La squadra di Vincenzo Italiano conquista la terza Coppa Italia della sua storia grazie a un gol di Dan Ndoye. Una vittoria che interrompe un digiuno lungo mezzo secolo e proietta il Bologna nell’Europa che conta.
Un gol di Ndoye regala al Bologna la Coppa Italia
Il Bologna ha scritto una pagina indelebile della sua storia calcistica, conquistando la Coppa Italia dopo 51 anni. Allo Stadio Olimpico di Roma, i rossoblù hanno superato il Milan con il punteggio di 1-0, grazie a una rete di Dan Ndoye al 53° minuto. Per il club emiliano si tratta del terzo successo nella competizione, dopo quelli del 1970 e del 1974.
Il match è stato equilibrato nel primo tempo, con entrambe le squadre che hanno creato occasioni da gol. Il Milan ha sfiorato il vantaggio al 10°, quando Skorupski ha compiuto un doppio intervento decisivo su un’autorete sfiorata da Beukema e sulla successiva conclusione di Jovic. Il Bologna ha risposto con personalità, ma senza riuscire a concretizzare le proprie azioni offensive.
Nella ripresa, la squadra di Vincenzo Italiano è scesa in campo con maggiore determinazione. Al 53°, dopo una serie di rimpalli in area, la palla è arrivata a Ndoye, che ha calciato con precisione battendo Maignan. Il Milan ha tentato di reagire con i cambi, inserendo Joao Felix, Gimenez e Walker, ma gli assalti rossoneri si sono rivelati disordinati e inefficaci. Il Bologna ha difeso con ordine e ha portato a casa una vittoria storica.
Italiano vince la sua prima finale
Per Vincenzo Italiano, questo trionfo rappresenta il primo trofeo della sua carriera da allenatore, un successo che arriva dopo anni di lavoro costante e meticoloso.
Il tecnico siciliano, classe 1977, aveva già sfiorato la gloria in tre occasioni con la Fiorentina, perdendo due finali di Coppa Italia (contro l’Inter nel 2023 e contro la Juventus nel 2024) e una di Conference League, sempre nel 2023, contro il West Ham.
Dopo quelle delusioni, Italiano ha saputo rialzarsi e rilanciare la sua idea di calcio propositivo e organizzato. L’approdo a Bologna gli ha permesso di trovare un ambiente ricettivo e una squadra disposta a seguirlo, che ha assimilato rapidamente i suoi principi tattici. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una stagione solida, culminata con la vittoria in Coppa Italia contro un avversario blasonato come il Milan.
Un trofeo non solo simbolico ma che porta con sé anche un risultato concreto: la qualificazione del Bologna alla prossima edizione dell’Europa League (indipendentemente dal piazzamento finale in Serie A). Un traguardo importante per una squadra che mancava dalle competizioni europee dalla stagione 1999-2000, e che ora può guardare al futuro con nuove ambizioni.
Ferguson, capitano coraggioso
Tra i protagonisti della serata, spicca il capitano Lewis Ferguson. Il centrocampista scozzese ha guidato la squadra con carisma e ha mostrato una concentrazione notevole, continuando a giocare nonostante una ferita al volto causata da uno scontro con Rafael Leão.
Ferguson è diventato solo il secondo scozzese a sollevare la Coppa Italia, dopo Graeme Souness con la Sampdoria nel 1985.
Milan, una stagione da dimenticare
Per il Milan, la sconfitta in finale rappresenta un duro colpo. Dopo aver vinto la Supercoppa Italiana a inizio stagione, i rossoneri speravano di aggiungere un altro trofeo alla bacheca. La squadra di Sérgio Conceição, però, ha mostrato limiti evidenti, sia in fase offensiva che difensiva. Christian Pulisic, uno dei giocatori più attesi, è apparso in ombra per gran parte della partita. Inoltre, le proteste per un presunto fallo di Beukema su Gabbia non sanzionato dall’arbitro Mariani e dal VAR hanno aumentato il malcontento in casa Milan.
Una stagione da incorniciare per il Bologna
Il successo in Coppa Italia corona una stagione semplicemente straordinaria per il Bologna. I rossoblù, protagonisti di un’annata da sogno, avevano già fatto parlare di sé a gennaio conquistando la loro prima vittoria assoluta in Champions League: un 2-1 in rimonta contro il Borussia Dortmund che ha sancito il debutto vincente nella massima competizione europea per club.
Un risultato storico, che ha acceso l’entusiasmo della tifoseria e ha mostrato la solidità di un progetto tecnico costruito con intelligenza e visione. Sotto la guida di Vincenzo Italiano, il Bologna è cresciuto in compattezza, qualità di gioco e mentalità vincente, dimostrando di poter competere alla pari con avversari di caratura ben superiore.
E tutto ciò è avvenuto nonostante le partenze importanti di elementi come Calafiori e Zirkzee, segno di una struttura di squadra ben rodata e di una dirigenza capace di garantire continuità al lavoro tecnico anche in presenza di cessioni pesanti.
Una città in festa
La vittoria ha scatenato l’entusiasmo dei tifosi bolognesi, che hanno invaso le strade della città per celebrare il trionfo. Piazza Maggiore si è trasformata in un mare di bandiere rossoblù, con cori e festeggiamenti che sono proseguiti fino a notte fonda.
Dopo 51 anni di attesa, Bologna può finalmente gioire per un successo che resterà nella storia.
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