Dall’intimità fisica ai like e cuoricini sui social, il concetto di infedeltà si è evoluto profondamente attraverso le generazioni
Il tradimento di coppia non è uguale per tutti. I Baby Boomer dell’epoca analogica lo considerano infatti come qualcosa di tangibile e concreto. Nella loro visione, senza un incontro fisico, non si può parlare di vera infedeltà. Altro che semplici cuoricini sotto una foto. La Generazione X (1965-1980) include anche l’infedeltà emotiva. Per chi appartiene a questa fascia d’età, infatti, non è solo il corpo a tradire, ma anche la mente e il cuore. Una confidenza troppo intima, uno scambio continuo di pensieri con qualcuno al di fuori della coppia, può rappresentare una minaccia alla relazione.
Millenial e Gen Z: tolleranti ma con riserva
I Millennials (1981-1996) vivono la rivoluzione digitale: i social network, le chat e le app di messaggistica diventano nuovi terreni per il tradimento. Per loro, l’infedeltà può essere virtuale, ma non per questo meno reale. Anzi, in molti casi, un legame emotivo online può risultare persino più coinvolgente di un incontro fisico. Infine, la Generazione Z, cresciuta con lo smartphone in mano, vede nel comportamento digitale una parte integrante della relazione di coppia. Un commento ripetuto sotto le foto di una persona, la visualizzazione costante delle sue storie o l’invio di emoji ambigue sono tutti segnali che possono generare dubbi, insicurezze e, talvolta, accuse di tradimento.
L’infedeltà nel mondo digitale
Questi i risultati di un sondaggio svolta da un noto sito di incontri in collaborazione con l’istituto IPSOS Observer su oltre 3.200 italiani tra i 18 ed i 65 anni. La presenza costante della tecnologia nelle vite quotidiane ha, infatti, trasformato radicalmente le dinamiche relazionali. Oggi, mantenere contatti paralleli, costruire relazioni alternative o semplicemente flirtare è molto più semplice e immediato. E proprio questa facilità genera nuove forme di infedeltà, spesso difficili da riconoscere o definire. Un messaggio su WhatsApp può sembrare innocuo, ma contenere un sottotesto affettivo. Un like può essere un gesto automatico oppure un segnale. Un profilo social può diventare uno spazio intimo e personale in cui si costruiscono legami alternativi alla relazione ufficiale. Non tutti leggono questi comportamenti allo stesso modo. Per le generazioni più mature, spesso queste interazioni sono irrilevanti. Per i più giovani, invece, ogni azione digitale può avere un significato affettivo e diventare motivo di conflitto all’interno della coppia.
Tradimento: una questione di percezione
L’infedeltà nata dal tradimento, quindi, non è solo un atto fisico, ma anche una percezione. E ciò che per una generazione può sembrare trascurabile, per un’altra può rappresentare una seria violazione della fiducia. È qui che nasce il vero divario generazionale. Per i giovanissimi, spiegano i sessuologi, un cuoricino di troppo può già rappresentare una forma di tradimento. La sfera digitale ha moltiplicato le possibilità di interazione e, di conseguenza, anche le zone grigie del comportamento di coppia. In questo scenario, non è raro che due partner – magari di generazioni diverse – abbiano visioni opposte su cosa significhi tradire. Il rischio è che piccoli gesti generino grandi malintesi, con conseguenze anche profonde sul legame affettivo.
Le relazioni intergenerazionali: quando la comunicazione fa la differenza
Proprio la distanza generazionale può diventare terreno fertile per incomprensioni e sospetti tradimenti. Chi è cresciuto senza social fatica a comprendere l’importanza attribuita dai più giovani a una reazione su Instagram o a una conversazione su Telegram. Allo stesso tempo, chi è immerso nel mondo digitale può percepire la leggerezza di certi comportamenti come una mancanza di rispetto. In queste situazioni, diventa essenziale una comunicazione aperta. Parlare delle proprie aspettative, condividere ciò che si ritiene accettabile e ciò che invece fa male, è l’unico modo per trovare un terreno comune su cui costruire una relazione solida. Resta un dato per tutti: dal sondaggio risulta che il 48% degli intervistati ha scoperto di essere vittima di un tradimento grazie ai social.
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