Tra grandi lutti e curiosità musicali, il report annuale del motore di ricerca fotografa le ansie e le passioni di un’Italia sospesa tra commozione globale e voglia di leggerezza.
Dodici mesi, una fotografia
Se dovessimo riassumere i dodici mesi appena trascorsi attraverso una sola interfaccia, quella bianca e minimale di Google sarebbe senza dubbio la più onesta. Il 2025 che ci stiamo lasciando alle spalle non è stato un anno qualunque.
Le query (“richieste”, ndr.) digitate da milioni di italiani nel report “Un anno di ricerche” restituiscono l’immagine di un Paese profondamente scosso, che ha dovuto fare i conti con la fine di un’epoca storica e culturale, cercando contemporaneamente risposte a tensioni internazionali sempre più pressanti.
È stato l’anno degli addii pesanti, quelli che segnano il confine tra il “prima” e il “dopo”. Ma anche l’anno in cui la cultura pop ha offerto rifugi inaspettati, premiando l’autenticità di artisti come Lucio Corsi e cercando conforto nelle ricette della tradizione.
La classifica delle tendenze, pubblicata come da rito a dicembre, non è solo una lista di nomi: è un sismografo delle emozioni collettive.
L’anno dei “giganti” scomparsi
Non c’è dubbio che il cuore pulsante delle ricerche del 2025 sia stato il lutto. Mai come quest’anno la cronaca ha imposto una riflessione sulla perdita di figure di riferimento, trasformando la barra di ricerca in un registro di condoglianze virtuale. Al primo posto, per distacco e intensità emotiva, troviamo la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta quel 21 aprile 2025 che rimarrà impresso nella memoria collettiva. La morte del Pontefice argentino non ha generato solo un picco di traffico dati, ma ha catalizzato l’attenzione su Roma. Spingendo gli utenti a informarsi sui complessi rituali del Vaticano, sulle procedure del Conclave e, successivamente, sulla figura del successore.
Il 2025 ha strappato all’affetto del pubblico italiano alcuni dei pilastri dell’immaginario novecentesco. La morte di Pippo Baudo è stata vissuta come la chiusura definitiva della televisione pedagogica e nazional-popolare; digitare il suo nome ha significato, per molti, ripercorrere cinquant’anni di storia del costume italiano. Allo stesso modo, l’addio a Giorgio Armani ha scosso il mondo della moda e dell’economia, simboleggiando la fine di un’estetica che ha reso l’Italia celebre nel mondo.
Geopolitica e paure
Se i nomi propri raccontano la nostalgia, sono le domande a svelare le paure. La sezione dei “Perché”, da sempre specchio della curiosità ma anche dell’ansia degli utenti, quest’anno è stata dominata da scenari inquietanti. L’instabilità geopolitica ha spinto gli italiani a cercare di comprendere le ragioni profonde dei conflitti, con query specifiche come “Perché Israele ha attaccato l’Iran e Gaza?”. Ma l’inquietudine ha toccato anche l’ambiente e la cronaca estera. “Perché Los Angeles brucia?” è stata una delle frasi più digitate.
Anche le vicende giudiziarie internazionali hanno avuto un forte impatto. La curiosità sul “Perché Sarkozy è in carcere” dimostra un’attenzione viva verso le dinamiche politiche dei nostri vicini francesi. Una vicenda molto più vicina alla nostra sensibilità, invece, ha tenuto banco per settimane: l’arresto a Teheran della giornalista Cecilia Sala. La domanda “Perché Cecilia Sala è stata arrestata?”. Infine, un “perché” dal sapore storico e religioso: “Perché Leone XIV?”. Una domanda sorta all’indomani dell’elezione del nuovo Pontefice, con gli italiani desiderosi di comprendere il significato e i riferimenti storici dietro la scelta di un nome così impegnativo da parte del successore di Bergoglio.
Il riscatto di Lucio Corsi e il duello del tennis
Non di solo dolore vive la rete. L’intrattenimento, come sempre, ha giocato un ruolo fondamentale nel bilanciare il clima cupo dell’anno. E qui, le sorprese non sono mancate. Il Festival di Sanremo si conferma l’evento mediatico per eccellenza, capace di influenzare le ricerche per mesi, ma con un colpo di scena. Sebbene Olly sia stato il vincitore formale dell’edizione, il vero trionfatore su Google è stato Lucio Corsi. Il cantautore toscano, arrivato secondo, ha fatto registrare un volume di ricerche superiore al vincitore, e la sua “Volevo essere un duro” è risultata la canzone più cercata in assoluto nel 2025. Un dato che segnala forse una voglia di personaggi eccentrici, poetici e fuori dagli schemi pre-confezionati.
Anche lo sport ha regalato ribaltoni interessanti nelle gerarchie dell’interesse pubblico. In un anno d’oro per il tennis italiano, Lorenzo Musetti ha battuto Jannik Sinner, non necessariamente sul campo, ma nella barra di ricerca. La curiosità attorno alla vita e alle prestazioni del carrarino ha superato quella per il campione altoatesino, complice probabilmente una stagione ricca di colpi di scena emotivi e sportivi.
Tra le donne, Jasmine Paolini si conferma una delle atlete più amate e seguite. Nel mondo del fashion e del gossip, invece, grande risalto ha avuto Bianca Balti, per il coraggio con cui ha condiviso pubblicamente il suo percorso di malattia.
Tra sacro, profano e giustizia
Curioso come, a volte, la finzione anticipi la realtà o vi si intrecci in modo inestricabile. Nel settore cinema, il film più cercato dell’anno è stato “Conclave”. Uscito nelle sale pochi mesi prima della morte di Papa Francesco, il film ha vissuto una seconda giovinezza proprio durante i giorni dell’elezione del nuovo Pontefice, con gli spettatori che cercavano verosimiglianze e differenze tra la pellicola e i riti trasmessi in mondovisione.
Sul fronte del piccolo schermo, la fascinazione per il “true crime” non accenna a diminuire. La serie “Monster: La storia di Ed Gein”, ha dominato le conversazioni digitali.
Ma Google è anche un vocabolario vivente, usato per decifrare i termini che affollano il dibattito pubblico. Nel 2025, la parola in cima alla lista “Cosa significa” è stata “parafilia”. Un termine tecnico, legato alla psicologia e alla sessualità, che è entrato prepotentemente nel linguaggio comune, probabilmente a seguito di casi di cronaca o dibattiti televisivi che ne hanno sdoganato l’uso.
Subito dopo, troviamo un’espressione squisitamente politica: “separazione delle carriere”. In vista del referendum sulla giustizia, milioni di italiani hanno cercato di capire cosa comportasse concretamente questa riforma. E per chiudere con una nota di sapore, quando gli italiani hanno avuto bisogno di conforto, si sono rifugiati in cucina. Niente piatti esotici o dietetici quest’anno. La ricetta più cliccata è stata quella del “casatiello napoletano”, un trionfo di carboidrati e tradizione che sa di casa e di festa.
Scorrendo questi dati, emerge il ritratto di un’Italia che, nel 2025, si è sentita forse più sola senza i suoi grandi vecchi, più spaventata dai fuochi che bruciano ai confini del mondo. Ma ancora capace di appassionarsi a una canzone d’autore o di interrogarsi sul futuro della propria giustizia.
Google ha registrato i nostri tasti premuti, ma tra le righe di quei codici binari c’è tutta l’umanità di un anno complesso, vissuto pericolosamente ma con gli occhi ben aperti.
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