Carlo Ancelotti guiderà la nazionale brasiliana fino al Mondiale 2026. Per il tecnico italiano contratto firmato, obiettivi chiari e una sfida senza precedenti: tutti i dettagli.
Un tecnico europeo sulla panchina del Brasile
Carlo Ancelotti è il nuovo commissario tecnico del Brasile. La notizia, attesa da mesi e ora ufficializzata dalla Confederazione calcistica brasiliana (CBF), rappresenta una svolta epocale: mai prima d’ora un allenatore europeo aveva ricevuto l’incarico di guidare la nazionale Seleção, cinque volte campione del mondo.
L’annuncio è arrivato direttamente da Rio de Janeiro, dove Ednaldo Rodrigues, presidente della CBF, ha presentato il nuovo CT in conferenza stampa. “Con Ancelotti vogliamo costruire un Brasile vincente e moderno, in grado di ritrovare la sua identità nel calcio globale”, ha dichiarato il dirigente ai media internazionali.
Un contratto fino al Mondiale 2026
Carlo Ancelotti ha firmato un contratto fino a luglio 2026 con l’obiettivo dichiarato di guidare il Brasile verso la conquista del sesto titolo mondiale, il primo dal 2002. L’esordio ufficiale alla guida della Seleção è previsto per la Copa América questa estate, ma l’avventura inizierà formalmente il 5 giugno con l’amichevole contro l’Ecuador a Guayaquil.
Il contratto è tra i più ricchi mai offerti a un commissario tecnico: il tecnico italiano percepirà 10 milioni di euro all’anno, con un bonus di 5 milioni in caso di vittoria ai Mondiali del 2026. A questa cifra si aggiungono benefit di assoluto prestigio, tra cui la disponibilità di un jet privato per gli spostamenti personali tra il Brasile, l’Europa e il Canada. Nell’accordo è inclusa anche un’amichevole tra il Brasile e il Real Madrid, a simboleggiare il passaggio di testimone tra club e nazionale.
L’investimento, dunque, non è solo economico, ma anche simbolico e strategico. Come sottolineato dal presidente della CBF, Ednaldo Rodrigues, l’arrivo di Ancelotti rappresenta una dichiarazione d’intenti forte. La volontà è riportare il Brasile al vertice del calcio mondiale, affidandosi all’allenatore con più titoli internazionali in circolazione.
Ancelotti: un incarico accolto con entusiasmo e rispetto
Il tecnico di Reggiolo ha espresso grande emozione per la nomina, considerandola un onore e una straordinaria opportunità professionale. Durante la presentazione ha sottolineato come allenare la nazionale brasiliana rappresenti un traguardo altissimo nella carriera di un allenatore, vista la storia gloriosa della Seleção. Ancelotti ha evidenziato l’enorme responsabilità che comporta questo incarico, dichiarandosi pronto a dare il massimo fin dal primo giorno.
Ha poi spiegato che non intende stravolgere l’identità calcistica del Brasile, bensì valorizzarla attraverso una maggiore organizzazione tattica, intensità e coesione di squadra. Il suo obiettivo dichiarato sarà mettere la propria esperienza al servizio del gruppo.
I motivi dietro la scelta della CBF
La decisione della Confederazione brasiliana di affidarsi a Carlo Ancelotti è frutto di un’attenta valutazione. Il tecnico italiano presenta un curriculum di assoluto livello, con quattro Champions League vinte (due con il Milan e due con il Real Madrid), un totale di 26 trofei in carriera e successi nei cinque principali campionati europei: Serie A, Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e Liga. Nessun altro allenatore può vantare un simile primato.
Il presidente della CBF, Ednaldo Rodrigues, ha spiegato che Ancelotti è stato scelto per la sua capacità di unire pragmatismo ed estetica, equilibrio tattico e rispetto per il gioco offensivo. Il tecnico italiano ha dimostrato di saper lavorare con grandi campioni, costruendo gruppi coesi e vincenti in contesti culturali e sportivi molto diversi tra loro.
Un ciclo da ricostruire dopo anni di delusioni
La nazionale brasiliana si trova in una fase delicata della propria storia recente. Dopo l’eliminazione ai quarti di finale nel Mondiale del 2022 e la sconfitta contro l’Argentina nella finale di Copa América 2021, la Seleção aveva urgente bisogno di ricostruire un’identità competitiva e vincente.
L’obiettivo immediato fissato per Ancelotti è quello di riportare il Brasile almeno tra le prime quattro del prossimo Mondiale, ma l’ambizione reale è conquistare il sesto titolo mondiale.
Il tecnico avrà il compito di rilanciare alcuni talenti già affermati come Vinícius Jr., Rodrygo e il giovane Endrick, oltre a monitorare e valorizzare nuove leve. Sarà fondamentale anche gestire le aspettative di un paese in cui il calcio rappresenta una componente profonda dell’identità nazionale, dove ogni insuccesso è vissuto come una ferita collettiva.
Tra entusiasmo e cautela: il Brasile reagisce
La nomina di Ancelotti ha suscitato un acceso dibattito in Brasile. Molti tifosi e opinionisti hanno accolto con entusiasmo l’arrivo di un tecnico che ha dimostrato di saper vincere ovunque. Non sono mancate però alcune perplessità legate al fatto che si tratta del primo allenatore europeo nella storia della Seleção. Per la stampa carioca si tratta di una scelta audace, perché il Brasile ha bisogno non solo di vincere, ma anche di ritrovare un’identità calcistica coerente con la propria tradizione. Compito per niente facile, per nessun allenatore.
Tra le voci favorevoli, quella di Rivaldo si è distinta per ottimismo. Secondo l’ex campione, con Ancelotti alla guida, la nazionale potrà finalmente contare su un leader carismatico e rispettato, in grado di farsi seguire da un gruppo di giovani talenti affamati di vittorie.
In ogni caso, Ancelotti lavorerà con uno staff misto, composto da collaboratori brasiliani ed europei, per garantire un equilibrio tra competenze tecniche e conoscenza del contesto locale. Il suo vice sarà Fernando Diniz, attuale allenatore del Fluminense, che ha già ricoperto il ruolo di commissario tecnico ad interim in attesa dell’arrivo ufficiale del tecnico italiano.
Un esperimento che può cambiare la storia
L’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina del Brasile non è solo una scelta sportiva: è un esperimento culturale, un ponte tra due scuole calcistiche diverse ma potenzialmente complementari. Se funzionerà, potrebbe aprire una nuova era anche per altre grandi nazionali. Se non dovesse andar bene, resterà comunque nella storia come un tentativo coraggioso e fuori dagli schemi.
Nel frattempo, tutto il Brasile guarda a Reggiolo. E aspetta che il tecnico che ha vinto tutto nei club scriva una nuova pagina, questa volta con la maglia più iconica del calcio mondiale.
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