La Terra è investita da una forte perturbazione magnetica di classe G3 provocata da intensi brillamenti solari. Il fenomeno continuerà fino all’8 novembre con possibili disagi alle infrastrutture tecnologiche e spettacolari aurore boreali visibili anche alle medie latitudini.
Il Sole in fermento scatena la tempesta
Una forte tempesta geomagnetica sta colpendo il nostro pianeta dal 5 novembre, raggiungendo il livello G3 sulla scala di misurazione che va da G1 a G5. Il fenomeno, che secondo le previsioni della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) proseguirà almeno fino all’8 novembre, è stato provocato da un’intensa attività solare registrata negli ultimi giorni.
Già dalle 9 del mattino del 6 novembre il campo geomagnetico terrestre è risultato perturbato a livelli forti. Ma dal pomeriggio del 5 novembre erano stati osservati disturbi di minore intensità, classificati tra G1 e G2. Solo nella giornata del 5 novembre il Sole ha emesso 15 brillamenti a raggi X di classe C e 3 di classe M, seguiti da altri 9 brillamenti di classe C e 1 di classe M registrati nella mattinata successiva.
Cos’è e come funziona una tempesta di classe G3
Una tempesta geomagnetica si verifica quando enormi quantità di plasma e particelle cariche vengono scagliate nello spazio dal Sole attraverso le cosiddette espulsioni di massa coronale. Quando questo flusso di materiale raggiunge la Terra, interagisce violentemente con il campo magnetico del pianeta, deformandolo e inducendo correnti elettriche nell’alta atmosfera.
La scala di classificazione aiuta a comprendere la gravità del fenomeno. Mentre eventi di classe G1 causano effetti trascurabili, una tempesta G3 è più forte e può provocare impatti significativi sulle infrastrutture tecnologiche. Al livello G3 si possono verificare disturbi evidenti alle linee di trasmissione dell’energia elettrica, effetti tangibili sui sistemi GPS e la comparsa di aurore boreali visibili anche a latitudini medie. Solo le tempeste di classe G4 e G5, fortunatamente più rare, causano interruzioni diffuse di corrente e danni gravi ai sistemi satellitari.
Infrastrutture sotto pressione
Gli effetti della tempesta in corso si stanno facendo sentire principalmente nelle regioni del Nord America e dell’Europa, dove le infrastrutture elettriche e i sistemi di comunicazione risultano più vulnerabili.
Le reti di trasmissione dell’energia ad alta tensione possono subire fluttuazioni e anomalie nel flusso di corrente a causa delle correnti indotte dal disturbo magnetico. Ancora più critica appare la situazione dei sistemi di navigazione satellitare. Durante una tempesta di questo livello, i segnali GPS possono essere fortemente disturbati dalle variazioni ionosferiche, causando errori di localizzazione anche di diversi metri. Settori come i trasporti, la logistica, le operazioni portuali e aeroportuali e l’agricoltura di precisione dipendono strettamente dall’affidabilità del GPS. In alcuni casi si possono verificare blackout temporanei nella ricezione del segnale, con conseguenti rallentamenti nelle consegne e interruzioni dei servizi in tempo reale.
Anche le comunicazioni radio ad alta frequenza possono subire interferenze, rendendo necessario il monitoraggio costante da parte degli operatori.
Lo spettacolo delle aurore alle medie latitudini
Tra gli effetti più affascinanti (e meno dannosi) della tempesta geomagnetica c’è la possibilità di osservare aurore boreali anche a latitudini insolitamente basse. Segnalazioni di luci colorate, dal verde al rosso intenso, sono già giunte da diverse regioni del Nord Italia come Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Le particelle cariche provenienti dal Sole, quando si scontrano con i gas atmosferici ad altitudini comprese tra 100 e 400 chilometri, producono fenomeni luminosi spettacolari. In condizioni favorevoli, con cieli sereni e orizzonte libero verso nord, l’aurora può diventare visibile persino dal Centro Italia. Specialmente in aree lontane da fonti di inquinamento luminoso. Negli Stati Uniti i primi avvistamenti sono stati confermati negli stati settentrionali come Minnesota e North Dakota, mentre nell’emisfero meridionale il fenomeno si sta estendendo alle regioni antartiche.
Per vedere aurore in Italia con maggiore facilità sarebbe necessaria una tempesta di livello G4 o G5, come accaduto tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Tuttavia, gli appassionati di astronomia e fotografia stanno già volgendo lo sguardo al cielo, nella speranza di catturare le sfumature colorate che potrebbero decorare l’orizzonte nelle prossime notti.
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