Il nuovo quadro normativo rafforza le tutele contro maltrattamenti e combattimenti. Pene aumentate per gli abbandoni estivi
La tutela degli animali in Italia è ora all’avanguardia anche nel contesto europeo. Il Parlamento italiano ha compiuto un passo importante nella protezione approvando ieri, 29 maggio, una riforma che aggiorna e inasprisce le norme penali contro i maltrattamenti. Non si tratta solo di un semplice aumento delle sanzioni, ma di un cambio di paradigma: si passa infatti da una tutela basata sul ‘sentimento per gli animali’ a una protezione giuridica che riconosce gli animali come soggetti di tutela diretta, come stabilito dall’articolo 9 della Costituzione, modificato nel 2022. Questa riforma segna un’evoluzione culturale e legislativa, avvicinando la legge italiana agli standard più avanzati di tutela degli animali in Europa.
Dal sentimento alla tutela degli animali: cosa cambia nel Codice penale
Il cuore della riforma riguarda la riscrittura del Titolo IX bis del Codice penale che disciplina i reati contro gli animali. Con questa modifica, la legge sposta il focus dalla protezione basata esclusivamente sui sentimenti umani verso gli animali, a una tutela che mette al centro il loro benessere come bene giuridico autonomo. Un aspetto fondamentale riguarda l’inasprimento delle pene per chi causa sofferenze o morte agli animali. La reclusione per chi uccide un animale senza motivo passa ora da un massimo di due anni a tre anni, mentre aumenta fino a quattro anni se l’uccisione è accompagnata da sevizie. Analogamente, i maltrattamenti prevedono una pena minima di sei mesi e fino a due anni di detenzione, accompagnati da sanzioni pecuniarie, eliminando l’alternativa tra carcere e multa che prima rendeva più facile evitare la detenzione.
Combattimenti tra animali e spettacoli crudeli: pene più severe
Un punto focale riguarda la lotta ai combattimenti tra animali, un fenomeno ancora presente in tutta Italia, da nord a sud, nonostante sia illegale. La nuova normativa eleva la pena per chi organizza, promuove o dirige combattimenti da due a quattro anni di reclusione. Se poi sono coinvolti minori, armi o la diffusione online di queste scene, si applicano aggravanti significative. Anche gli spettacoli che prevedono sevizie agli animali vedono aumentare le sanzioni pecuniarie, con l’obiettivo di scoraggiare eventi che mettono in pericolo il benessere di questi ultimi a scopo di intrattenimento.
Contro abbandono e traffico illecito controlli e sanzioni più stringenti
L’abbandono degli animali è un fenomeno che provoca grande sofferenza e rischi per la sicurezza pubblica, soprattutto in estate. Per questo la multa minima prevista per chi abbandona un animale sale da 1.000 a 5.000 euro, confermando il massimo di 10.000 euro. Un’altra novità riguarda il traffico illecito di animali da compagnia. Chi introduce nel territorio italiano animali privi di microchip, certificazioni sanitarie o passaporto individuale rischia ora da quattro mesi a un anno e mezzo di reclusione e una multa fino a 30.000 euro. Queste misure sono fondamentali per combattere il commercio illegale che alimenta il maltrattamento e la sofferenza degli animali.
Sequestro, confisca e responsabilità delle aziende
La legge introduce anche un sistema più chiaro per il sequestro e l’affidamento degli animali vittime di reato. Attraverso l’articolo 260 bis del codice di procedura penale, gli animali possono essere affidati in modo definitivo ad associazioni autorizzate, che devono garantire cure e protezione, nonchè la gestione delle cucciolate. Un’importante novità riguarda la responsabilità delle persone giuridiche (aziende e enti) coinvolte in gravi reati contro gli animali. Il decreto legislativo n. 231 del 2001 è stato integrato per prevedere sanzioni pecuniarie fino a 500 quote e interdizioni per due anni per le aziende riconosciute responsabili di maltrattamento, uccisione o organizzazione di combattimenti.
Un quadro dei maltrattamenti e degli abbandoni nel belpaese
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Animalista , nel 2023 sono stati segnalati oltre 5.000 casi di maltrattamenti e abusi sugli animali in Italia, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Nell’ultimo report Legambiente segnala che il 2023 è stato un anno da bollino rosso per gli animali d’affezione: 85.000 cani abbandonati (+ 8,6% rispetto al 2022) e 358 mila quelli randagi. Solo 41% dei Comuni conosce il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina. Crescono inoltre maltrattamenti, uccisioni e abbandoni, esacerbati da ritardi cronici su adozioni, sterilizzazioni e campagne informative. Nel 2022 (ultimi dati disponibili sempre di Legambiente) la media è di due reati al giorno a danno degli animali domestici, più di sei illeciti amministrativi e più di una persona denunciata.
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