Il presidente firma un proclama che celebra Cristoforo Colombo come “l’eroe americano originale”, ribaltando l’approccio di Biden
La firma apposta giovedì scorso da Donald Trump su un proclama dedicato al Columbus Day segna un cambio di rotta netto rispetto alla precedente amministrazione. Con una dichiarazione dai toni trionfali, il presidente ha rivendicato il ritorno della festività nella sua accezione tradizionale, dopo anni di polemiche e tentativi di ridimensionamento. “Italiani siamo tornati, noi amiamo gli italiani”, ha affermato Trump davanti ai giornalisti alla Casa Bianca. Parlando del navigatore come di un “gigante della civiltà occidentale e uno degli uomini più coraggiosi e visionari che abbiano mai calcato la terra”. Un messaggio chiaro e diretto soprattutto a chi negli ultimi anni ha spinto per sostituire questa ricorrenza con l’Indigenous Peoples Day, la giornata dedicata ai popoli nativi americani. Una ricorrenza che molte città, da qualche tempo, hanno iniziato a festeggiare accanto al Columbus Day.
Biden e Tramp, due visioni della storia a confronto
La differenza di approccio tra Trump e il suo predecessore Joe Biden è evidente. Nel suo proclama, Trump descrive Cristoforo Colombo come un simbolo intoccabile della storia americana, accusando i critici dell’esploratore genovese di condurre una battaglia ideologica contro il patrimonio nazionale. “Oltraggiosamente, negli ultimi anni, Cristoforo Colombo è stato il bersaglio principale di una campagna feroce e spietata per cancellare la nostra storia, diffamare i nostri eroi e attaccare il nostro patrimonio”, recita il documento presidenziale. Biden aveva scelto nel 2021 una strada diversa, diventando il primo presidente degli Stati Uniti a riconoscere ufficialmente l’Indigenous Peoples Day accanto al Columbus Day. Nel suo proclama aveva riconosciuto “la dolorosa storia di torti e atrocità che molti esploratori europei inflissero alle Nazioni Tribali e alle comunità indigene”. Per Biden: “È una misura della nostra grandezza come Nazione il fatto che non cerchiamo di seppellire questi vergognosi episodi del nostro passato — li affrontiamo onestamente, li portiamo alla luce e facciamo tutto il possibile per affrontarli”.
Una festa federale sempre più divisiva
Il Columbus Day divenne festività nazionale nel 1934 con Franklin D. Roosevelt, diventando la principale celebrazione della cultura italoamericana negli Stati Uniti. Per decenni ha rappresentato un momento di orgoglio per milioni di cittadini di origine italiana, che vedevano nella figura di Colombo un simbolo del contributo italiano alla costruzione dell’America. Tuttavia, la rivalutazione storica dell’operato di Cristoforo Colombo ha profondamente trasformato la percezione pubblica dell’esploratore. Le ricerche hanno documentato le atrocità commesse nei confronti delle popolazioni native di Hispaniola, l’isola che oggi comprende Haiti e la Repubblica Dominicana. Omicidi di massa, riduzione in schiavitù e lo sterminio di intere comunità hanno spinto molte città e stati americani a ripensare completamente il significato di questa ricorrenza.
Le statue abbattute e le ferite del 2020
Il punto di massima tensione si raggiunse durante le proteste di Black Lives Matter nel 2020, quando almeno quattro statue di Cristoforo Colombo furono abbattute o danneggiate dai manifestanti in varie città del paese. Quelle immagini divennero simbolo di un dibattito più ampio sulla memoria storica americana e su quali figure meritino di essere celebrate. Trump ha più volte denunciato questi episodi, vedendoli come parte di una più ampia battaglia culturale contro i valori tradizionali americani. In un post sui social media di aprile, il presidente aveva accusato i Democratici di voler “distruggere” la reputazione dell’esploratore, lamentando che “hanno abbattuto le sue statue, e non hanno messo su altro che ‘WOKE’ o, peggio ancora, niente del tutto!”.
New York tra due fuochi
La questione assume particolare delicatezza a New York City, che ospita la più grande comunità italoamericana del paese. Il sindaco Eric Adams ha cercato di navigare tra le opposte esigenze, chiedendo alla Landmarks Preservation Commission di valutare se dichiarare due statue di Colombo monumenti pubblici protetti. Ne ha così di fatto impedito la rimozione. La città ha però già compiuto un passo simbolico. Nel 2021 il Dipartimento dell’Istruzione ha ribattezzato la festività “Indigenous Peoples/Italian-American Heritage Day”, per onorare sia le comunità native che quelle italoamericane. Adams sembra proseguire su questa linea, sostenendo finanziamenti per programmi culturali e progetti artistici che possano rappresentare entrambe le prospettive.
La battaglia dell’amministrazione Trump
L’attenzione per il Columbus Day si inserisce in una più ampia strategia contro le politiche e istituzioni “woke”. Il presidente ha eliminato le iniziative di diversità, equità e inclusione nel governo federale e sospeso i finanziamenti ad alcune università ritenute troppo ideologizzate. Ad agosto ha avviato una revisione della Smithsonian Institution e dei suoi musei, con un duplice obiettivo. Quello di “rimuovere narrazioni divisive o partigiane” e di “celebrare l’eccezionalismo americano”. Questa iniziativa trae origine da un ordine esecutivo di marzo intitolato “ripristinare la verità e la ragionevolezza nella storia americana”. La rivendicazione del Columbus Day si inserisce una visione della storia americana in cui le celebrazioni tradizionali non devono essere messe in discussione dalle recenti rivalutazioni storiche.
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