Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ci sono progressi nella lotta al fumo, ma avverte sui rischi delle sigarette elettroniche (che hanno superato i 100 milioni di utilizzatori). E gli adolescenti sono nove volte più esposti degli adulti allo svapo.
Una dipendenza globale
Il pianeta fuma meno rispetto a vent’anni fa, ma la battaglia contro il tabacco resta ancora lontana dalla vittoria finale. L’Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso un rapporto che fotografa una situazione a doppia faccia. Da un lato i consumatori di tabacco sono calati da 1,38 miliardi nel 2000 a 1,2 miliardi nel 2024, con una riduzione di 120 milioni di persone dal 2010. Dall’altro, un adulto su cinque nel mondo rimane intrappolato nella dipendenza da nicotina, e questo si traduce in milioni di morti evitabili ogni anno.
Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato come molte persone stiano smettendo o evitando di iniziare grazie alle politiche di controllo adottate dai vari Paesi.
Ma c’è un rovescio della medaglia preoccupante. l’industria del tabacco sta rispondendo a questi progressi con prodotti alternativi a base di nicotina, mirando in modo aggressivo proprio ai più giovani. Secondo Ghebreyesus, i governi devono accelerare e intensificare l’applicazione di politiche di controllo già testate e dimostratesi efficaci.
Le sigarette elettroniche superano quota 100 milioni
Per la prima volta nella storia, l’Oms ha quantificato l’utilizzo mondiale delle sigarette elettroniche: oltre 100 milioni di persone. Di questi, almeno 86 milioni sono adulti residenti nei paesi ad alto reddito, mentre 15 milioni sono adolescenti tra i 13 e i 15 anni. Un dato allarmante emerge dall’analisi: nei paesi dove sono disponibili statistiche affidabili, i bambini hanno una probabilità nove volte superiore rispetto agli adulti di utilizzare dispositivi per lo svapo.
Etienne Krug, direttore del Dipartimento determinanti della salute dell’Oms, non ha usato mezzi termini nel definire le e-cig responsabili di una nuova ondata di dipendenza dalla nicotina. Secondo Krug, questi dispositivi vengono spacciati come strumenti per ridurre i danni del fumo tradizionale. Nella realtà, però, stanno creando dipendenza nei ragazzi molto prima di quanto accadesse in passato, rischiando di cancellare decenni di conquiste nella prevenzione.
Le donne guidano la riduzione del consumo di tabacco
Un aspetto positivo emerge dall’analisi dei dati sul lungo periodo. Tra il 2000 e il 2024, il consumo di tabacco è diminuito sia tra gli uomini che tra le donne in tutte le fasce d’età, ma sono state le donne a guidare questa trasformazione. La popolazione femminile ha raggiunto l’obiettivo globale di riduzione previsto per il 2025 con ben cinque anni di anticipo, toccando il traguardo del 30% già nel 2020. La prevalenza del consumo di tabacco tra le donne è scesa dall’11% del 2010 al 6,6% del 2024, con una riduzione da 277 milioni a 206 milioni di consumatrici.
Gli uomini, al contrario, non riusciranno a centrare l’obiettivo prima del 2031. Questo divario di genere nella capacità di abbandonare il tabacco rappresenta un elemento interessante per comprendere le dinamiche sociali e comportamentali legate alla dipendenza, anche se la strada da percorrere rimane ancora lunga per entrambi i sessi.
L’appello ai governi: applicare le strategie Mpower
L’Organizzazione mondiale della sanità chiede ai governi di tutto il mondo un impegno più deciso nell’intensificare le misure di controllo del tabacco. L’invito riguarda l’attuazione completa del pacchetto Mpower, un insieme di sei strategie che vanno dal monitoraggio del consumo alla protezione dal fumo passivo, dall’offerta di supporto per smettere agli avvertimenti sui pericoli, dal divieto di pubblicità all’aumento della tassazione sui prodotti del tabacco. Insieme a questo, l’Oms richiama l’importanza di rispettare la Convenzione quadro sul controllo del tabacco.
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