Angelo Binaghi, presidente della Fitp, spiega analogie e differenze di due tra gli sport più amati dagli italiani
Palla e racchetta, sono forse questi gli elementi che accomunano due sport popolari come il tennis e il padel, oltre al fatto di far parte dal 2023 dello stesso organismo: la Fitp, Federazione Italiana Tennis e Padel. Del primo sappiamo più o meno tutto, anche grazie agli exploit dei nostri Sinner, Musetti, Paolini ed Errani, e alla storia tracciata in passato da Pietrangeli e Panatta. Il padel è più giovane, nasce nel 1969 in Messico: campo più piccolo, racchette rigide, pareti trasparenti che fanno parte del gioco, con i paesi latini maestri in questa attività ludico-sportiva, che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Racconta tutto a 50&Più il presidente della Fitp, Angelo Binaghi.
Presidente, il tennis, storia e tradizione, il padel la novità: due realtà che convivono nella stessa Federazione.
Assolutamente sì, anche perché creano per le nostre società sportive delle importanti sinergie. Ormai si può giocare a tutti i livelli sia a tennis che a padel negli stessi centri sportivi. Ma ricordiamo che la nostra Federazione si occupa anche del tennis da spiaggia e soprattutto del pickleball, una specie di minitennis che in America è popolarissimo e vanta più di 20 milioni di praticanti. Sicuramente nei prossimi anni esploderà anche in Italia, perché è una sorta di approccio più soft agli sport di racchetta, per questo risulta essere molto adatto anche alle persone più mature e agli anziani. Caratteristica sia del padel che del pickleball è la facilità con cui si impara a giocare e a divertirsi praticando questi sport, a differenza del tennis, che è un’attività agonisticamente più impegnativa e richiede un periodo di pratica e di apprendimento maggiore.
Il Foro Italico a Roma, tempio dello sport della racchetta, dopo gli Internazionali di tennis, ha ospitato quelli di padel. Qual è la risposta, il gradimento del pubblico?
Non dica così, altrimenti si offende il mio collega Paolo Barelli, presidente della Fin, Federazione Italiana Nuoto. Il Foro Italico è anche storico luogo d’eccellenza delle attività natatorie. Diciamo che tennis e nuoto concorrono a valorizzare nel mondo questo sito di strepitosa bellezza che, ricordiamo, accoglie a poche decine di metri anche lo Stadio Olimpico, regno del calcio e dell’atletica leggera. Ora anche il padel si inserisce nel gradimento degli appassionati della racchetta, anche se non ancora con i numeri del tennis, ma comunque con una buona presenza di pubblico.
Nel tennis Sinner, Paolini e gli altri italiani che stanno facendo bene; il padel sta esprimendo campioni di quel livello?
Beh, nel padel siamo in ritardo di una ventina d’anni rispetto ad Argentina, Spagna e altri paesi latino-americani dove lo sport si pratica da diversi decenni. Da noi il padel è in voga quasi da un paio di lustri. La Federazione, con lo stesso sistema che nel tennis ci ha consentito di tornare ai vertici mondiali, sta impostando da un paio di anni un programma di selezione, di didattica, di allenamenti e di preparazione agonistica che, speriamo, possa dare i suoi frutti nell’arco di quattro o cinque anni.
Presidente Binaghi, una domanda a chi è stato, come lei, atleta della racchetta. Si può essere idonei a praticare indifferentemente il tennis o il padel o ci sono caratteristiche diverse?
Basta guardare che cosa ha fatto Sara Errani. Ha vinto nel doppio con la Paolini al Roland Garros, che è un vero campionato del mondo su terra battuta, e poi, pochi giorni dopo, è andata al Foro Italico a partecipare a quello che è diventato il più importante torneo internazionale di padel. Certo, ci vuole un allenamento specifico, perché si tratta di due sport differenti, ma è evidente che chi ha dimestichezza col tennis è facilitato e può far bene anche nel padel. Comunque, con il giusto tempo e impegno, chiunque può diventare un buon giocatore di padel.
I club di tennis come sono riusciti a far fronte all’improvvisa popolarità del padel e in poco tempo a dotarsi di spazi e attrezzature idonei?
I centri sportivi sono stati aiutati dal fatto che in Italia, contrariamente a quanto succede in molti paesi nel mondo, è una stessa Federazione che presiede alle due attività. C’è stata una grande promozione per diffondere il padel in tutto il paese e questo ha aiutato questa disciplina a diventare popolare e di massa in pochissimo tempo. Ulteriore promozione viene dal fatto che, a livelli agonistici – come per il tennis con la Coppa Davis e la Fed Cup -, anche nel padel si è creato un forte spirito di squadra e vestire la maglia azzurra è un obiettivo sentito da tutti i giocatori di punta.
Da presidente della Fitp, quali sono i momenti più emozionanti che ha vissuto?
Sicuramente aver riportato in Italia per due volte consecutive la Coppa Davis, ma, su un altro piano, l’essere stati ricevuti con Jannik Sinner da Papa Leone XIV, in udienza privata in Vaticano. Siamo stati piacevolmente sorpresi quando ci hanno comunicato la possibilità di incontrare il Pontefice e con lui abbiamo vissuto emozioni che difficilmente potremo dimenticare nella nostra vita.
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