Trento, Mantova e Bergamo guidano la classifica, mentre il Sud arranca, seppure non manchino esempi virtuosi
Presentato questa mattina in Senato la 32°edizione di Ecosistema Urbano, lo studio annuale realizzato da Legambiente che fotografa l’ambiente di 106 città in 5 macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente. La relazione evidenzia un Paese che stenta a migliorare dal punto di vista green e conferma problemi cronici, specialmente nei grandi centri urbani e al Sud. Dalla top ten escono Cremona e Treviso, mentre Milano e Roma perdono una posizione a testa, finendo 57ª e 66ª. La classifica rovesciata comprende grandi città come Napoli, Palermo e Catania, medie come Reggio Calabria e Catanzaro, e piccole come Vibo Valentia, Crotone, Caserta e Caltanissetta. In fondo alla classifica si trovano tre città calabresi: Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone.
Trento riconquista la vetta della sostenibilità ambientale
Trento è in testa alla classifica per auto, piste ciclabili e aria pulita (lo scorso anno era Reggio Emilia), con alle spalle Mantova e Bergamo. Salgono Rimini (dal dodicesimo al decimo gradino) e Bergamo che entra per la prima volta nella top ten. Il capoluogo trentino conquista posizioni di rilievo nei parametri che pesano di più, come il trasporto pubblico locale e la raccolta differenziata, dove raggiunge l’82,3 %. A fare la differenza sono anche i bonus aggiuntivi che premiano le politiche di adattamento climatico e le iniziative nel campo energetico. Ottimo lo score su mobilità pubblica e consumi idrici. Meno, per alberi piantati e verde pubblico.
Luci e ombre nei dati nazionali
In generale, qualche segnale positivo arriva dalla raccolta differenziata, che per la prima volta supera la soglia media del 65 %. Ferrara è al top con un 88,3 %. Sul fronte idrico si registra un lievissimo miglioramento: le perdite nella rete calano dal 36,3 al 36,1 %, con la migliore performance di Pavia, ferma al 10,2 % di dispersione. Dolenti note per la sostenibilità ambientale arrivano però da altri indicatori. Il parco auto circolante continua a crescere: si passa da 67,7 a 68,1 vetture ogni cento abitanti, un dato che ci colloca molto al di sopra degli standard europei. Preoccupa anche il rallentamento nello sviluppo delle infrastrutture per la ciclabilità e nella creazione di isole pedonali e zone a traffico limitato.
Le grandi città: dinamismo apparente e problemi strutturali
Alcune metropoli mostrano segnali di vitalità. Firenze avanza fino alla 21°posizione, Genova si ferma alla 40°, Torino alla 62° e Bari alla 76°. Milano e Roma perdono entrambe una posizione attestandosi rispettivamente al 50° e 66° posto. Intanto però lo smog continua a soffocare i grandi centri della Pianura Padana. Napoli, Milano, Torino e Catania registrano concentrazioni elevate di biossido di azoto. La raccolta differenziata langue in molte città del Sud: Palermo si ferma al 19,7 %, Catania al 36,4%. I cittadini di Catania effettuano appena 39 viaggi all’anno sui mezzi pubblici, quelli di Palermo 59. Le infrastrutture per la mobilità sostenibile risultano insufficienti: Napoli dispone di soli 0,38 metri equivalenti di piste ciclabili ogni cento abitanti.
Le eccezioni virtuose del Meridione
Il Sud resta indietro. Le ultime dieci posizioni sono quasi interamente occupate da città meridionali. In coda si attestano centri grandi come Napoli, Palermo e Catania, medi come Reggio Calabria e Catanzaro, piccoli come Vibo Valentia, Crotone, Caserta e Caltanissetta. Eppure, le eccezioni esistono. Cosenza conquista la 16° posizione per ciclabilità, isole pedonali e numero di alberi. Lecce raggiunge il 53°posto, per una qualità dell’aria migliore della media nonostante i 108mila ingressi giornalieri di automobili, grazie ai parcheggi di scambio e al prolungamento dei mezzi pubblici. Ragusa (58°), primeggia tra i capoluoghi che cercano di invertire la tendenza al consumo del suolo, eredità di scelte urbanistiche poco lungimiranti del passato.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata