Italia protagonista al summit HeforShe con Darya Majidi e Gino Cecchettin contro gli abusi digitali. Il fenomeno della ‘manosfera’
Il fenomeno della violenza di genere online ha raggiunto proporzioni preoccupanti a livello globale. Milioni di donne e ragazze ogni anno subiscono aggressioni digitali che spaziano dalla diffamazione al revenge porn, passando per stalking e minacce di morte. Un’emergenza che non risparmia nemmeno l’Italia, come dimostrano i recenti scandali legati ai siti sessisti emersi nelle cronache nazionali. Durante l’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il summit HeforShe promosso da UN Women ha posto al centro dell’attenzione proprio la violenza di genere digitale. A rappresentare il nostro Paese, Darya Majidi, presidente di UN Women Italy, e Gino Cecchettin, advocate italiano del movimento globale HeforShe. Il padre di Giulia, la studentessa universitaria vittima di femminicidio, ha dichiarato: “Essere Advocate di HeForShe per me è una responsabilità chiara. Significa trasformare un’esperienza personale di dolore in un impegno concreto per il cambiamento”.

D. Majidi, S.Bahous, G. Cecchettin
I numeri della violenza digitale
I dati di UN Women presentati al summit dipingono un quadro serio e preoccupante. Due donne su tre subiscono diffamazione e disinformazione online, mentre gli abusi sessuali digitali, i discorsi d’odio, l’impersonificazione, lo stalking e il doxing rappresentano forme sempre più diffuse di aggressione. L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa ha ulteriormente amplificato questi fenomeni, rendendo più sofisticate e pervasive le modalità di attacco. Particolarmente colpite risultano le giornaliste: oltre due professioniste su tre nel mondo hanno subìto qualche forma di violenza online, secondo l’ultimo Gender Snapshot Report di UN Women. Un dato che evidenzia come l’esposizione pubblica delle donne diventi spesso un fattore di rischio aggiuntivo.
La ‘manosfera’ e la diffusione della misoginia
Tra i fenomeni più allarmanti emerge la cosiddetta ‘manosfera’, una rete eterogenea di movimenti e community online che alimentano misoginia, disinformazione e violenza di genere. Questi gruppi condividono l’opposizione al femminismo e diffondono la convinzione che gli uomini siano vittime di un sistema sociale che favorirebbe ingiustamente le donne. L’influenza negativa di queste piattaforme preoccupa soprattutto per l’impatto su adolescenti e giovani uomini, influenzando la loro percezione dei ruoli di genere, delle relazioni affettive e della mascolinità. Un recente studio condotto per HeforShe mostra che la retorica sessista sui social media preoccupa il 76% dei Millennials e l’80% della Generazione Z.
Un appello per azioni concrete
Dal palco delle Nazioni Unite giunge così una chiamata all’azione diretta ai governi e alle grandi aziende tecnologiche. UN Women Italy ha rinnovato la richiesta di implementare politiche più severe contro abusi e violenza di genere online, lanciata lo scorso marzo dalla HeforShe Alliance. Le piattaforme digitali devono assumere maggiori responsabilità, mentre i governi sono chiamati a introdurre norme più stringenti per contrastare i discorsi d’odio online e conferire poteri più ampi alle autorità di controllo. Parallelamente, risulta fondamentale lavorare sull’educazione, introducendo nelle scuole programmi di alfabetizzazione digitale che puntino su prevenzione e contrasto della diffusione di misoginia.
Il ruolo degli uomini nel cambiamento
Il movimento HeforShe, inaugurato dalle Nazioni Unite nel 2014 e approdato in Italia lo scorso maggio, si basa su una convinzione fondamentale: gli uomini devono essere parte attiva della soluzione. “Noi uomini abbiamo una responsabilità chiara in questo cambiamento. Non possiamo limitarci a osservare: dobbiamo riconoscere e contrastare misoginia, odio e modelli tossici di maschilità che circolano sul web”, ha sottolineato Gino Cecchettin. Un approccio che rappresenta un cambio di visione: la lotta contro la violenza di genere non può essere delegata esclusivamente alle donne, ma richiede un impegno trasversale che coinvolga tutta la società.
La campagna UNiTE in arrivo
Il tema della violenza di genere online sarà centrale anche nella prossima campagna UNiTE di UN Women, che prenderà il via il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “È urgente che tutti gli attori coinvolti uniscano gli sforzi contro la violenza di genere online”, ha ribadito Darya Majidi dal palazzo delle Nazioni Unite. “Siamo onorati del riconoscimento arrivato dall’Onu e allo stesso tempo avvertiamo il peso della responsabilità che porta con sé”. La strada verso un web più sicuro per le donne passa necessariamente attraverso un impegno comune tra istituzioni, aziende tecnologiche e società civile. Solo attraverso politiche educative mirate, leggi più stringenti e il coinvolgimento attivo degli uomini sarà possibile contrastare efficacemente questa forma moderna di violenza che troppo spesso travalica i confini digitali per riversarsi nella vita reale.
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