L’Italia si mobilita per garantire l’accesso al mare a persone anziane e con disabilità. Dal Lazio alla Sicilia, crescono i lidi attrezzati con servizi specializzati e tecnologie innovative.
Un mare per tutti
L’estate italiana cambia volto e abbraccia una nuova filosofia: il diritto universale al mare. Sempre più arenili lungo la penisola si trasformano in spazi inclusivi, dove anziani e persone con disabilità possono finalmente godersi sole, spiaggia e acqua salata senza ostacoli. Una tendenza che sta ridisegnando il concetto stesso di vacanza balneare, trasformando luoghi prima inaccessibili in oasi di benessere per tutti.
Il fenomeno non è più episodico ma rappresenta una vera e propria rivoluzione sociale. Fino al 14 settembre 2025, i 26 stabilimenti balneari tra Principina a Mare e Marina di Grosseto, aderenti all’iniziativa, offriranno soggiorni settimanali con postazioni dedicate alle persone con disabilità.
Sono numeri che raccontano di un’Italia che non lascia indietro nessuno. E che investe risorse ed energie per garantire il diritto alle vacanze anche a chi ha bisogno di supporto.
Il modello Cerveteri, quando l’innovazione incontra l’inclusione
A Cerveteri, sulla costa laziale, sorge “Liberamente“, la spiaggia che ha rivoluzionato l’approccio all’accessibilità balneare. L’amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Elena Gubetti, ha investito circa 80mila euro di finanziamenti regionali per creare quello che oggi è considerato un modello di eccellenza nazionale. La spiaggia comunale di Campo di Mare ha eliminato ogni barriera architettonica, dagli ombrelloni alle passerelle tradizionali, sostituendoli con una piattaforma ecosostenibile sormontata da leggere tettoie.
Il progetto ha restituito ai cittadini ben 34mila metri quadrati di sabbia, precedentemente occupati da concessioni demaniali. Ma l’innovazione più significativa riguarda i servizi. Sedie job per entrare in acqua da seduti, passerelle extra large, lettini e docce regolabili, personale qualificato per l’assistenza. Ogni spazio è segnalato con pittogrammi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (tecniche che supportano le persone con difficoltà di linguaggio e comunicazione ndr.). E questo rende la struttura comprensibile anche a persone con difficoltà cognitive.
Il successo è tangibile: anche quest’anno la stagione è stata prolungata fino a metà settembre per soddisfare le numerose richieste. Sono molte le storie di anziani che hanno ritrovato nel mare una seconda giovinezza, arrivando dalla Capitale con lauto anticipo per prenotare assistenza e attrezzature specializzate.
La quarta età conquista le spiagge accessibili
Gli over 80 rappresentano la fascia più numerosa tra gli utenti delle spiagge inclusive. Accompagnati da nipoti, badanti o familiari, trovano in questi luoghi attrezzati l’opportunità di vivere momenti di socialità e benessere che altrimenti sarebbero negati. La sindaca Gubetti ha raccontato di persone anziane che non facevano il bagno da 15 anni. E sulla spiaggia “Liberamente” sono riuscite a ritrovare il contatto con l’acqua salata. Ma ci sono anche le storie di disabili dalla nascita che per la prima volta hanno sentito il profumo del mare sulla propria pelle.
L’impatto sociale va oltre l’aspetto ricreativo. Molte famiglie scelgono di trasferirsi in comuni che offrono questi servizi, modificando le dinamiche demografiche locali. La spiaggia diventa così uno strumento di sviluppo territoriale e coesione sociale, dimostrando come l’investimento nell’accessibilità generi benefici economici e sociali diffusi.
Un network nazionale di spiagge inclusive
Cerveteri non rappresenta un caso isolato ma il simbolo di una trasformazione che coinvolge tutta Italia. La Sicilia conta centoquattro spiagge disseminate per le coste delle nove province siciliane, in cui i disabili possono accedere. San Vito lo Capo (Tp) mantiene attivo il progetto “Zero Barriere”, che offre ombrellone, lettino e posto carrozzina gratuiti grazie al sostegno comunale.
In Veneto, Bibione si distingue come eccellenza dove è stato allestito il Settore Regolo per i disabili, completamente privo di barriere architettoniche. La Toscana vanta numerosi stabilimenti attrezzati lungo tutto il litorale, mentre la Liguria ha sviluppato progetti innovativi a Genova con 12 postazioni inclusive e attrezzature specializzate come sedie job e sand&sea.
L’Emilia Romagna, tradizionalmente attenta al turismo accessibile, offre servizi dedicati nelle celebri località della Riviera. Ogni regione costiera italiana sta sviluppando la propria rete di spiagge inclusive, creando un sistema nazionale che garantisce vacanze accessibili da nord a sud.
Tecnologie e servizi al servizio dell’accessibilità
L’innovazione tecnologica rappresenta il cuore della trasformazione. Le sedie job permettono l’ingresso in acqua mantenendo la posizione seduta, mentre le carrozzine sand&sea sono progettate specificamente per muoversi su sabbia e in acqua salata. I lettini regolabili si adattano alle diverse esigenze fisiche, mentre le passerelle extra large consentono il passaggio anche di carrozzine motorizzate ingombranti.
L’assistenza specializzata comprende personale formato per supportare persone con diverse tipologie di disabilità. Docce e spogliatoi sono progettati con altezze regolabili e spazi ampliati per agevolare i movimenti. La segnaletica con pittogrammi CAA (immagini o disegni che rappresentano parole o concetti ndr.) rende gli spazi comprensibili anche a persone con difficoltà di comunicazione o cognitive.
Molte strutture offrono servizi aggiuntivi come risveglio muscolare in spiaggia, aperitivi al tramonto e attività ricreative pensate per favorire la socializzazione. Questi “plus” trasformano la spiaggia accessibile da semplice servizio a esperienza completa di benessere e divertimento.
Il futuro dell’accessibilità balneare italiana
La crescita del settore non si ferma. La Regione Lazio ha stanziato mezzo milione di euro per il 2026, destinato a incrementare il numero di spiagge inclusive sul territorio. Il presidente della regione, Francesco Rocca, ha dichiarato l’obiettivo di rendere il mare accessibile come una realtà concreta e diffusa.
L’autofinanziamento raggiunto da progetti come “Liberamente” dimostra la sostenibilità economica del modello. La gestione affidata a cooperative sociali specializzate garantisce competenza e continuità nei servizi, mentre la richiesta crescente da parte dell’utenza conferma la necessità sociale dell’iniziativa. L’Italia si avvia così a diventare una delle destinazioni più inclusive d’Europa, dove il diritto al mare diventa realmente universale e la diversità si trasforma in ricchezza per l’intera comunità.
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