L’innovazione tecnologica al servizio degli anziani fragili trasforma l’assistenza sanitaria
La tecnologia robotica è un alleato nella lotta contro il declino cognitivo e l’Alzheimer. TEO, il robot assistenziale sviluppato nell’ambito del progetto DAISI&RON promette di rivoluzionare l’approccio alla cura degli anziani fragili. Obiettivo principale: l’integrazione di intelligenza artificiale, robotica e realtà virtuale in un sistema innovativo di monitoraggio e stimolazione cognitiva. Il progetto DAISI&RON nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini dell’Università di Torino, il Gruppo Teoresi e Intravides Srl. Finanziato dal MUR attraverso il Piano Nazionale Complementare, si inserisce nel più ampio programma ANTHEM – Advanced Technology for Human centEred Medicine. Il robot assistenziale TEO è rivoluzionario. Non si tratta, infatti, di un semplice automa programmato per svolgere compiti ripetitivi, ma di un sistema intelligente capace di interagire con gli anziani in maniera naturale e coinvolgente. Dotato di sensori avanzati a 360 gradi, naviga autonomamente negli spazi, muovendosi a velocità controllata tra 0,4 e 0,7 metri al secondo per garantire la massima sicurezza dei presenti.
Realtà virtuale e giochi cognitivi
Una delle caratteristiche più innovative del progetto riguarda l’integrazione tra il robot assistenziale e le piattaforme di realtà virtuale sviluppate da Intravides. TEO può proporre agli anziani esercizi cognitivi immersivi, trasformando la riabilitazione in un’esperienza ludica e coinvolgente. Le escape room digitali, ad esempio, stimolano memoria, attenzione e orientamento spaziale attraverso sfide progressive e personalizzate. I dati raccolti durante queste sessioni vengono elaborati dall’intelligenza artificiale e restituiti in forma comprensibile, permettendo di creare percorsi terapeutici su misura per ogni paziente. Questo approccio personalizzato rappresenta un salto qualitativo significativo rispetto ai metodi tradizionali di stimolazione cognitiva, spesso standardizzati e meno coinvolgenti per gli utenti.
Sperimentazione e validazione in ambienti reali
La fase di test del robot assistenziale TEO sta attualmente avvenendo presso la sede torinese del Gruppo Teoresi, trasformata in un laboratorio tecnologico all’avanguardia. In questo ambiente controllato, i ricercatori valutano le capacità del robot in scenari realistici: accoglienza dei visitatori, accompagnamento lungo percorsi predefiniti, interazione vocale naturale e navigazione autonoma in spazi complessi. L’obiettivo è valutare in condizioni controllate quanto i robot possono essere accettati e utilizzati dai soggetti anziani, dagli operatori sanitari e dai caregiver. I prossimi step prevedono la validazione in living labs con anziani volontari presso l’Università di Torino e il Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, per testare l’efficacia del sistema in condizioni reali di utilizzo.
Un supporto, non un sostituto per i caregiver
Una delle preoccupazioni più frequenti riguardo all’introduzione di tecnologie robotiche nell’assistenza sanitaria riguarda il possibile impatto sui posti di lavoro degli operatori. Il progetto DAISI&RON affronta questa questione con chiarezza: secondo i ricercatori, i robot non sostituiranno i caregiver, ma potranno sicuramente supportare il personale nella loro attività quotidiana. Il robot assistenziale TEO è progettato per alleggerire il carico di lavoro degli operatori sanitari, raccogliendo dati preziosi per l’assistenza e la cura, monitorando costantemente le condizioni degli anziani e fornendo feedback continui sui loro progressi. Circa l’85% degli anziani è accompagnato da un caregiver coetaneo, spesso anch’esso in età avanzata. Per questo, TEO è programmato per assistere contemporaneamente sia l’utente fragile sia il suo accompagnatore.
Privacy e sicurezza: le priorità
In un’epoca in cui la protezione dei dati personali assume importanza crescente, il progetto DAISI&RON pone particolare attenzione agli aspetti legati alla privacy. Il robot assistenziale TEO non registra dati personali né effettua riconoscimenti facciali, garantendo agli utenti un’interazione sicura e rispettosa della loro riservatezza. I sensori di cui è dotato il robot vengono utilizzati esclusivamente per la navigazione autonoma e l’interazione vocale, senza mai compromettere l’intimità degli spazi in cui opera. Questa attenzione alla privacy rappresenta un elemento fondamentale per l’accettazione della tecnologia da parte degli utenti finali e delle loro famiglie.
L’Impatto sociale dell’innovazione tecnologica
L’introduzione del robot assistenziale TEO nelle strutture di assistenza non rappresenta solo un’evoluzione tecnologica, ma una vera rivoluzione sociale. In una società in rapido invecchiamento, con un continuo aumento dei bisogni di assistenza, soluzioni come questa diventano essenziali per il sistema sanitario nazionale e i suoi operatori. L’obiettivo finale è ridurre il rischio di isolamento degli anziani, migliorare significativamente la loro qualità di vita e fornire strumenti concreti di prevenzione e monitoraggio precoce di patologie neurodegenerative come l’Alzheimer e le demenze senili. Il robot non si limita a svolgere funzioni assistenziali, ma diventa un compagno tecnologico capace di rendere le RSA e le abitazioni private luoghi più sicuri, stimolanti e meno gravosi per familiari e operatori.
La roadmap del futuro
La tabella di marcia del progetto DAISI&RON si estenderà fino al 2027. La fase di sperimentazione tecnologica sul campo, attualmente in corso, proseguirà per tutto il 2025, permettendo di affinare le funzionalità del robot assistenziale e di ottimizzare la sua integrazione negli ambienti di cura. Nel 2026 sono previsti test più approfonditi con utenti anziani in ambienti controllati, coinvolgendo i laboratori di Teoresi, dell’Università di Torino e del NICO. Particolare importanza assumerà la sperimentazione presso la Clinica Neurologica, dove esperti di Alzheimer e demenze senili valuteranno l’efficacia clinica del sistema. I risultati di questa fase serviranno a definire modelli di intervento sostenibili e replicabili su scala nazionale. Il 2027 potrebbe segnare l’inizio di una fase clinica più estesa, rivolta anche ad anziani con patologie neurodegenerative conclamate, aprendo nuove prospettive per la gestione di condizioni complesse come l’Alzheimer attraverso l’integrazione intelligente tra tecnologia e cura umana.
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