Solo l’8,5% degli over 80 in Europa ha ricevuto il vaccino nell’ultimo anno. Italia tra i fanalini di coda ma Ema conferma: “Benefici superiori ai rischi”
Il vaccino contro il Covid è sicuro, ma in Italia la fiducia sembra svanire, soprattutto tra gli over. I numeri della recente campagna vaccinale (settembre 2024 – marzo 2025) dicono infatti che solo il 7% degli over 80 ha ricevuto una nuova dose. Una percentuale che, oltre a collocare il paese in fondo alla classifica europea, è ben al di sotto della già bassa media dell’UE/SEE, pari all’8,5%. Il dato peggiora nelle fasce d’età più giovani: appena il 4,8% dei 70-79enni si è vaccinato e solo l’1,1% tra i 60-69 anni. L’Italia si conferma così tra i Paesi europei con la più scarsa copertura vaccinale nella popolazione anziana.
Europa: il divario vaccinale tra Nord e Sud
Se in Italia prevale la diffidenza, nel Nord Europa la campagna vaccinale ha avuto un altro esito. In Svezia l’83,5% degli over 80 ha ricevuto il vaccino anti-Covid, in Finlandia quasi il 70% e in Portogallo oltre il 56%. Anche Irlanda, Danimarca e Paesi Bassi hanno superato il 60% nella stessa fascia d’età. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), circa 13,6 milioni di persone con più di 60 anni hanno ricevuto una dose di vaccino nei Paesi UE/SEE nel periodo indicato. Di queste, 4 milioni avevano più di 80 anni. Ma i dati mostrano forti disparità: solo sette Paesi hanno superato il 50% di copertura vaccinale tra gli over 80, e uno solo (la Svezia) ha raggiunto e superato l’80%.
I numeri della sicurezza: crollano le segnalazioni di eventi avversi
Nonostante la scarsa adesione, il vaccino anti-Covid continua a dimostrare un profilo di sicurezza elevato. Secondo il Rapporto Vaccini pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), nel 2023 sono state registrate 4.330 segnalazioni complessive di eventi avversi da tutti i vaccini. Di cui solo 1.224 relative al vaccino anti-Covid. Il calo rispetto al 2022 è drastico: -86% per tutti i vaccini, -94% per quelli contro il Covid. A influenzare il dato, oltre al minor numero di dosi somministrate (da 52 a 25 milioni), anche la ridotta attenzione mediatica: “storicamente spinge verso l’alto le segnalazioni spontanee per tutti i vaccini”, si legge nel report. Nel 2023, i decessi segnalati in seguito alla somministrazione del vaccino Covid sono stati 36, con altri 2 casi dopo la co-somministrazione con l’antinfluenzale. Tuttavia, l’Aifa sottolinea che nessuno di questi casi è risultato direttamente correlato al vaccino, tranne uno sospetto di morte per shock anafilattico in un’anziana.
Ema: tutti gli alert chiusi, il vaccino anti-Covid resta sicuro
Sul fronte europeo, l’Ema (Agenzia europea dei medicinali) ha esaminato nel corso del 2023 diversi segnali di sicurezza relativi al vaccino Covid. Tutti i casi sono stati archiviati con esito favorevole, confermando un rapporto beneficio/rischio ampiamente positivo. Nessuna modifica è stata apportata alle autorizzazioni o alle indicazioni cliniche dei vaccini. Le reazioni avverse analizzate, tra cui miocarditi, pericarditi, trombosi ed eventi anafilattici, non hanno superato la soglia di rischio in grado di giustificare un cambio di strategia sanitaria. Prevalgono, ancora una volta, i benefici della vaccinazione.
Vaccinazione anti-Covid: servono fiducia e informazione
“A tre anni dall’inizio della pandemia, il sistema di sorveglianza italiano e con esso quello europeo ha dimostrato di saper distinguere tra coincidenze e rischi reali”, dichiara Robert Nisticò, presidente dell’Aifa. “Ogni segnalazione ha trovato spazio e attenzione. Ogni ipotesi è stata esplorata. E nessun rischio clinicamente rilevante è stato identificato per i vaccini anti-Covid-19 nel 2023”. Per Nisticò il problema è anche della comunicazione scientifica. “La vaccinovigilanza – ha aggiunto – funziona, ma spesso non viene raccontata. E così, mentre ogni evento isolato diventa un titolo, la chiusura favorevole dei segnali diventa una nota a piè di pagina. Il risultato è una disconnessione crescente tra scienza e opinione pubblica”.
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