La regione, prima per mobilità elettrica, riduce i gas serra, ma è indietro sulla produzione di energia pulita. Il ruolo delle best practice
Il Lazio accelera sulla transizione ecologica. Lo fa segnando numeri significativi in due ambiti cruciali: la diffusione della mobilità elettrica e la riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. A fronte di questi risultati, però, la regione mostra ancora difficoltà nel consolidare un sistema energetico fondato sulle fonti rinnovabili. È quanto emerge dai dati contenuti nel nuovo database CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns), uno strumento realizzato da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA per monitorare l’andamento delle politiche ambientali a livello regionale. Ciro ha l’obiettivo di diffondere nel dibattito pubblico informazioni e analisi aggiornate sul percorso verso la neutralità climatica delle Regioni italiane e su esperienze di successo sviluppate sui territori.
Crescono le auto elettriche: Lazio prima in Italia
Uno dei dati più rilevanti riguarda la mobilità sostenibile. In un solo anno, la percentuale di auto elettriche immatricolate nel Lazio è passata dal 4,5% al 13,7%, il valore più alto a livello nazionale. Un risultato che distanzia nettamente regioni come Trentino-Alto Adige e Lombardia, entrambe ferme al 5%. L’impennata di veicoli a zero emissioni non è solo un indicatore di cambiamento nei consumi, ma anche una conferma del fatto che la transizione ecologica nel Lazio passa anche dalla riconversione del settore trasporti, storicamente tra i più impattanti in termini ambientali.
Emissioni di gas serra tra le più basse in Italia
Anche sul fronte delle emissioni il Lazio si distingue. Secondo i dati CIRO, le emissioni pro capite di gas serra si attestano a 5 tonnellate, ben al di sotto della media nazionale di 7 tonnellate. La regione si colloca così al secondo posto, preceduta soltanto dalla Campania. Un risultato che testimonia l’efficacia di alcune scelte strategiche già adottate e il potenziale di un territorio che, se ben orientato, può diventare un modello di sostenibilità urbana e industriale.
Energia: consumi contenuti, ma mix energetico da rivedere
Nonostante gli ottimi risultati sul fronte emissioni e mobilità, la transizione ecologica nel Lazio incontra ostacoli importanti nel campo dell’energia. Se da un lato la regione presenta consumi energetici pro capite tra i più bassi d’Italia, dall’altro il mix energetico è ancora fortemente legato a fonti fossili. I prodotti petroliferi rappresentano il 43% del consumo totale, mentre il carbone arriva al 15%. Le fonti rinnovabili, invece, coprono appena il 12%, contro una media nazionale del 19%. Questo squilibrio suggerisce la necessità di investimenti mirati per diversificare le fonti e rafforzare il ruolo dell’energia pulita nella regione.
Edilizia e sostenibilità: luci e ombre
Nel settore dell’edilizia, il Lazio registra consumi energetici nella media, ma con emissioni pro capite inferiori al dato nazionale. Particolarmente positivo è l’indice di elettrificazione degli edifici: nel 2022, il 42% dei consumi del settore residenziale è stato coperto da energia elettrica. Rimane però ampio il margine di miglioramento sul fronte dell’efficienza energetica. Molti edifici richiedono interventi di riqualificazione e una più ampia adozione di tecnologie smart e impianti a basso impatto ambientale.
Il monitoraggio nella transizione ecologica
A coordinare il monitoraggio della transizione ecologica nel Lazio e nelle altre regioni italiane è la piattaforma CIRO, che valuta ogni anno 26 indicatori ambientali divisi in otto macroaree: energia, emissioni, rinnovabili, trasporti, edilizia, industria, agricoltura e vulnerabilità climatica. La valutazione è condotta da una commissione tecnica composta da istituzioni pubbliche, centri di ricerca, università e organismi indipendenti. L’obiettivo è fornire alle amministrazioni regionali strumenti concreti per orientare le politiche ambientali e intervenire in maniera efficace.
Transizione ecologica: dove intervenire per ridurre le emissioni in Italia
La scelta degli indicatori non è casuale, a partire dalle emissioni, punto di partenza per valutare un percorso di neutralità climatica. Circa l’80% sono prodotte dai consumi di energia. Per questo intervenire sul risparmio energetico e sulla riduzione delle fonti fossili di energia è fondamentale per il percorso di transizione energetica del Paese. Quello delle rinnovabili è uno dei settori in cui le Regioni possono dare il contributo più incisivo alla decarbonizzazione del Paese avendo responsabilità rispetto alla realizzazione degli impianti. Gli edifici sono il settore più energivoro in Italia e il secondo per emissioni di gas serra.
Il nodo italiano della questione trasporti su gomma
L’industria è il primo settore per emissioni di gas serra in Italia, ma è anche quello che negli ultimi anni le ha ridotte maggiormente. Il settore dei trasporti è quello, invece, in cui ridurre le emissioni è più difficile. Soprattutto in un Paese come l’Italia che presenta un’altissima dipendenza dall’utilizzo dell’automobile privata e fatica ancora ad avviare un solido mercato dell’auto elettrica. Infine, l’agricoltura è un’area strategica per la decarbonizzazione del Paese, a cui possono contribuire pratiche agricole virtuose e una migliore gestione degli allevamenti.
Un piano per il futuro sostenibile del Lazio
Durante la presentazione del rapporto, Claudio Mazza, presidente della Fondazione FEE Italia, ha sottolineato come alle amministrazioni locali sia stato chiesto di “redigere un Piano di Azione per la Sostenibilità” con misure volte a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea e dell’Agenda 2030. In quest’ottica, la sfida per il Lazio sarà quella di consolidare i risultati raggiunti e affrontare con decisione le criticità, in particolare nel settore dell’energia e delle infrastrutture. Solo così la transizione ecologica nel Lazio potrà diventare un processo strutturato e duraturo, capace di coniugare sviluppo economico e tutela ambientale.
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