Il vaccino contro la Chikungunya era stato autorizzato nell’Ue a giugno 2024, poi a maggio scorso la Commissione Europea ha adottato una restrizione temporanea nelle persone di età superiore ai 65 anni. Ora la revoca dopo una verifica degli effetti collaterali.
Si è conclusa la revisione del vaccino contro la Chikungunya avviata dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, a seguito di alcuni effetti collaterali gravi riscontrati nelle persone over 65. Una situazione che aveva portato a maggio 2025, la Commissione Europea ad adottare una restrizione temporanea all’uso del vaccino Ixchiq per questa fascia di età.
L’Agenzia Europea del Farmaco ha quindi deciso di revocarla. Il Prac – Pharmacovigilance Risk Assessment Committee, responsabile della valutazione e del monitoraggio della sicurezza dei farmaci per uso umano – ha infatti completato l’esame del materiale disponibile sul vaccino vivo attenuato. Ha comunque concluso che, per le persone di tutte le età, il vaccino deve essere somministrato solo in caso di rischio significativo di infezione da Chikungunya e dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi.
Vaccino Chikungunya, gli effetti collaterali gravi nelle persone over 65
Il vaccino contro la Chikungunya ha mostrato gravi effetti collaterali principalmente in individui di età uguale o superiore a 65 anni e in quelli con patologie preesistenti. Le reazioni avverse hanno talvolta aggravato le condizioni di salute dei pazienti, portando in alcuni casi alla necessità di ricovero ospedaliero. Nonostante ciò, l’Ema ha voluto sottolineare un aspetto cruciale: Ixchiq è efficace nell’attivare una risposta immunitaria contro il virus. Questo lo rende potenzialmente molto utile proprio per le persone anziane, che sono tra i soggetti più esposti a sviluppare una forma grave della malattia da Chikungunya e tra i più vulnerabili a conseguenze severe dell’infezione.
Il vaccino è destinato all’immunizzazione attiva per la prevenzione della malattia da virus Chikungunya (CHIKV) nei soggetti di età pari o superiore a 12 anni
I casi di Chikungunya in Italia
La Chikungunya è una malattia virale che provoca principalmente febbre alta e dolori articolari intensi. La sua trasmissione avviene tramite la puntura di zanzare infette, in particolare quelle appartenenti al genere Aedes, come la nota “zanzara tigre”. Sebbene la prima epidemia ufficialmente documentata risalga al 1952 in Tanzania, si ipotizza che un focolaio descritto in Indonesia nel 1779 possa risalire allo stesso virus. Oggi, la Chikungunya è diffusa in oltre 60 Paesi tra Asia, Africa, Europa e le Americhe.
Anche l’Italia ha avuto la sua parte. Nel 2007 e nel 2017, si sono verificati focolai di trasmissione locale, il che significa che persone nel nostro Paese hanno contratto il virus a causa della presenza e dell’attività della zanzara tigre (Aedes albopictus) sul territorio. Da inizio anno fino al 30 giugno 2025, il sistema di sorveglianza nazionale, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha registrato i seguenti dati. Per la Chikungunya, sono stati accertati 22 casi, tutti importati da viaggi internazionali. L’età media di questi pazienti era di 49 anni, con una distribuzione equa tra i sessi (50% maschile) e nessun decesso.
Quali sono i sintomi della Chikungunya
Dopo la puntura di una zanzara infetta, il virus della Chikungunya impiega in media dai 3 ai 7 giorni per manifestarsi, sebbene questo periodo (detto incubazione) possa estendersi fino a 12 giorni. A quel punto, i sintomi compaiono all’improvviso: i pazienti vengono colpiti da febbre e dolori articolari così intensi da rendere quasi impossibile muoversi. È proprio da questa caratteristica che deriva il nome della malattia, “chikungunya”, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”, descrivendo bene la tendenza dei malati a rimanere immobili o ad assumere posizioni che allevino il dolore.
Oltre a questi sintomi principali, possono presentarsi anche dolore muscolare, mal di testa, stanchezza profonda e un’eruzione cutanea. Il dolore alle articolazioni, in particolare, è spesso molto debilitante. Sebbene di solito duri solo pochi giorni, può purtroppo protrarsi per settimane, mesi o addirittura anni in alcuni casi.
La maggior parte delle persone colpite guarisce completamente. Tuttavia, non sempre l’infezione viene riconosciuta subito, soprattutto perché i sintomi possono essere lievi o confusi con quelli di altre malattie. Sebbene raramente, sono state segnalate complicanze più serie che possono interessare occhi, sistema nervoso, cuore e apparato gastrointestinale. È importante sottolineare che, sebbene le complicanze gravi siano rare, negli anziani la malattia può contribuire al decesso.
© Riproduzione riservata