Servizi digitali innovativi per migliorare la qualità di vita degli anziani fragili nelle proprie case
La popolazione italiana sta invecchiando rapidamente e con essa cresce la necessità di trovare soluzioni innovative per garantire assistenza sanitaria di qualità senza costringere le persone a lasciare il proprio ambiente domestico. In questa direzione si muove il provvedimento governativo, pubblicato in GU, che introduce servizi di telemedicina pensati per chi ha superato gli ottant’anni e convive con almeno una malattia cronica. Il decreto ministeriale, che attraverso la telemedicina, favorisce l’aging in place, rappresenta un tassello nell’evoluzione del sistema sanitario nazionale.
Assistenza remota: come funzionerà il nuovo sistema
Le prestazioni sanitarie previste dal provvedimento si articolano in due modalità: la teleassistenza e il telemonitoraggio, già utilizzati in alcune realtà italiane. La teleassistenza consente a medici e infermieri di mantenere un contatto costante con i pazienti attraverso videochiamate e consulenze a distanza. Il telemonitoraggio permette di controllare parametri vitali come pressione arteriosa, glicemia o battito cardiaco direttamente dall’abitazione del paziente. Un’impostazione che evita spostamenti faticosi verso ambulatori e ospedali, riduce i tempi di attesa e consente interventi più immediati. L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, (Agenas), coordinerà le attività e garantirà il raccordo con le Aziende sanitarie locali, che rappresentano il braccio operativo sul territorio.
L’Italia divisa in tre macroaree per la sperimentazione
Il provvedimento prevede una fase sperimentale di diciotto mesi sul territorio nazionale, suddiviso in tre aree geografiche. Il Nord comprende Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. L’area centrale raggruppa Toscana, Umbria, Marche, Lazio ed Emilia Romagna. Il Mezzogiorno include Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna. Questa suddivisione permette di confrontare risultati e modalità operative in contesti territoriali diversi, caratterizzati da differenti livelli di digitalizzazione delle infrastrutture sanitarie e da peculiarità demografiche specifiche. Da ciascuna macroarea dovrà emergere almeno un progetto pilota, garantendo così una rappresentatività geografica completa dell’esperienza.
Obiettivi concreti: dalla prevenzione all’inclusione sociale
I progetti che verranno selezionati dovranno rispondere a finalità precise, che vanno oltre la semplice gestione clinica delle patologie croniche. Particolare attenzione viene riservata alla prevenzione del deterioramento cognitivo, un fenomeno che colpisce una percentuale significativa della popolazione anziana e che può essere rallentato attraverso stimolazioni costanti e monitoraggi appropriati. Altrettanto rilevante è il tema dell’aderenza terapeutica: molti anziani, per dimenticanza o confusione, non seguono correttamente le prescrizioni mediche, con conseguenze talvolta gravi. I sistemi di telemedicina possono includere promemoria automatici, verifiche periodiche dell’assunzione dei farmaci e interventi educativi personalizzati.
Un antidoto alla solitudine
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda la solitudine e l’isolamento sociale, condizioni che hanno ripercussioni documentate sulla salute fisica e mentale. Il contatto regolare con operatori sanitari attraverso piattaforme digitali può rappresentare un’occasione di relazione umana significativa, contribuendo a mantenere vivo il senso di appartenenza alla comunità. La sperimentazione coinvolgerà complessivamente tra cinquantamila e sessantamila assistiti, un campione sufficientemente ampio per trarre conclusioni affidabili sull’efficacia degli interventi e sulle eventuali criticità da affrontare prima di un’estensione generalizzata del servizio.
Finanziamenti e governance del progetto
L’investimento complessivo ammonta a centocinquanta milioni di euro, provenienti dai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza destinati alla telemedicina per pazienti cronici. La ripartizione economica seguirà parametri standardizzati elaborati da Agenas, includendo anche una quota specifica per sostenere le attività delle Aziende sanitarie locali, che dovranno integrare i nuovi servizi nelle proprie strutture organizzative. Una Commissione di valutazione composta da sette esperti, nominati dai ministeri coinvolti e dalla Conferenza delle Regioni, esaminerà le proposte secondo criteri di innovatività, sostenibilità e replicabilità. L’iniziativa rappresenta un passo significativo verso un modello di sanità più accessibile e centrato sulle esigenze della persona. Particolarmente importante in un paese dove l’aspettativa di vita continua a crescere e dove la qualità degli anni vissuti diventa priorità collettiva.
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