I dati del Forum Turismo Open Air mostrano una crescita inarrestabile del settore: 74 milioni di pernottamenti e ricavi record. Cresce il numero di italiani e austriaci in camper, mentre il comparto punta su sostenibilità e innovazione digitale.
Cresce una nuova forma di turismo
L’estate appena conclusa ha segnato un nuovo record per il turismo all’aria aperta. Secondo i numeri presentati da Faita Federcamping durante il Forum del Turismo Open Air, campeggi, villaggi turistici e strutture per camper hanno generato un fatturato complessivo di 8,5 miliardi di euro. I pernottamenti hanno raggiunto quota 74 milioni, in crescita del 3,3% rispetto all’anno precedente. Una tendenza che va avanti ormai da anni e che non accenna a rallentare, consolidando questo tipo di vacanza come seconda scelta ricettiva degli italiani dopo gli alberghi.
Gli arrivi complessivi nel 2025 si attestano intorno agli 11 milioni, con quasi 73 milioni di presenze nelle strutture sparse lungo tutto il territorio nazionale. Il settore vale circa 8 miliardi di fatturato, considerando anche l’indotto. Le prenotazioni per la stagione mostrano incrementi significativi: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, l’occupazione media delle strutture sale del 4,3% nelle località lacustri e del 12,5% al mare. Se si analizza il mese più recente prima della presentazione dei dati, i numeri diventano ancora più evidenti: le prenotazioni registrano un balzo del 26% per il lago e del 21% per il mare.
Il presidente di Faita Federcamping, Alberto Granzotto, ha spiegato che il motivo di questo successo risiede nel maggior interesse degli ospiti per un’offerta che risulta vincente quando è attenta alla qualità del servizio, all’inclusione e alla sostenibilità.
La tipologia di alloggio preferita è quella sulle piazzole, grazie anche all’espansione del cosiddetto popolo dei camperisti, con permanenze mediamente più lunghe: circa 13 giorni al lago e 14 al mare. Seguono tende e glamping, con soggiorni tra 9,5 e 10,5 giorni, mentre bungalow, villette, caravan e casette mobili si attestano su una durata media di circa 10 giorni. Un dato interessante emerge dall’analisi delle nazionalità.
I tedeschi continuano a dominare le statistiche, rappresentando il 50,3% del totale per le località lacustri e il 52,5% per quelle marine. Ma crescono significativamente anche italiani e austriaci che scelgono il camper per le proprie vacanze, affiancandosi ai tradizionali danesi, olandesi e belgi che da sempre popolano i campeggi della penisola.
Investimenti su sostenibilità, accessibilità e tecnologia
Il Forum Open Air ha messo in evidenza come il comparto stia attraversando una fase di profonda trasformazione. Non si tratta più solo di offrire una piazzola o una casa mobile, ma di ripensare l’intera esperienza turistica secondo criteri moderni. Sostenibilità, accessibilità e digitalizzazione sono diventati i tre pilastri strategici sui quali si concentrano gli investimenti delle imprese. Molte strutture hanno già adottato energie rinnovabili, sistemi avanzati di gestione dei rifiuti e soluzioni per la mobilità sostenibile. L’attenzione verso l’inclusività sta portando risultati concreti. I campeggi che offrono servizi realmente accessibili ai diversamente abili potrebbero vedere crescere i ricavi tra il 10 e il 15%, con punte fino al 30%.
Durante l’evento è stata presentata anche la nascita di Faita Academy, un’iniziativa dedicata alla formazione continua degli operatori del settore. I temi centrali vanno dall’intelligenza artificiale applicata alla gestione delle strutture fino all’accessibilità universale, passando per l’evoluzione della ristorazione open air e le soluzioni assicurative innovative. La digitalizzazione non è più un optional ma una necessità: sistemi di prenotazione online, software gestionali avanzati e servizi di check-in automatico stanno diventando standard.
Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Travel Innovation, il turista open air è più attento alle tematiche ambientali rispetto alla media. Il 24% ricerca informazioni sulla sostenibilità dei fornitori prima di prenotare e utilizza questi comportamenti come criterio di selezione. L’occupazione media per la stagione 2025 si attesta a +1,4% rispetto al 2024, con picchi di presenza nelle strutture durante le vacanze di giugno e ferragosto. La clientela è trainata principalmente da tedeschi, italiani e austriaci.
Le sfide normative e il valore del comparto
Durante i lavori sono stati affrontati temi legati alla filiera del lavoro, all’evoluzione normativa del comparto e al ruolo delle infrastrutture olimpiche come leve di trasformazione territoriale. Un tema centrale è stato quello della recente norma in materia di catasto. La norma definisce l’irrilevanza catastale degli allestimenti mobili di pernottamento installati nelle strutture turistico-ricettive all’aria aperta, ponendo fine a anni di incertezza interpretativa.
Il settore nel 2024 ha registrato 11,5 milioni di arrivi e poco meno di 71 milioni di presenze. Nel complesso del turismo italiano, il segmento open air rappresenta circa il 20,7% dei pernottamenti totali negli esercizi ricettivi.
Il turismo in Europa
A livello europeo, secondo quanto presentato al Forum, gli arrivi internazionali nel continente hanno superato i 340 milioni. Questi, solo nel primo semestre 2025, con una crescita del 4% sul 2024. Le immatricolazioni di camper in Italia evidenziano un trend in costante crescita, passando da numeri già positivi nel 2023 a un balzo significativo nel 2024. La vocazione naturale delle strutture open air verso la sostenibilità e l’accessibilità le rende particolarmente adatte a rispondere alle richieste delle nuove generazioni di turisti, sempre più attente all’impatto ambientale delle proprie scelte di viaggio. La collaborazione avviata tra Faita Federcamping e Legambiente punta proprio a individuare un percorso comune in tema di sostenibilità e accessibilità.
Con l’obiettivo di creare standard condivisi che possano diventare un valore aggiunto per l’intero comparto.
© Riproduzione riservata