che punta al Sud e ai settori più fragili
L’incentivo ha una chiara finalità sociale: migliorare l’inserimento lavorativo delle donne, specialmente nelle regioni meridionali, dove il tasso di disoccupazione femminile è storicamente più elevato. Il meccanismo dei 650 euro mensili di sgravio, cumulabile fino a due anni, permette alle imprese di ridurre significativamente il costo del lavoro e, al tempo stesso, promuovere l’occupazione stabile.
Settori come l’edilizia, la logistica e la meccanica, dove la presenza femminile è ancora marginale, possono diventare territori di espansione professionale anche per le donne, grazie a un incentivo mirato che abbatte le barriere economiche all’assunzione.
Modalità di richiesta: cosa devono fare le aziende
Le aziende che vogliono accedere al Bonus Donne 2025 devono presentare domanda attraverso il portale INPS, seguendo le istruzioni operative contenute nella circolare n. 57/2025. L’assunzione deve avvenire a tempo indeterminato e deve riguardare lavoratrici che rispettano i requisiti previsti.
Un elemento fondamentale è l’assenza di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi, nella stessa unità produttiva, nei sei mesi precedenti l’assunzione. In caso contrario, l’agevolazione decade.
Cumulabilità con altri incentivi
Il Bonus Donne 2025 è compatibile con altri benefici fiscali e contributivi, offrendo così alle imprese un’opportunità ulteriore di ridurre il costo del lavoro.
In particolare, può essere cumulato con la maggiorazione del costo ammesso in deduzione fiscale prevista per le nuove assunzioni, con l’esonero dell’1% dei contributi INPS destinato alle aziende che possiedono la certificazione della parità di genere (fino a un massimo di 50.000 euro all’anno), e con l’esenzione contributiva riservata alle lavoratrici madri con due o più figli.
Restano invece escluse dalla cumulabilità altre agevolazioni specifiche rivolte all’assunzione di donne svantaggiate, come quelle introdotte dalla Legge 92/2012, nonché l’incentivo NASpI.
Una leva contro il gender gap occupazionale
Secondo i dati ISTAT, il tasso di occupazione femminile in Italia resta tra i più bassi d’Europa, fermo intorno al 52%, con punte molto più basse nel Mezzogiorno. Il Bonus Donne 2025 si inserisce in un quadro più ampio di misure pensate per ridurre il gender gap e per creare occupazione di qualità.
«Si tratta di un’opportunità per le imprese di investire in inclusione e stabilità, sfruttando strumenti economici concreti», ha commentato il Ministero del Lavoro. La misura punta a modificare in modo strutturale il tessuto occupazionale, premiando chi investe nel talento femminile.
Bonus Giovani: un’occasione anche per gli under 35
In parallelo al Bonus Donne, è attivo anche il Bonus Giovani 2025, rivolto a chi assume under 35 che non abbiano mai avuto un contratto a tempo indeterminato. Il funzionamento è simile: esonero totale dei contributi previdenziali (escluso INAIL) fino a 500 euro mensili, elevabili a 650 euro al Sud, per un massimo di 24 mesi.
Un’ulteriore misura per incoraggiare assunzioni stabili e contrastare la precarietà, con una dotazione economica importante: oltre 1,4 miliardi di euro sono stati stanziati per questa finalità.
Una spinta per le imprese che vogliono cambiare
Le misure attivate con il Bonus Donne e il Bonus Giovani rappresentano un’occasione concreta per sostenere chi fatica di più a entrare o rientrare nel mondo del lavoro. Si premiano le imprese che scommettono sulla parità e sulla stabilità, trasformando i benefici fiscali in opportunità di sviluppo umano e professionale.
Con un accesso semplificato, criteri chiari e una copertura economica robusta, questi incentivi segnano un passo avanti verso un mercato del lavoro più equo. La scommessa ora è sull’adesione da parte delle aziende e sulla capacità di tradurre queste misure in risultati tangibili, per costruire una nuova normalità dove il lavoro femminile e giovanile non siano più categorie “svantaggiate”, ma protagoniste del cambiamento.
(Foto apertura: Cristian Storto/Shutterstock.com)
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